SAN FRANCESCO E IL VANGELO 174
SABATO 23 GIUGNO 2018
S.GIUSEPPE CAFASSO
S.GIUSEPPE CAFASSO
MATTEO 6,24-34
Non preoccupatevi del domani.
Non preoccupatevi del domani.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Parola del Signore
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1630
PERCHÉ FRANCESCO NON INTERVIENE
1630 76. Gli rispose Francesco: « Il Signore ti perdoni, fratello, questo tuo volermi essere oppositore e avversario, e di coinvolgermi in questioni che non mi riguardano più». Proseguì: « Fin tanto che ebbi la responsabilità dei frati e i frati rimasero fedeli alla loro vocazione e professione, per quanto io abbia sempre avuto scarsa salute sin dalla mia
conversione a Cristo, riuscivo senza fatica a soddisfarli con l'esempio e le esortazioni. Ma quando mi accorsi che il Signore moltiplicava ogni giorno il numero dei frati, e che essi per tiepidezza e languore di spirito cominciavano a deviare dalla strada dritta e sicura che finallora avevano seguito, e a incamminarsi per la via comoda, come hai detto tu, non badando al loro ideale, all'impegno preso, al buon esempio; quando dunque mi resi conto che non lasciavano il cammino sbagliato malgrado le mie esortazioni ed esempi, rimisi l'Ordine nelle mani del Signore e dei frati ministri.
Rinunziai al mio incarico e diedi le dimissioni, adducendo davanti al Capitolo generale il motivo della mia malattia che mi impediva di seguire la fraternità in maniera adeguata. Tuttavia anche ora, se i frati avessero camminato e camminassero secondo la mia volontà, non vorrei, per loro conforto, che avessero altro ministro che me, sino alla mia morte. Infatti, quando il suddito è fedele e fervoroso nel conoscere ed eseguire la volontà del suo prelato, questi è in grado di soddisfare all'incarico con poca fatica. Di più, proverei molta gioia nel vedere i fratelli così ferventi, e sarei tanto consolato nel mirare il mio e loro frutto spirituale che, sia pur giacendo a letto infermo, non mi sarebbe arduo guidarli ».
E soggiunse: « Il mio incarico di governo dei frati è di natura spirituale, perché devo avere dominio sui vizi e correggerli. Ma se non riesco a farlo con le esortazioni e l'esempio, non posso certo trasformarmi in carnefice per battere e scudisciare i colpevoli, come fanno i governanti di questo mondo. Quelli che sgarrano ho fiducia nel Signore che saranno puniti dai nemici invisibili, che sono i suoi " castaldi " incaricati di castigare in questo secolo e nel futuro i trasgressori dei comandi di Dio. Essi saranno puniti dagli uomini di questo mondo, a loro vituperio e vergogna, così che tornino a vivere l'ideale che hanno abbracciato. Comunque, fino al giorno della mia morte, con l'esempio, non smetterò d'insegnare ai fratelli che camminino per la via indicatami dal Signore e che ho mostrato loro, I'ideale a cui li ho formati, in modo che siano inescusabili dinanzi al Signore, e che non mi tocchi rendere conto al Signore di loro e di me ».
MEDITAZIONE
Se riponiamo la nostra fiducia nelle realtà materiali di cui il denaro è il simbolo, esso diventerà il nostro dio e noi saremo suoi schiavi. Se invece sapremo confidare nel Padre, e adeguarci in tutto alla sua volontà, allora saremo veri figli di Dio.....e il necessario non ci mancherà mai. Cristo ci chiede di scegliere tra Dio e il denaro. FRANCESCO, vero seguace di Gesù, diventato un autentico dispregiatore della ricchezza, “bramava, infatti, possedere la sapienza che è migliore dell'oro e ottenere la prudenza che è più preziosa dell'argento”. FF335
PREGHIERA
O Dio, fortezza di chi spera in te,
ascolta benigno le nostre invocazioni,
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo
senza il tuo aiuto,
soccorrici con la tua grazia,
perché fedeli ai tuoi comandamenti
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
O Dio, fortezza di chi spera in te,
ascolta benigno le nostre invocazioni,
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo
senza il tuo aiuto,
soccorrici con la tua grazia,
perché fedeli ai tuoi comandamenti
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

Nessun commento:
Posta un commento