Giovanni 16, 23b-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura XII,2: FF 1205
1205 2. Non aveva rossore di chiedere le cose piccole a quelli più piccoli di lui; lui, vero minore, che aveva imparato dal Maestro supremo le cose grandi. Era solito ricercare con singolare zelo la via e il modo per servire più perfettamente Dio, come a Lui meglio piace. Questa fu la sua filosofia suprema, questo il suo supremo desiderio, finché visse: chiedere ai sapienti e ai semplici, ai perfetti e agli imperfetti, ai giovani e agli anziani qual era il modo in cui più virtuosamente poteva giungere al vertice della perfezione. Incaricò, dunque, due frati di andare da frate Silvestro, a dirgli che cercasse di ottenere la risposta di Dio sulla tormentosa questione e che gliela facesse sapere ( frate Silvestro era quello che aveva visto una croce uscire dalla bocca del Santo e ora si dedicava ininterrottamente alla orazione sul monte sovrastante Assisi). Questa stessa missione affidò alla santa vergine Chiara: indagare la volontà di Dio su questo punto, sia pregando lei stessa con le altre sorelle, sia incaricando qualcuna fra le vergini più pure e semplici, che vivevano alla sua scuola. E furono meravigliosamente d'accordo nella risposta--poiché l'aveva rivelata lo Spirito Santo -- il venerabile sacerdote e la vergine consacrata a Dio: il volere divino era che Francesco si facesse araldo di Cristo ed uscisse a predicare. Ritornarono i frati, indicando qual era la volontà di Dio, secondo quanto avevano saputo; ed egli subito si alzò si cinse le vesti, e, senza frapporre il minimo indugio, si mise in viaggio. Andava con tanto fervore ad eseguire il comando divino, correva tanto veloce, come se la mano del Signore, scendendo su di lui, lo avesse ricolmato di nuove energie.
MEDITAZIONE
Pregare nel nome di Gesù, significa rivolgersi a Dio unendosi al Figlio che ci ha resi figli di Dio. Il Padre non può non esaudire questa preghiera filiale. Fratelli, chiedere nel nome di Gesù ha un potere talmente grande, che Dio non può proprio rifiutare nulla a coloro che fanno questa preghiera. Perché questo potere? Pregare nel nome di Gesù in realtà significa identificarsi con Lui a tal punto che le nostre labbra pronunciano le stesse parole di Gesù, ed il Padre riconosce in noi l’impronta del suo amatissimo Figlio. Questo è l’ultimo e più grande dono che Gesù fa ai suoi. Questa rivelazione è stata custodita e tramandata per secoli ed era conosciuta da Francesco che la sperimentava continuamente per aiutare il prossimo e per “servire più perfettamente Dio, come a Lui meglio piace”.
PREGHIERA
Che Tu sia benedetto, Signore, Dio nostro, per il tuo Figlio che ci ha detto di pregare nel suo nome. Nel nome di Gesù, ti chiediamo una sola grazia: donaci il tuo Spirito, perché rimanga in noi e ci faccia gustare fin da oggi la gioia della tua eternità.
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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