giovedì 30 aprile 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 1 Maggio 2015

Venerdì 1 Maggio 2015

Matteo 13, 54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. 
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Leggenda Maggiore di San Bonaventura XI, 1: FF 1187
1187 1. La dedizione instancabile alla preghiera, insieme con l'esercizio ininterrotto delle virtù, aveva fatto pervenire l'uomo di Dio a così grande chiarezza di spirito che, pur non avendo acquisito la competenza nelle sacre Scritture mediante lo studio e l'erudizione umana, tuttavia, irradiato dagli splendori della luce eterna, scrutava le profondità delle Scritture con intelletto limpido e acuto. Il suo ingegno, puro da ogni macchia, penetrava il segreto dei misteri, e dove la scienza dei maestri resta esclusa, egli entrava con l'affetto dell'amante. Leggeva, di tanto in tanto, i libri sacri e riteneva tenacemente impresso nella memoria quanto aveva una volta assimilato: giacché ruminava continuamente con affettuosa devozione ciò che aveva ascoltato con mente attenta. 1188 Una volta i frati gli chiesero se aveva piacere che le persone istruite, entrate nell'Ordine, si applicassero allo studio della Scrittura; ed egli rispose: “ Ne ho piacere, sì; purché, però, sull'esempio di Cristo, di cui si legge non tanto che ha studiato quanto che ha pregato, non trascurino di dedicarsi all'orazione e purché studino non tanto per sapere come devono parlare, quanto per mettere in pratica le cose apprese, e, solo quando le hanno messe in pratica, le propongano agli altri. Voglio che i miei frati siano discepoli del Vangelo e progrediscano nella conoscenza della verità, in modo tale da crescere contemporaneamente nella purezza della semplicità. Così non disgiungeranno la semplicità della colomba dalla prudenza del serpente, che il Maestro insuperabile ha congiunto con la sua parola benedetta

MEDITAZIONE
Dio stesso, di fronte alla rettitudine morale ed alla santità di vita di Giuseppe, non ha trovato persona migliore a cui affidare l’Unigenito, il Verbo incarnato. Ciò che per gli abitanti di Nazareth sembrava una vergogna in realtà è motivo di grande onore per Gesù. Stiamo attenti! Anche noi spesso, a causa della mentalità del mondo in cui viviamo, pensiamo che ci si può vergognare dell’onestà e del guadagno frutto di duro lavoro. Ogni lavoro vale se è ispirato alla parola di Dio. "Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre". Impariamo da Gesù, che volle condividere la condizione operaia di Giuseppe e imparare il suo lavoro per continuare l’opera della creazione del Padre, e imitiamo Francesco che non disgiunse mai la semplicità della colomba dalla prudenza del serpente, per progredire sempre più nella conoscenza della verità e crescere nella semplicità.

PREGHIERA
O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l’uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa’ che per l’intercessione e l’esempio di san Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi,e riceviamo la ricompensa che ci prometti.  Per Cristo nostro Signore.





ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.



Oggi inizia il mese di Maria !!!!    Maria, dolce madre, intercedi per noi !!!!

http://youtu.be/omuwv2A0G2Q


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