domenica 30 settembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 1 OTTOBRE 2018

foto.
15 min
San Francesco e il Vangelo
17 agosto
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 274
LUNEDI' 1 OTTOBRE 2018
S.TERESA DI GESU' BAMBINO-memoria
LUCA 9,46-50
Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Parola del Signore
+LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1448
1448 Profondamente umili e maturi nella carità, ognuno nutriva per il fratello i sentimenti che si hanno verso un padre e signore. Quelli che, per l'incarico che ricoprivano o per qualità personali, avevano nella fraternità un ruolo preminente, si facevano più umili e piccoli di tutti. E ognuno era disposto alla obbedienza più generosa, sempre disponibile al volere del superiore, senza cercare se l'ordine ricevuto fosse giusto o no, perché convinto che qualsiasi comando era conforme alle disposizioni del Signore. In tal modo, riusciva agevole e dolce eseguire qualunque precetto. Stavano attenti a non cadere vittime di desideri sregolati. Erano giudici implacabili di se stessi, e preoccupati di non nuocersi l'un l'altro in nessuna maniera.

MEDITAZIONE
Alcuni pericoli minacciano la comunità dei discepoli: la pretesa da parte di alcuni di dominare gli altri all'interno del gruppo, e la pretesa della comunità di possedere l'esclusiva del servizio del Signore. Gesù denuncia questi due atteggiamenti come contrari al suo spirito. Le condizioni di una vera fraternità sono due: l'umiltà e la tolleranza.. La prima condizione è l'umiltà: non discutere per sapere chi è il più grande. Abbiamo torto quando ci paragoniamo gli uni agli altri e desideriamo innalzarci sopra gli altri: la vera grandezza sta nel servire. Servire, essere ignorato, essere disprezzato è grandezza maggiore che essere servito, onorato al di sopra degli altri.
Ancora, il Signore ci insegna la strada dicendoci di accogliere i piccoli. Non solo di farci piccoli, ma di metterci al servizio dei piccoli. Egli stesso ci ha dato l'esempio nell'Ultima cena: si è messo ai nostri piedi, ci ha lavato i piedi come uno schiavo. E si è umiliato fino alla morte, alla morte di croce.
Se la nostra idea di grandezza ha come modello questa immagine del Signore, la nostra fraternità è autentica e il Signore è presente in mezzo a noi nella sua umiltà e grandezza.
Il secondo passaggio del Vangelo ci indica un'altra caratteristica della vera fraternità: la tolleranza.
Domandiamo al Signore questa apertura di cuore, perché in ogni comunità cristiana l'umiltà, il servizio reciproco e la vicendevole tolleranza costruiscano una vera fraternità. Imitiamo Francesco e i suoi frati .Infatti ""Quelli che, per l'incarico che ricoprivano o per qualità personali, avevano nella fraternità un ruolo preminente, si facevano più umili e
piccoli di tutti. E ognuno era disposto alla obbedienza più generosa....."" FF1448.
PREGHIERA
O Dio, nostro Padre,
che apri le porte del tuo regno agli umili e ai piccoli,
fa’ che seguiamo con serena fiducia
la via tracciata da santa Teresa di Gesù Bambino,
perché anche a noi si riveli la gloria del tuo volto.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 30 SETTEMBRE 2018

· 
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 273
DOMENICA 30 SETTEMBRE 2018
MARCO 9,38-43.45.47-48
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Parola del Signor
Leggenda Minore di San Bonaventura: FF 1351
1351 L'umiltà, custode e ornamento di tutte le virtù, si era giuridicamente impadronita dell'uomo di Dio. Difatti, benché egli risplendesse per il privilegio di molte virtù, sembrava tuttavia che l'umiltà avesse conseguito un dominio particolare su di lui: minore di tutti i minori.
E certo secondo il criterio con cui lui stesso si giudicava, dichiarandosi il più grande peccatore, egli era proprio e soltanto un piccolo e sudicio vaso di creta: in realtà, invece, era un vaso eletto di santità, fulgido e adorno di molteplici virtù e di grazia, consacrato dalla purezza.
Si studiava di essere spregevole agli occhi propri ed altrui; di ripulire, confessandoli in pubblico, le macchie in lui nascoste e di celare nel segreto del cuore i doni del Datore supremo: non voleva in alcun modo che venisse rivelato, per averne gloria, quanto poteva essere occasione di rovina .
Piuttosto, per compiere ogni giustizia nella realizzazione dell'umiltà perfetta, si impegnò a rimanere soggetto non solo ai superiori, ma anche agli inferiori, a tal punto che aveva l'abitudine di promettere obbedienza anche al compagno di viaggio, fosse stato anche il più semplice. In questo modo egli non comandava autoritariamente, alla maniera di un prelato; ma, alla maniera di un ministro e di un servo, obbediva per umiltà anche ai sudditi.

MEDITAZIONE
Non siamo noi cristiani i padroni della salvezza, donataci da Cristo. 
La consapevolezza della gratuità del dono di Cristo ci obbliga a valorizzare tutto ciò che, nel mondo, fa presagire e manifesta la sua presenza redentrice, perché Cristo, unico ad avere una risposta esauriente all’inquietudine presente nel cuore dell’uomo, può inviare lo Spirito Santo a illuminare il cuore di ogni persona. L’uomo, se non riesce a inchinarsi a Dio, adora il suo ‘io’, diventando schiavo della sua reputazione, del riconoscimento umano, delle sue capacità, della sua carriera, della vanità, della sua arroganza. Il denaro diventa l’unica preoccupazione e valore. In questo modo adora Satana nelle sue varie manifestazioni. La preghiera è il cordone ombelicale del rapporto dell’uomo con Dio e la sua vera vita. Con grande umiltà invochiamo lo Spirito Santo, chiediamo aiuto , perchè la nostra vita spirituale è in grave pericolo: Satana vuole privare ogni uomo della dignità di figlio di Dio».

PREGHIERA
O Dio, che riveli la tua onnipotenza
soprattutto con la misericordia e il perdono,
continua a effondere su di noi la tua grazia,
perché, camminando verso i beni da te promessi,
diventiamo partecipi della felicità eterna.
Per Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 29 SETTEMBRE 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 272
SABATO 29 SETTEMBRE 2018
SS.ARC.MICHELE,GABRIELE E RAFFAELE-festa-
GIOVANNI 1,47-51
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
+DAL TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO XI
CARCERATI E PRIGIONIERI
910 88. In Romania accadde che un greco, servo di un certo signore, venisse falsamente accusato di furto. Il principe della regione ordinò che fosse rinchiuso in un angusto carcere e pesantemente incatenato, ed infine con sentenza definitiva che gli fosse tagliato un piede. La moglie implorò con insistenza il principe perché l'innocente fosse liberato; ma l'ostinata durezza di quell'uomo non si arrese alle implorazioni. Allora la donna ricorse supplichevole a san Francesco, raccomandando alla sua compassione con un voto quell'innocente. Si presentò il patrono degli infelici senza indugio e nell'istante in cui egli prese per mano il prigioniero, ne sciolse le catene, aprì il carcere, condusse fuori l'innocente mormorandogli: « Io sono colui, al quale la tua donna ti ha devotamente raccomandato ». Il prigioniero era preso da gran terrore, e girava attorno per scendere dal precipizio dell'altissima rupe, ma all'improvviso, senza saper come, si trovò in basso; appena ritornato, riferì alla moglie la verità del prodigio. Allora essa fece fare, secondo il voto, un'immagine di cera, che appese vicino all'immagine del Santo, perché fosse vista da tutti. Ma il marito ingrato si irritò per questo e percosse la moglie. Allora fu egli stesso colpito e si ammalò gravemente fino a quando, confessata la sua colpa, cominciò ad onorare con devozione il Santo di Dio, Francesco.

MEDITAZIONE
Gli Angeli di Dio sono al servizio del Figlio dell'uomo, cioè di Gesù di Nazaret; la nostra adorazione non è rivolta agli Angeli, ma a Dio e al Figlio di Dio. Gli Angeli sono servitori di Dio che egli, nella sua immensa bontà, mette al nostro servizio e che ci aiutano ad avere un senso più profondo della sua santità e maestà e contemporaneamente un senso di grande fiducia, perché questi esseri terribili sono al nostro servizio, sono nostri amici. Nelle Fonti Francescane si parla spesso di Angeli e Arcangeli: la loro esistenza non viene mai messa in dubbio, ma si accoglie senza contestazione o perplessità, quanto la Rivelazione e la Tradizione affermano di essi. San Francesco curava “con il più grande affetto gli Angeli, che sono con noi sul campo di battaglia e con noi camminano in mezzo all’ombra di morte”, come “compagni che ci seguono ovunque” (2 Cel 197:785). Ad essi egli “era unito da un inscindibile vincolo d’amore”, ed in loro onore “digiunava quaranta giorni continui”, dall’Assunzione in poi, mantenendosi in incessante preghiera (LegM 9,3:1166). Simile venerazione inculcava negli altri, sollecitando ad invocarli “come custodi”(2 Cel 197:785).
Domandiamo al Signore che ci faccia comprendere davvero la sua santità e maestà infinite, perché ci prostriamo con sempre maggiore reverenza alla sua presenza, davanti ai suoi Angeli.

PREGHIERA
O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini
a cooperare al tuo disegno di salvezza,
concedi a noi pellegrini sulla terra
la protezione degli spiriti beati,
che in cielo stanno davanti a te per servirti
e contemplano la gloria del tuo volto.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

venerdì 28 settembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 27 SETTEMBRE 2018

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SAN FRANCESCO E IL VANGELO 270
GIOVEDI' 27 SETTEMBRE 2018
SAN VINCENZO DE PAOLI
LUCA 9,7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore

+DAL TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO X
NAUFRAGHI SALVATI
909
87. Un abitante di Pisa della parrocchia dei santi Cosma e Damiano, confermō con sua dichiarazione che, mentre era con molti in una nave in mare, la nave spinta da una violenta tempesta, si avvicinava ad infrangersi contro un monte. I marinai allora costruirono una zattera con gli alberi e le tavole e vi salirono con gli altri che erano sull'imbarcazione, come su di un rifugio. Ma detto uomo di Pisa, poiché non era fermo saldamente alla zattera, fu colpito in pieno da una violenta ondata e scagliato in mare. Poiché non sapeva nuotare, né gli altri potevano aiutarlo, calō disgraziatamente in fondo al mare. Non essendo in grado di parlare, si raccomandava con gran fede a san Francesco, d'un tratto fu sollevato come da una mano e ricondotto sulla zattera, in tal modo riuscì insieme agli altri a salvarsi. La nave poi, scagliata contro il promontorio, andō completamente distrutta.

MEDITAZIONE
La vita non dà vere soddisfazioni. Quelli che antepongono i loro interessi a quelli di Dio non gustano nè successo né gioia, perché manca loro la cosa più importante, che sarebbe cercare veramente il servizio e la gloria del Signore. Perfino nelle privazioni allora c'è gioia piena, perché c'è quello che più conta. Chi invece cerca solo il proprio interesse giunge a una specie di disgusto, di insoddisfazione profonda di tutto, perché vien meno alla vera vocazione dell'uomo, che è la generosità, la fedeltà al Signore.
Chiediamo a lui di darci la premura di servirlo, di non cercare i nostri ma i suoi interessi prima di tutto, di aumentare la nostra vigilanza perché facciamo davvero le cose importanti, per avere la consolazione di sentirci dire: "Ecco, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria". A Francesco il Crocifisso disse: «Francesco, va’ ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina» (2 Cel. 3).
Seguirono giorni di travaglio: la rottura definitiva con Pietro di Bernardone suo padre e la rinuncia totale ai beni terreni davanti al vescovo di Assisi.
Ora si sentì libero, immensamente libero di seguire Dio con tutto l’entusiasmo del suo cuore e con gioia traboccante.. E noi, come seguiamo Gesù ?
Gesù voleva che la comunità locale fosse di nuovo un'espressione dell'Alleanza del Regno, dell'amore di Dio Padre, che ci rende tutti fratelli e sorelle. Ospitalità, condivisione, comunione ed accoglienza degli esclusi: se si risponde a queste quattro esigenze, allora è possibile gridare ai quattro venti: "Il Regno è venuto!" . San Vincenzo de' Paoli, sacerdote, parroco si dedicò dapprima all’evangelizzazione delle popolazioni rurali, fu cappellano delle galere e apostolo della carità in mezzo ai poveri, i malati e i sofferenti. Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi – 1625) e insieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633)

PREGHIERA
O Dio, che per il servizio dei poveri
e la formazione dei tuoi ministri
hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli
lo spirito degli Apostoli,
fa’ che, animati dallo stesso fervore,
amiamo ciò che egli ha amato
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

mercoledì 26 settembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 26 SETTEMBRE 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 269
MERCOLEDI' 26 SETTEMBRE 2018
S.ELZEARIO DA SABRANO E B.DELFINA
LUCA 9,1-6
Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
Parola del Signore
+DAL TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO X
NAUFRAGHI SALVATI
908
86. Un frate di nome Bonaventura navigava su di un lago con altri due uomini, quando la barca si spezzò su un fianco e poiché lasciava entrare l'acqua, affondava. Dal fondo del lago invocarono san Francesco, e la barca, benché piena d'acqua, arrivò coi naviganti al porto. Così anche un frate di Ascoli, caduto in un fiume, venne salvato per i meriti di san Francesco.
MEDITAZIONE
Il Regno di Dio che Gesù ci ha rivelato non è una dottrina, né un catechismo, né una legge. Il Regno di Dio avviene e si rende presente quando le persone, motivate dalla loro fede in Gesù, decidono di convivere in comunità per rendere testimonianza e rivelare, in questo modo, a tutti, che Dio è Padre e Madre e che noi gli esseri umani siamo fratelli e sorelle. Gesù voleva che la comunità locale fosse di nuovo un'espressione dell'Alleanza del Regno, dell'amore di Dio Padre, che ci rende tutti fratelli e sorelle. Ospitalità, condivisione, comunione ed accoglienza degli esclusi: se si risponde a queste quattro esigenze, allora è possibile gridare ai quattro venti: "Il Regno è venuto!" .

PREGHIERA
O Dio, che per il servizio dei poveri
e la formazione dei tuoi ministri
hai donato al tuo sacerdote san Vincenzo de’ Paoli
lo spirito degli Apostoli,
fa’ che, animati dallo stesso fervore,
amiamo ciò che egli ha amato
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

martedì 25 settembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 25 SETTEMBRE 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 268
MARTEDI' 25 SETTEMBRE 2018
S.CLEOFA
LUCA 8,19-21
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Parola del Signore

+DAL TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO X
NAUFRAGHI SALVATI
907
85. Alcuni marinai di Ancona, sbattuti da una forte tempesta, consideravano ormai inevitabile il naufragio. Disperavano ormai di salvarsi e invocavano supplichevoli san Francesco; apparve allora sul mare uno splendore e con esso la calma, dono divino. Offrirono allora in voto un pallio di grande pregio e ringraziarono infinitamente il loro salvatore.
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MEDITAZIONE
Tutte le nostre azioni devono tendere a questo scopo: formare il tempio di Dio, la famiglia di Dio, il corpo di Cristo. Per giungere a questa meta il mezzo essenziale è ascoltare la parola di Dio, accogliere la parola di Dio che ci trasforma, facendo di noi pietre vive che possono entrare nella costruzione della casa di Dio. La parola di Dio è potenza di Dio ed è capace di assimilarci al suo progetto perché davvero possiamo "santificare il suo nome" essendo famiglia del Signore, corpo di Cristo. Questa è la via seguita da san Francesco, questa è la via che lo ha reso specchio santissimo della santità del Signore e immagine della sua perfezione.
Nella "Lettera ai fedeli" leggiamo: ""Io frate Francesco, il più piccolo servo vostro, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio (Cfr. 1Gv 4,16), e col desiderio di baciarvi i piedi, che queste parole e le altre del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore le dobbiate accogliere e attuare e osservare. 87bis E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere spesso, e le imparino a memoria, mettendole in pratica santamente sino alla fine, perché sono spirito e vita (Gv 6,63). E coloro che non faranno ciò, ne renderanno ragione nel giorno del giudizio davanti al tribunale di Cristo. 88 E tutti quelli e quelle che con benevolenza le accoglieranno e le comprenderanno e ne invieranno copie ad altri, se in esse persevereranno fino alla fine (Mt 24,13), li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen."" 
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PREGHIERA
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo
hai posto il fondamento di tutta la legge,
fa’ che osservando i tuoi comandamenti
meritiamo di entrare nella vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
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ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

lunedì 24 settembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 24 SETTEMBRE 2018

 

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 267
LUNEDI' 24 SETTEMBRE 2018
S.PACIFICO D.DA SAN SEVERINO
LUCA 8,16-18
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Parola del Signore
++DAL TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO X
NAUFRAGHI SALVATI
906
84. Due uomini e due donne, con un bambino, navigavano sul lago di Rieti; poiché all'improvviso la barca si capovolse e si riempì d'acqua, la morte dei naviganti sembrava prossima. Mentre tutti urlavano di spavento, senza alcuna speranza di salvarsi, una delle donne gridò con grande fiducia: " San Francesco, tu che da vivo mi hai concesso il dono dell'amicizia, porta ora dal cielo aiuto a chi sta per soccombere". Si presentò all'improvviso il Santo invocato, e condusse con tutta sicurezza al porto la barca ricolma di acqua. I naviganti avevano portato con sé una spada, che stava prodigiosamente a galla e seguiva tra le onde la barca.
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MEDITAZIONE
Quando la parola di Dio si adempie, l'adempimento sorpassa sempre ciò che al primo momento si era capito: l'offerta delle genti è in realtà l'offerta di se stessi, come pietre per la costruzione del nuovo tempio. Noi, che non eravamo popolo di Dio, siamo stati accettati per formare il tempio di Dio, insieme con gli Apostoli e i profeti (cfr. i Pt 2,5.10).
Riconosciamo in questa nostra storia presente, il privilegio che abbiamo di partecipare alla costruzione del tempio di Dio non solo con offerte materiali, ma con l'offerta della nostra persona e della nostra vita, unita all'offerta del Signore Gesù come ha fatto san Francesco. Lui, nella "Lettera a tutti i chierici" scrisse ""....e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso.Ugualmente, ovunque siano trovati i nomi e le parole scritte del Signore in luoghi sconvenienti, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso. Queste cose sono tenuti ad osservarle fino alla fine, più di qualsiasi altra cosa, tutti i chierici. E quelli che non faranno questo, sappiano che dovranno rendere "ragione" davanti al Signore nostro Gesù Cristo "nel giorno del giudizio".
E coloro che faranno ricopiare questo scritto, perché esso sia meglio osservato, sappiano che saranno benedetti dal Signore Iddio."" F209.
La luce che Francesco aveva gratuitamente ricevuto non la teneva per sè, ma la faceva risplendere nelle sue azioni, parole, sentimenti......, cosa che dovremmo fare anche noi. La luce che siamo chiamati a trasmettere non proviene da noi, ma da chi è la Luce vera: noi siamo chiamati solo a collaborare perchè anche la vita di altri possa essere illuminata.
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PREGHIERA
O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo
hai posto il fondamento di tutta la legge,
fa’ che osservando i tuoi comandamenti
meritiamo di entrare nella vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
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ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

domenica 23 settembre 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 23 SETTEMBRE 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 266
DOMENICA 23 SETTEMBRE 2018
MARCO 9,30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Parola del Signore
+Leggenda Minore di San Bonaventura : FF 1344
1344 Una volta, com'era suo costume, egli era intento a vegliare in preghiera, fisicamente lontano dai figli.
Verso la mezzanotte, mentre alcuni dei frati dormivano, alcuni pregavano, un carro di fuoco di mirabile splendore, sopra il quale era posto anche un globo di fuoco luminosissimo, in forma di sole, entrò dalla porticina della dimora dei frati e per tre volte si volse in qua e in là per I 'abitazione.
A quella vista meravigliosa e preclara, rimasero stupefatti quelli che vegliavano; furono, insieme destati e atterriti quelli che dormivano: e avvertirono con pari intensità la chiarezza del cuore e quella del corpo, giacché, per virtù di quella luce mirabile, la coscienza di ciascuno fu nuda davanti alla coscienza di tutti gli altri.
Compresero tutti concordemente, mentre tutti leggevano nel cuore di ciascuno, che il Signore aveva fatto vedere loro il santo padre Francesco trasfigurato in quella immagine, per significare che egli era venuto nello spirito e nella potenza di Elia ed era stato eletto principe della milizia spirituale, cocchio di Israele e suo auriga.
E, appunto, il Santo, ritornato tra i frati, incominciò a fortificarli spiritualmente, sulla base della visione mostrata loro dal cielo, cominciò a scrutare minutamente i segreti delle loro coscienze e a predire, inoltre, il futuro e a risplendere con tali miracoli da mostrare chiaramente e palesemente come il duplice spirito di Elia si era posato su di lui con la sua pienezza, così che incamminarsi dietro la sua dottrina e la sua vita era per tutti la cosa più sicura.
MEDITAZIONE
La vita di chi vuol servire il Signore deve svolgersi nella rettitudine, unificata dall'amore di Dio; deve svolgersi non nella paura, ma nel timore del Signore, cioè in un profondo rispetto, tutto permeato di amore. Così possiamo essere certi di quanto dice il Siracide: "Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici, la felicità eterna e la misericordia".
Il Vangelo ci dà una luce ancora più chiara: la prova è una partecipazione al mistero di morte e di risurrezione di Gesù. ~ Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni risusciterà". Camminiamo nella vita senza illusioni: le prove, le tribolazioni ci saranno sempre, ma sono già illuminate dalla luce della risurrezione, sono rese feconde per noi e per tutto il mondo da questa meravigliosa luce. Molti di noi non hanno ancora imparato la semplicità e la povertà del Vangelo, ma cerchiamo di lasciarci plasmare dallo Spirito di Dio e guidare da san Francesco perché, “incamminarsi dietro la sua dottrina e la sua vita è per tutti la cosa più sicura”

PREGHIERA
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
tu vuoi che gli ultimi siano i primi
e fai di un fanciullo la misura del tuo regno;
donaci la sapienza che viene dall’alto,
perché accogliamo la parola del tuo Figlio
e comprendiamo che davanti a te
il più grande è colui che serve.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

Ed ora ricordiamo
Il Beato transito di Padre Pio
Il 22 settembre 1968, all’età di 81 anni, al termine della celebrazione della Santa Messa per la ricorrenza del cinquantenario del doloroso dono delle stimmate, Padre Pio veniva colto da malore e durante la notte, alle ore 2.30 del 23 settembre, cessò di vivere con la corona del Rosario tra le mani e ripetendo “Gesù e Maria”. Dal quel giorno sono trascorsi 47 anni e richiamare alla mente di noi tutti il momento in cui questo grande santo dei nostri giorni lasciò la vita terrena per far il suo ingresso nella Gerusalemme Celeste, accolto da Gesù e dalla Vergine Maria ai quali si rivolse fino all’ultimo respiro della sua vita, è un motivo di gioia e di nostalgia, specialmente per quanti hanno avuto la possibilità di incontrare padre Pio quando era in vita. 
Rileggiamo il racconto che di quel transito ne fa un testimone oculare, il dott. Giuseppe Gusso, Direttore Sanitario di Casa Sollievo della Sofferenza dal 1956 al 1994.
“Per la verità la giornata trascorse normalmente…tranne per la preoccupazione che noi medici avevamo per le condizioni di salute di Padre Pio che già da diversi giorni non stava bene. Le sue condizioni da qualche tempo erano deperite e soffriva in particolare modo di una sua vecchia malattia che riguardava proprio i bronchi, crisi di asma a cui andava soggetto. Quindi la giornata si presentava come una giornata ordinaria…quanto è successo dopo è stato per noi una cosa inaspettata e anche estremamente grave. Erano le ore 22.05 del giorno 22 settembre quando fui chiamato a telefono nel cuore della notte da una voce amica che riconobbi subito. Si trattava del dott. Sala, medico personale del Padre, che mi disse: Gusso vieni subito perché il Padre sta male, molto male. La cosa mi preoccupò molto. Non solo perché avevamo già constatato che le condizioni del Padre in quei ultimi giorni non erano buone ma perché mi impressionò il tono della voce del dott. Sala che mi disse più volte vieni subito.. In genere quando mi chiamava si limitava a dirmi: Il Padre sta male… Questa volta mi disse: Il Padre sta male, molto male… Subito mi precipitai al convento e salii immediatamente nella celletta del Padre. Entrato nella cella vidi il Padre seduto sulla sua poltrona, la stessa che egli usava regolarmente quando voleva riposarsi. Fui colpito immediatamente dal pallore del viso e dal respiro superficiale. Mi resi immediatamente conto che le condizioni del Padre erano gravi. Mi fermai, per qualche istante, a parlare con il dott. Sala per ricevere ulteriori notizie… ma le condizioni del Padre già si manifestavano gravi… Il pallore del viso, la superficialità del respiro, il fatto che il Padre non apriva gli occhi…era come se fosse abbandonato sopra la sua seggiola… Una cosa mi colpì…Nella mano destra aveva la corona del Rosario che portava sempre e continuava a ripetere: Gesù e Maria. 
Resomi conto della situazione, corsi in clinica per prendere un dispositivo per la respirazione assistita, tenendo conto appunto della difficoltà del respiro del Padre. Il tempo di prendere questo dispositivo e ritornai in convento. Salii di corsa nella cella di Padre Pio e cercammo di ossigenare meglio il respiro del Padre. Il tutto durò pochi minuti, perché si vedeva che il respiro si faceva sempre più pesante, diventava sempre più raro, il polso si faceva più piccolo e anche le labbra iniziavano ad avere un colorito cianotico. Il nostro intervento sembrava non dare risultati. In effetti, sempre seduto sulla poltrona, il Padre lentamente, ma progressivamente continuava ad avere un respiro più rallentato. Nel giro di pochi minuti venne meno. Si chiuse la sua giornata con la corona del Santo Rosario tra le mani e con il ripetere sempre più lentamente: Gesù e Maria. Con noi medici era presente il Padre Guardiano, alcuni suoi confratelli, padre Pellegrino che da tempo si prendeva cura di Padre Pio e anche alcuni suoi figli spirituali. Tutti si ritrovarono in ginocchio in profonda preghiera. Poi, noi medici, sollevammo il Padre e lo depositammo sul letto che era lì accanto. Rivivere ogni anno la celebrazione del Beato Transito del Padre rappresenta per me una giornata di grande dispiacere. Il tutto mi riporta continuamente al Padre e mi fa ripensare ai suoi insegnamenti indirizzati ai figli spirituali e alla sua Opera. E’ un flusso di ricordi nella memoria e nel cuore”.
Preghiera a San Pio
( di Mons. Angelo Comastri)
Padre Pio, tu sei vissuto nel secolo dell'orgoglio
e sei stato umile.
Padre Pio tu sei passato tra noi nell'epoca delle ricchezze
sognate, giocate e adorate:
e sei rimasto povero.
Padre Pio, accanto a te nessuno sentiva la voce:
e tu parlavi con Dio;
vicino a te nessuno vedeva la luce:
e tu vedevi Dio.
Padre Pio, mentre noi correvamo affannati,
tu restavi in ginocchio e vedevi l'Amore di Dio inchiodato ad un legno,
ferito nelle mani, nei piedi e nel cuore:
per sempre!
Padre Pio, aiutaci a piangere davanti alla croce,
aiutaci a credere davanti all'Amore,
aiutaci a sentire la Messa come pianto di Dio,
aiutaci a cercare il perdono come abbraccio di pace,
aiutaci ad essere cristiani con le ferite
che versano sangue di carità fedele e silenziosa:
come le ferite di Dio!
Amen.