venerdì 13 maggio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 13 Maggio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 134
VENERDI' 13 MAGGIO 2016
Beata Vergine Maria di Fatima-
GIOVANNI 21, 15-19
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1591
NASCE IL CANTICO DELLE CREATURE
1591 43. Francesco soggiornò a San Damiano per cinquanta giorni e più. Non essendo in
grado di sopportare di giorno la luce naturale, né durante la notte il chiarore del fuoco, stava
sempre nell'oscurità in casa e nella cella. Non solo, ma soffriva notte e giorno così atroce
dolore agli occhi, che quasi non poteva riposare e dormire, e ciò accresceva e peggiorava
queste e le altre sue infermità.
Come non bastasse, se talora voleva riposare e dormire, la casa e la celletta dove
giaceva (era fatta di stuoie, in un angolo della casa) erano talmente infestate dai topi, che
saltellavano e correvano intorno e sopra di lui, che gli riusciva impossibile prender sonno; le
bestie lo disturbavano anche durante l'orazione. E non solo di notte, ma lo tormentavano
anche di giorno; perfino quando mangiava, gli salivano sulla tavola. Sia lui che i compagni
pensavano che questa fosse una tentazione del diavolo: e lo era di fatto.
Una notte, riflettendo Francesco alle tante tribolazioni cui era esposto, fu mosso a pietà
verso se stesso e disse in cuor suo: « Signore, vieni in soccorso alle mie infermità, affinché io
possa sopportarle con pazienza! ». E subito gli fu detto in spirito: « Fratello, dimmi: se uno, in
compenso delle tue malattie e sofferenze, ti donasse un grande prezioso tesoro, come se tutta
la terra fosse oro puro e tutte le pietre fossero pietre preziose e l'acqua fosse tutta profumo:
non considereresti tu come un niente, a paragone di tale tesoro, la terra e le pietre e le acque?
Non ne saresti molto felice? ».
Rispose Francesco: « Signore, questo sarebbe un tesoro veramente grande e
incomparabile, prezioso e amabile e desiderabile ». La voce concluse: « Allora, fratello, sii
felice ed esultante nelle tue infermità e tribolazioni; d'ora in poi vivi nella serenità, come se tu
fossi già nel mio Regno ».
Alzandosi al mattino, disse ai suoi compagni: « Se l'imperatore donasse un intero
reame a un suo servitore costui non ne godrebbe vivamente? Ma se gli regalasse addirittura
tutto l'impero, non ne godrebbe più ancora? ». E soggiunse: « Sì, io devo molto godere adesso
in mezzo ai miei mali e dolori, e trovare conforto nel Signore, e render grazie sempre a Dio
Padre, all'unico suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo e allo Spirito Santo, per la grazia e
benedizione così grande che mi è stata elargita: egli infatti si è degnato nella sua misericordia
di donare a me, suo piccolo servo indegno ancora vivente quaggiù, la certezza di possedere il
suo Regno.
MEDITAZIONE
Pietro riceve l'incarico di pastore delle pecore del Cristo. Per svolgere questa missione dovrà dare prova del suo amore assoluto per il Signore, fino al giorno in cui “glorificherà Dio” con la sua morte. Anche Francesco ha ricevuto una missione importante, quella di “riparare” la chiesa. “...l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla, movendo le labbra, " Francesco, - gli dice chiamandolo per nome - va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”.(FF593). Queste missioni hanno la loro sorgente più profonda, in chi le esercita, in un un amore supremo a Cristo: la missione è un atto di amore, un amore unico che lega profondamente a Cristo. Anche noi siamo responsabili, in modo diverso, della salvezza spirituale dei fratelli: non saremo mai abbastanza consapevoli di questo compito che ci fa morire a noi stessi per dare gloria a Dio. Pregando con tutto il cuore e con tutto l'impegno possibile facciamo tutto quello che possiamo per salvare e santificare coloro che Gesù ci affida, e la cui sorte spirituale è stata legata alla nostra misera collaborazione.

PREGHIERA
Signore Gesù, ci succede spesso di far finta di non conoscerti, come ha fatto Pietro; come lui, tuttavia, ti amiamo, e Tu lo sai. Donaci di volerti bene davvero, e non soltanto a parole, in modo tale da vivere servendo il tuo gregge e da morire rendendo gloria a Dio Padre, nella forza dello Spirito, per i secoli dei secoli.


“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen









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