SAN FRANCESCO E IL VANGELO 135
SABATO 14 MAGGIO 2016
S. Mattia Apostolo—festa--proprio
S. Mattia Apostolo—festa--proprio
GIOVANNI 15, 9-17
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
17 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me, così anch´io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete cio´ che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto cio´ che ho udito dal Padre l´ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri".
Parola del Signore.
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1592
1592 Voglio quindi, a lode di Lui e a mia consolazione e per edificazione del prossimo,
comporre una nuova Lauda del Signore per le sue creature. Ogni giorno usiamo delle
creature e senza di loro non possiamo vivere, e in esse il genere umano molto offende il
Creatore. E ogni giorno ci mostriamo ingrati per questo grande beneficio, e non ne diamo
lode, come dovremmo, al nostro Creatore e datore di ogni bene ».
E postosi a sedere, si concentrò a riflettere, e poi disse:
« Altissimo, onnipotente, bon Segnore... ».
Francesco compose anche la melodia, che insegnò ai suoi compagni .
Il suo spirito era immerso in così gran dolcezza e consolazione, che voleva mandare a
chiamare frate Pacifico --che nel secolo veniva detto "il re dei versi" ed era gentilissimo maestro di canto--, e assegnargli alcuni frati buoni e spirituali, affinché andassero per il
mondo a predicare e lodare Dio.
Voleva che dapprima uno di essi, capace di predicare, rivolgesse al popolo un
sermone, finito il quale, tutti insieme cantassero le Laudi del Signore, come giullari di Dio.
Quando fossero terminate le Laudi, il predicatore doveva dire al popolo: « Noi siamo i giullari
del Signore, e la ricompensa che desideriamo da voi è questa: che viviate nella vera penitenza
».
E aggiunse: « Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari che devono commuovere
il cuore degli uomini ed elevarlo alla gioia spirituale? ». Diceva questo riferendosi
specialmente ai frati minori, che sono stati inviati al popolo per salvarlo.
Le Laudi del Signore da lui composte e che cominciano: « Altissimo, onnipotente, bon
Segnore », le intitolò: Cantico di fratello Sole, che è la più bella delle creature e più si può
assomigliare a Dio. Per cui diceva: « Al mattino, quando sorge il sole, ogni uomo dovrebbe
lodare Dio, che ha creato quell'astro, per mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati
durante il giorno. Ed a sera, quando scende la notte, ogni uomo dovrebbe lodare Dio per
quell'altra creatura: fratello Fuoco, per mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati durante
la notte ».
Disse ancora: « Siamo tutti come dei ciechi, e il Signore c'illumina gli occhi per mezzo
di queste due creature. Per esse e per le altre creature, di cui ogni giorno ci serviamo,
dobbiamo sempre lodare il Creatore glorioso ».
Egli fu sempre felice di comportarsi così, fosse sano o malato, e volentieri esortava gli
altri a lodare insieme il Signore. Nei momenti che più era torturato dal male, intonava le
Laudi del Signore, e poi le faceva cantare dai suoi compagni, per dimenticare l'acerbità delle
sue sofferenze pensando alle Laudi del Signore. E fece così fino al giorno della sua morte.
comporre una nuova Lauda del Signore per le sue creature. Ogni giorno usiamo delle
creature e senza di loro non possiamo vivere, e in esse il genere umano molto offende il
Creatore. E ogni giorno ci mostriamo ingrati per questo grande beneficio, e non ne diamo
lode, come dovremmo, al nostro Creatore e datore di ogni bene ».
E postosi a sedere, si concentrò a riflettere, e poi disse:
« Altissimo, onnipotente, bon Segnore... ».
Francesco compose anche la melodia, che insegnò ai suoi compagni .
Il suo spirito era immerso in così gran dolcezza e consolazione, che voleva mandare a
chiamare frate Pacifico --che nel secolo veniva detto "il re dei versi" ed era gentilissimo maestro di canto--, e assegnargli alcuni frati buoni e spirituali, affinché andassero per il
mondo a predicare e lodare Dio.
Voleva che dapprima uno di essi, capace di predicare, rivolgesse al popolo un
sermone, finito il quale, tutti insieme cantassero le Laudi del Signore, come giullari di Dio.
Quando fossero terminate le Laudi, il predicatore doveva dire al popolo: « Noi siamo i giullari
del Signore, e la ricompensa che desideriamo da voi è questa: che viviate nella vera penitenza
».
E aggiunse: « Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari che devono commuovere
il cuore degli uomini ed elevarlo alla gioia spirituale? ». Diceva questo riferendosi
specialmente ai frati minori, che sono stati inviati al popolo per salvarlo.
Le Laudi del Signore da lui composte e che cominciano: « Altissimo, onnipotente, bon
Segnore », le intitolò: Cantico di fratello Sole, che è la più bella delle creature e più si può
assomigliare a Dio. Per cui diceva: « Al mattino, quando sorge il sole, ogni uomo dovrebbe
lodare Dio, che ha creato quell'astro, per mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati
durante il giorno. Ed a sera, quando scende la notte, ogni uomo dovrebbe lodare Dio per
quell'altra creatura: fratello Fuoco, per mezzo del quale i nostri occhi sono illuminati durante
la notte ».
Disse ancora: « Siamo tutti come dei ciechi, e il Signore c'illumina gli occhi per mezzo
di queste due creature. Per esse e per le altre creature, di cui ogni giorno ci serviamo,
dobbiamo sempre lodare il Creatore glorioso ».
Egli fu sempre felice di comportarsi così, fosse sano o malato, e volentieri esortava gli
altri a lodare insieme il Signore. Nei momenti che più era torturato dal male, intonava le
Laudi del Signore, e poi le faceva cantare dai suoi compagni, per dimenticare l'acerbità delle
sue sofferenze pensando alle Laudi del Signore. E fece così fino al giorno della sua morte.
MEDITAZIONE
“Rimanete nel mio amore”. Questo vuole Gesù da noi. Per Gesù è importante innanzitutto che tutti i suoi amici si amino gli uni gli altri come egli stesso ha amato i suoi discepoli nel corso della sua vita terrena. La più viva espressione di questo amore è stata la sua morte sulla croce per i peccatori. L’amore perfetto del Padre celeste è la felicità e la gioia di suo Figlio. E questa gioia, il Figlio risuscitato la trasmette ai suoi amici nel giorno di Pasqua. “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi!”. Ricevete lo Spirito Santo!” . Egli offre senza sosta la gioia a tutti quelli che credono nella sua parola e per mezzo del battesimo si uniscono a lui e alla sua cerchia di amici, la Chiesa. Chi entra nell’amore di Dio per mezzo di suo Figlio ha ormai una ragione essenziale per essere sempre felice. Anche san Francesco , grande imitatore di Cristo, amava e proteggeva tutti i suoi compagni e li esortava ad amarsi reciprocamente: ”.....E ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio, in tutte quelle cose in cui Dio gli darà grazia...FF32.” E li esortava ad annunciare il Vangelo e a pregare con le lodi scritte da lui e i salmi, anche cantati, perchè diceva: “« ..Cosa sono i servi di Dio, se non i suoi giullari che devono commuovere il cuore degli uomini ed elevarlo alla gioia spirituale?.. ». FF 1592.
PREGHIERA
O Dio, che ci hai amati per primo
e ci hai donato il tuo Figlio,
perché riceviamo la vita per mezzo di lui,
fa’ che nel tuo Spirito
impariamo ad amarci gli uni gli altri
come lui ci ha amati,
fino a dare la vita per i fratelli. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.
O Dio, che ci hai amati per primo
e ci hai donato il tuo Figlio,
perché riceviamo la vita per mezzo di lui,
fa’ che nel tuo Spirito
impariamo ad amarci gli uni gli altri
come lui ci ha amati,
fino a dare la vita per i fratelli. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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