venerdì 16 novembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 17 NOVEMBRE 2018

 

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 321
SABATO 17 NOVEMBRE 2018
S.ELISABETTA D'UNGHERIA_PATRONA DELL'O.F.S
La CHIESA liturgia del giorno:
Lc 18,1-8
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In  quel  tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa  vedova  mi  dà  tanto  fastidio, le  farò  giustizia  perché  non  venga  continuamente  a  importunarmi”». 
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Parola del Signore
Dal Messale Francescano
MATTEO 25, 31-40
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.

Parola del Signore
Vita Seconda di Tommaso da Celano
592 Fra tutti gli orrori della miseria umana, Francesco sentiva ripugnanza istintiva per i lebbrosi. Ma, ecco, un giorno ne incontrò proprio uno, mentre era a cavallo nei pressi di Assisi. Ne provò grande fastidio e ribrezzo; ma per non venire meno alla fedeltà promessa, come trasgredendo un ordine ricevuto, balzò da cavallo e corse a baciarlo. E il lebbroso, che gli aveva steso la mano, come per ricevere qualcosa, ne ebbe contemporaneamente denaro e un bacio. Subito risalì a cavallo, guardò qua e là - la campagna era aperta e libera tutt'attorno da ostacoli - , ma non vide più il lebbroso. Pieno di gioia e di ammirazione, poco tempo dopo volle ripetere quel gesto: andò al lebbrosario e, dopo aver dato a ciascun malato del denaro, ne baciò la mano e la bocca.

MEDITAZIONE
La complessità della situazione umana rende molto difficile trovare la via della pace nelle diverse circostanze, senza capitolare e senza tradire i principi evangelici.
Chiediamo al Signore, con intensa preghiera, che cessino le guerre attualmente in corso in tante parti del mondo e che i capi delle nazioni siano uomini sinceri ed energici, che cerchino sempre le vie della pace guidati dallo Spirito di Dio.S. Francesco fu uomo di pace e di preghiera: anche S.Elisabetta. Per noi Santa Elisabetta è un esempio luminoso da seguire perché ha servito Dio nei Suoi poveri, come S.Francesco. Nella sua breve ma intensa vita, S. Elisabetta si fa madre di tutti per condividere con tutti la buona notizia di un Padre che ci ama e che ci vuole tutti suoi figli. E per curare e custodire ogni dignità negata, violata, calpestata. Ancora più e soprattutto, Elisabetta si fa povera vivendo la realtà terrena “sitibonda di giustizia” come ricorda la Bolla di Canonizzazione. Non ci sono limiti alla sua donazione, alla sua oblatività per il bene, perché la sua misura è la misura altissima della passione di Cristo crocifisso. Il suo è un cammino indomito, pieno di ostacoli, di sofferenze affrontate con la forza di un amore che tutto spera, che tutto sopporta, nella gioia di condividere così la sapienza del Padre per ogni uomo. È la pagina più vera della perfetta letizia quella che abbaglia dalla testimonianza della sua vita nel momento più duro dell’abbandono, il momento della cacciata dal castello assieme ai suoi figli, a cui non sa neppure come provvedere: in questa condizione. Elisabetta innalza il Te Deum di ringraziamento a Dio. E il momento più duro diventa il più fecondo.

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17 novembre
SANTA ELISABETTA di UNGHERIA
patrona III O.
FESTA – (bianco)
Figlia del re Andrea II d’Ungheria, fu data sposa assai giovane al duca Ludovico IV di Turingia.
Vivacissima di carattere, molto dedita alla preghiera, era piena di carità attiva verso i poveri, i malati, gli appestati, operando contro ogni ingiustizia fatta al popolo, assecondata in ciò dal marito. Morto lui in una crociata, dovette coi suoi tre bambini, ventenne, lasciare la corte. Allora abbandonò ogni cosa per darsi tutta al Cristo «vivo», i poveri.
Iscrittasi al terz’ordine di san Francesco (morto un anno prima), si dedicò con umiltà e amore alle cure dei malati nell’ospedale che aveva eretto in suo onore a Marburgo. Visse come una «religiosa» fino alla morte, avvenuta il 17 novembre 1231.
Fu canonizzata nel 1235. La «pista» evangelica da lei tracciata alle spose dei crociati fu percorsa come più luminosa che non quella di una conquista terrena.
PREGHIERA
O Dio, che a sant'Elisabetta, hai dato la grazia di riconoscere e onorare Cristo nei poveri, concedi anche noi, per sua intercessione, di servire con instancabile carità coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.

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