Sabato 4 Aprile 2015
SABATO SANTO
Marco 16, 1-7
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura VII, 6: FF 1145
1145 Considerando che tutte le cose hanno un'origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature per quanto piccole col nome di fratello o sorella: sapeva bene che tutte provenivano, come lui, da un unico Principio. Tuttavia abbracciava con maggior effusione e dolcezza quelle che portano in sé una somiglianza naturale con la pietosa mansuetudine di Cristo o che la raffigurano secondo il significato loro attribuito dalla Scrittura. Spesso riscattò gli agnelli che venivano condotti al macello, in memoria di quell'Agnello mitissimo, che volle essere condotto alla morte per redimere i peccatori.
1146 Una notte, mentre il servo di Dio era ospite presso il monastero di San Verecondo, nella diocesi di Gubbio, una pecorella partorì un agnellino. C'era là una scrofa ferocissima, che, con un morso rabbioso, uccise la creaturina innocente. Udito il fatto, il padre pietoso fu preso da profondissima compassione e, pensando all'Agnello senza macchia, si lamentava davanti a tutti per la morte dell'agnellino. “ Ohimè, fratello agnellino, -- diceva -- animale innocente, che rappresenti Cristo agli uomini, maledetta sia quell'empia che ti ha ucciso. E nessuno, uomo o bestia, possa mangiare la sua carne! ”. Cosa meravigliosa: la porca malefica immediatamente si ammalò e, dopo avere scontato con tre giorni di sofferenza la sua colpa, subì finalmente l'esecuzione vendicatrice . Fu gettata nel fossato del monastero e là rimase per molto tempo, divenendo secca come un'asse. Nessun animale, per quanto affamato, si cibò della sua carne. Riflettano, a questo punto, le persone crudeli: con quali pene esse saranno colpite alla fine, se è stata colpita con una morte così orrenda la ferocia di una bestia? I fedeli devoti, a loro volta, sappiano valutare quanto potente e ammirevole, quanto dolce e generosa fosse la pietà del servo di Dio, se anche i bruti, a loro modo, le rendevano omaggio.
COMMENTO
Il clima è di morte e di paura. Le donne si recano al sepolcro per dare le ultime prove di rispettosa dedizione a Gesù. Lo fanno clandestinamente, all’alba. Tutto le preoccupa: la solitudine, la pietra che non riusciranno a smuovere, poi la scomparsa del cadavere e la presenza di un estraneo. Questo clima pesante riflette forse quello della comunità primitiva, segnata dalla tragicità della persecuzione. Il vuoto che Gesù lascia nella sua Chiesa ha lo stesso significato del vuoto del sepolcro: il Crocifisso darà sempre il gusto amaro dell’assenza. Da quel primo mattino di Pasqua, Egli è sempre presente dove l’uomo è pronto a rinascere alla Vita.Quattro sono le notti della salvezza, secondo i rabbini. La notte della creazione che ha dato origine al Cosmo. La notte in cui un Dio misterioso chiamò un uomo, Abramo, a diventare il primo grande cercatore di Dio. La notte in cui un popolo di schiavi si liberò dall'oppressione degli egiziani e divenne un popolo di liberi. E l'ultima notte, quella della venuta del Messia, che nessuno sa quando arriverà. Ed è questa, quella notte. La notte in cui Dio ha resuscitato il suo figlio Gesù, lo ha restituito alla sua vera e definitiva natura, lo ha sciolto dall'abbraccio della morte. Sembrava tutto finito, ed invece è tutto cominciato in questa notte, la notte in cui Gesù è risorto dai morti. Ditelo a tutti, cercatori di Dio, gridatelo sui tetti! La morte non ha sconfitto Dio e noi, come Francesco, dobbiamo esserne testimoni.
PREGHIERA
O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa, ammirabile sacramento si salvezza e compi l’opera predisposta nella tua misericordia: tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del Cristo, che è principio di tutte le cose, e vive e regna nei secoli dei secoli.,
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.
SABATO SANTO
Marco 16, 1-7
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura VII, 6: FF 1145
1145 Considerando che tutte le cose hanno un'origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature per quanto piccole col nome di fratello o sorella: sapeva bene che tutte provenivano, come lui, da un unico Principio. Tuttavia abbracciava con maggior effusione e dolcezza quelle che portano in sé una somiglianza naturale con la pietosa mansuetudine di Cristo o che la raffigurano secondo il significato loro attribuito dalla Scrittura. Spesso riscattò gli agnelli che venivano condotti al macello, in memoria di quell'Agnello mitissimo, che volle essere condotto alla morte per redimere i peccatori.
1146 Una notte, mentre il servo di Dio era ospite presso il monastero di San Verecondo, nella diocesi di Gubbio, una pecorella partorì un agnellino. C'era là una scrofa ferocissima, che, con un morso rabbioso, uccise la creaturina innocente. Udito il fatto, il padre pietoso fu preso da profondissima compassione e, pensando all'Agnello senza macchia, si lamentava davanti a tutti per la morte dell'agnellino. “ Ohimè, fratello agnellino, -- diceva -- animale innocente, che rappresenti Cristo agli uomini, maledetta sia quell'empia che ti ha ucciso. E nessuno, uomo o bestia, possa mangiare la sua carne! ”. Cosa meravigliosa: la porca malefica immediatamente si ammalò e, dopo avere scontato con tre giorni di sofferenza la sua colpa, subì finalmente l'esecuzione vendicatrice . Fu gettata nel fossato del monastero e là rimase per molto tempo, divenendo secca come un'asse. Nessun animale, per quanto affamato, si cibò della sua carne. Riflettano, a questo punto, le persone crudeli: con quali pene esse saranno colpite alla fine, se è stata colpita con una morte così orrenda la ferocia di una bestia? I fedeli devoti, a loro volta, sappiano valutare quanto potente e ammirevole, quanto dolce e generosa fosse la pietà del servo di Dio, se anche i bruti, a loro modo, le rendevano omaggio.
COMMENTO
Il clima è di morte e di paura. Le donne si recano al sepolcro per dare le ultime prove di rispettosa dedizione a Gesù. Lo fanno clandestinamente, all’alba. Tutto le preoccupa: la solitudine, la pietra che non riusciranno a smuovere, poi la scomparsa del cadavere e la presenza di un estraneo. Questo clima pesante riflette forse quello della comunità primitiva, segnata dalla tragicità della persecuzione. Il vuoto che Gesù lascia nella sua Chiesa ha lo stesso significato del vuoto del sepolcro: il Crocifisso darà sempre il gusto amaro dell’assenza. Da quel primo mattino di Pasqua, Egli è sempre presente dove l’uomo è pronto a rinascere alla Vita.Quattro sono le notti della salvezza, secondo i rabbini. La notte della creazione che ha dato origine al Cosmo. La notte in cui un Dio misterioso chiamò un uomo, Abramo, a diventare il primo grande cercatore di Dio. La notte in cui un popolo di schiavi si liberò dall'oppressione degli egiziani e divenne un popolo di liberi. E l'ultima notte, quella della venuta del Messia, che nessuno sa quando arriverà. Ed è questa, quella notte. La notte in cui Dio ha resuscitato il suo figlio Gesù, lo ha restituito alla sua vera e definitiva natura, lo ha sciolto dall'abbraccio della morte. Sembrava tutto finito, ed invece è tutto cominciato in questa notte, la notte in cui Gesù è risorto dai morti. Ditelo a tutti, cercatori di Dio, gridatelo sui tetti! La morte non ha sconfitto Dio e noi, come Francesco, dobbiamo esserne testimoni.
PREGHIERA
O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa, ammirabile sacramento si salvezza e compi l’opera predisposta nella tua misericordia: tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del Cristo, che è principio di tutte le cose, e vive e regna nei secoli dei secoli.,
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.

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