SAN FRANCESCO E IL VANGELO 124
MARTEDI' 3 MAGGIO 2016
SS.Filippo e Giacomo Apostoli--festa--proprio
GIOVANNI 14, 6-14
Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1580
VISITA DEL CARDINALE UGOLINO ALLA PORZIUNCOLA
1580 33. Diceva Francesco che i frati dovevano avere mense così umili e modeste, affinché i secolari ne restassero edificati. E se vi era invitato qualche povero, sedesse insieme con i frati,e non lui per terra e loro in alto.Papa Gregorio, quando era vescovo di Ostia, venuto al luogo della Porziuncola, entrò nell'abitazione dei frati. Andò a vedere il dormitorio, con molti cavalieri, monaci e altri ecclesiastici del suo seguito. Nell'osservare che i frati si coricavano per terra, su poca paglia, senza cuscini, con delle misere coperte quasi tutte sfilacciate e a brandelli, si mise a piangere
davanti a tutti e diceva: « Ecco dove riposano i frati. Sventurati noi, che ci permettiamo tante superfluità. Che sarà di noi? ». Sia lui che gli accompagnatori ne rimasero molto edificati. E non vide in quel luogo nessuna mensa, poiché i frati mangiavano seduti per terra. Sebbene il luogo della Porziuncola fin dai primordi, quando cioè venne fondato, fosse il più frequentato dai frati di tutto l'Ordine ( invero, tutti quelli che si facevano frati, prendevano l'abito a Santa Maria degli Angeli), tuttavia i frati di questa comunità mangiavano sempre per terra, pochi o molti che fossero. E finché visse Francesco, conformandosi all'esempio e al volere di lui, prendevano i loro pasti accomodandosi a terra.
MEDITAZIONE
“Se conoscete me, conoscerete anche il Padre” (Gv 14,7). Conoscere Gesù significa conoscere il Padre, Dio amore. Gli apostoli conoscono già il Padre e in qualche modo lo hanno visto nel Figlio, nel suo dono di amore. La domanda di Filippo e la riposta di Gesù (Gv 14,8-10) indicano unità tra il Padre e il Figlio, così stretta che sono parole e opere di salvezza, di amore, di dono di vita. L’opera di Gesù rappresenta la prova migliore di questa unità.
Ora Gesù fa due magnifiche promesse. In primo luogo promette al credente che compirà opere più grandi ancora delle sue (Gv 14,12) e poi promette di ascoltare sempre la preghiera di colui che la rivolgerà al Padre nel suo nome (Gv 14,13-14). Anche noi, in Gesù, siamo figli del Padre ! Francesco aveva compreso almeno in parte il mistero divino, “.Aveva infatti gustato e provato personalmente quanto è dolce, soave e buono il Dio d'Israele per i retti di cuore (Sal 72,1), che lo cercano sempre con semplicità pura e con purezza vera. La dolcezza e soavità, che egli sentiva infusa dall'alto nella sua anima, dono rarissimo concesso a pochissimi, lo spingeva a dimenticare totalmente se stesso, e allora, riboccante di tale gaudio, bramava con tutte le forze ascendere alla vita immortale degli spiriti eletti, dove uscendo da se stesso col desiderio in parte si era già elevato. Ripieno dello spirito di Dio, era pronto ad affrontare qualsiasi angustia di spirito, qualsiasi tormento nel corpo, a patto che gli fosse concesso quanto bramava: che si compisse in lui totalmente la misericordiosa volontà del Padre celeste”. .Comportiamoci in modo da meritare anche noi la dolcezza e la soavità dell'amore di Dio e la sua misericordia!
PREGHIERA
O Dio, nostro Padre,
che rallegri la Chiesa
con la festa degli apostoli Filippo e Giacomo,
per le loro preghiere concedi al tuo popolo
di comunicare al mistero della morte e risurrezione
del tuo unico Figlio,
per contemplare in eterno la gloria del tuo volto . Per Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
MARTEDI' 3 MAGGIO 2016
SS.Filippo e Giacomo Apostoli--festa--proprio
GIOVANNI 14, 6-14
Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1580
VISITA DEL CARDINALE UGOLINO ALLA PORZIUNCOLA
1580 33. Diceva Francesco che i frati dovevano avere mense così umili e modeste, affinché i secolari ne restassero edificati. E se vi era invitato qualche povero, sedesse insieme con i frati,e non lui per terra e loro in alto.Papa Gregorio, quando era vescovo di Ostia, venuto al luogo della Porziuncola, entrò nell'abitazione dei frati. Andò a vedere il dormitorio, con molti cavalieri, monaci e altri ecclesiastici del suo seguito. Nell'osservare che i frati si coricavano per terra, su poca paglia, senza cuscini, con delle misere coperte quasi tutte sfilacciate e a brandelli, si mise a piangere
davanti a tutti e diceva: « Ecco dove riposano i frati. Sventurati noi, che ci permettiamo tante superfluità. Che sarà di noi? ». Sia lui che gli accompagnatori ne rimasero molto edificati. E non vide in quel luogo nessuna mensa, poiché i frati mangiavano seduti per terra. Sebbene il luogo della Porziuncola fin dai primordi, quando cioè venne fondato, fosse il più frequentato dai frati di tutto l'Ordine ( invero, tutti quelli che si facevano frati, prendevano l'abito a Santa Maria degli Angeli), tuttavia i frati di questa comunità mangiavano sempre per terra, pochi o molti che fossero. E finché visse Francesco, conformandosi all'esempio e al volere di lui, prendevano i loro pasti accomodandosi a terra.
MEDITAZIONE
“Se conoscete me, conoscerete anche il Padre” (Gv 14,7). Conoscere Gesù significa conoscere il Padre, Dio amore. Gli apostoli conoscono già il Padre e in qualche modo lo hanno visto nel Figlio, nel suo dono di amore. La domanda di Filippo e la riposta di Gesù (Gv 14,8-10) indicano unità tra il Padre e il Figlio, così stretta che sono parole e opere di salvezza, di amore, di dono di vita. L’opera di Gesù rappresenta la prova migliore di questa unità.
Ora Gesù fa due magnifiche promesse. In primo luogo promette al credente che compirà opere più grandi ancora delle sue (Gv 14,12) e poi promette di ascoltare sempre la preghiera di colui che la rivolgerà al Padre nel suo nome (Gv 14,13-14). Anche noi, in Gesù, siamo figli del Padre ! Francesco aveva compreso almeno in parte il mistero divino, “.Aveva infatti gustato e provato personalmente quanto è dolce, soave e buono il Dio d'Israele per i retti di cuore (Sal 72,1), che lo cercano sempre con semplicità pura e con purezza vera. La dolcezza e soavità, che egli sentiva infusa dall'alto nella sua anima, dono rarissimo concesso a pochissimi, lo spingeva a dimenticare totalmente se stesso, e allora, riboccante di tale gaudio, bramava con tutte le forze ascendere alla vita immortale degli spiriti eletti, dove uscendo da se stesso col desiderio in parte si era già elevato. Ripieno dello spirito di Dio, era pronto ad affrontare qualsiasi angustia di spirito, qualsiasi tormento nel corpo, a patto che gli fosse concesso quanto bramava: che si compisse in lui totalmente la misericordiosa volontà del Padre celeste”. .Comportiamoci in modo da meritare anche noi la dolcezza e la soavità dell'amore di Dio e la sua misericordia!
PREGHIERA
O Dio, nostro Padre,
che rallegri la Chiesa
con la festa degli apostoli Filippo e Giacomo,
per le loro preghiere concedi al tuo popolo
di comunicare al mistero della morte e risurrezione
del tuo unico Figlio,
per contemplare in eterno la gloria del tuo volto . Per Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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