martedì 31 luglio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 31 Luglio 2018



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 212
MARTEDI' 31 LUGLIO 2018
S.IGNAZIO DI LOYOLA-memoria-
MATTEO 13,36-43
Come si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 
Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore
+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO IV
IL POTERE CHE EBBE SULLE CREATURE SENSIBILI
846 23. Mentre un giorno il beato Francesco attraversava, su di una piccola barca, il lago di Rieti diretto verso l'eremo di Greccio, un pescatore gli offrì un uccello fluviale, con cui rallegrarsi davanti al Signore. Il beato padre lo prese con gioia e lo invitò con dolcezza a volare via liberamente. Esso non voleva andarsene e si rannicchiava come in un nido nelle sue mani, il Santo allora, alzati gli occhi al cielo, rimase a lungo in preghiera. Dopo una lunga pausa, come ritornato in sé da un'estasi, comandò dolcemente all'uccello di ritornare senza timore alla libertà di prima. Ricevuto dunque il permesso con la sua benedizione, lietamente, con un battito d'ali l'uccello volò via liberamente.
MEDITAZIONE 
La compresenza nel campo del seme buono, che produce frutto buono, e del seme cattivo, che produce zizzania, è anche il segno della compresenza nel nostro animo del desiderio buono della vita di Dio, mescolato ai desideri terreni. Noi non riusciamo, né in fondo vogliamo distaccarci dai desideri terreni, dalle cose e dalle persone di qui; ma anche vorremmo essere presso Dio, e vederlo, essere sempre con Lui nel suo riposo e nella sua gioia, nella comunione con Lui e i suoi santi. E Dio ci ha lasciato la Sua parola, come compagna di vita su questa terra, perché sappiamo cosa è gradito a Lui, e che Lui conosce i nostri cuori e discerne ogni bene – piccolo o grande – presente in esso, anche se assediato dalla zizzania.
Alfonso (Napoli 1696 – Nocera de’ Pagani, Salerno, 1 agosto 1787), già avvocato del foro di Napoli, lasciò la toga per la vita ecclesiastica. Apostolo del culto all’Eucaristia e alla Vergine, guidò i fedeli alla meditazione dei novissimi, alla preghiera e alla vita sacramentale. L'intento era quello di imitare Cristo, cominciando dai Redentoristi da lui fondati, i quali andavano via via operando per la redenzione di tante anime con missioni, esercizi spirituali e varie forme di apostolato straordinario. L'imitazione di Cristo era anche il sommo desiderio di Francesco..." ... la sua affettuosa bontà si espandeva verso coloro che natura e grazia rendevano suoi consorti . Non c'è da meravigliarsi: come la pietà del cuore lo aveva reso fratello di tutte le altre creature, così la carità di Cristo lo rendeva ancor più intensamente fratello di coloro che portano in sé l'immagine del Creatore e sono stati redenti dal sangue del Redentore."" FF1168.

PREGHIERA
O Dio, che a gloria del tuo nome
hai suscitato nella Chiesa
sant’Ignazio di Loyola, concedi anche a noi,
con il suo aiuto e il suo esempio,
di combattere la buona battaglia del Vangelo,
per ricevere in cielo la corona dei santi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

domenica 29 luglio 2018

SAN FRANCESCO IL VANGELO 30 LUGLIO 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 211
LUNEDI' 30 LUGLIO 2018
S.PIETRO CRISOLOGO
MATTEO 13,31-35
Il granello di senape diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Parola del Signore
+Leggenda Maggiore di San Bonaventura 5,1: FF 1288
1288 1. Una volta, in Romania, un uomo nativo del luogo, che era al servizio di un signore, venne accusato falsamente di furto. Il governatore ordinò di rinchiuderlo in una angusta prigione, con pesanti catene. Ma la padrona di casa, avendo compassione del servo, che riteneva assolutamente innocente della colpa imputatagli, continuava a pregare e a supplicare il marito, perché lo liberasse. Visto che il marito rifiutava ostinatamente di ascoltarla, la padrona ricorse umilmente a san Francesco e raccomandò alla sua pietà l'innocente, facendo un voto. Subito il soccorritore dei miseri intervenne e, nella sua bontà, visitò l'uomo in carcere. Sciolse le catene, infranse le porte della prigione, prese per mano l'innocente, lo condusse fuori e gli disse: “ Io sono colui, al quale la tua patrona devotamente ti ha affidato ”. Il prigioniero era invaso dal terrore, anche perché doveva scendere da quell'altissima rupe, circondata da una voragine. Ma, mentre cercava di aggirarla, improvvisamente per la potenza del suo liberatore si ritrovò sul piano. Ritornò dalla sua padrona, alla quale raccontò fedelmente la storia del miracolo, infiammandola ancor di più nell'amore di Cristo e nella devozione per il suo servo Francesco.

MEDITAZIONE Le due parabole che Gesù ci fa ascoltare oggi hanno un tratto in comune: entrambe mettono in evidenza la potenza della vita divina in noi. L’averci Dio creati, nell’intimo del nostro essere, a sua somiglianza fa sì che siamo sprofondati e celati in lui, con Cristo. Realtà misteriosa la cui fecondità dipende dalla nostra risposta. Come la terra ha una parte nella crescita del seme, come la pasta si forma grazie all’azione del lievito, così noi dobbiamo offrire alla segreta presenza del regno in noi la cooperazione della nostra fede, della nostra speranza e della nostra carità. Allora la vita della grazia si sviluppa con una straordinaria potenza. La potenza dispiegata in questa crescita testimonia l’azione di Dio nei suoi doni. È lui che opera, e la sua azione tanto più si manifesta quanto più glielo consente la nostra generosità. L’albero alto su cui vanno a fare il nido tutti gli uccelli è simbolo dell’apostolato del cristiano, ma anche, in modo più nascosto, nella comunione dei santi, dell’inestinguibile e misteriosa fecondità che Dio accorda ai suoi figli. Questi frutti non sono necessariamente noti agli uomini, nemmeno a colui cui sono stati concessi. Il Signore invece ci conosce, vede la nostra fede, il nostro desiderio di diventare santi, la nostra incapacità di riuscirci se non donandoci al fuoco inebriante del suo amore. Viviamo il Vangelo, come Francesco. Cresciamo nell'azione operosa, prendiamo consapevolezza di quanto preziosa è la nostra fede, e agiamo quotidianamente per realizzare la crescita del seme di Dio nelle nostre Fraternità.
PREGHIERA
O Dio, nostra forza e nostra speranza,
senza di te nulla esiste di valido e di santo;
effondi su di noi la tua misericordia
perché, da te sorretti e guidati,
usiamo saggiamente dei beni terreni
nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 29 LUGLIO 2018

 
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 210
DOMENICA 29 LUGLIO 2018
GIOVANNI 6,1-15
Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Parola del Signore
+Leggenda Maggiore di San Bonaventura 4,5: FF 1287
1287 5. Alcuni marinai di Ancona, sbattuti da una furiosa tempesta, si vedevano ormai in pericolo di affondare. Così, disperando della vita, supplicarono umilmente san Francesco: allora apparve sulla nave una luce grande e, con la luce, venne per bontà divina anche la bonaccia, quasi a indicare che l'uomo beato possiede la meravigliosa potenza di comandare ai venti e al mare. Non credo affatto che sia possibile raccontare ad uno ad uno tutti i miracoli con i quali questo beato padre ha mostrato e continua a mostrare la sua fulgida gloria sul mare o tutti i casi disperati in cui, sul mare, è intervenuto col suo soccorso. Del resto non deve far meraviglia se, ora che regna nei cieli, gli è stato conferito l'impero sulle acque. Difatti già quando viveva nella nostra condizione umana, tutte le creature terrestri gli erano mirabilmente sottomesse, come al tempo dell'innocenza originaria.

MEDITAZIONE
Vogliono farlo re. La gente interpreta il gesto di Gesù dicendo: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!" L'intuizione della gente è giusta. Gesù di fatto è il nuovo Mosè, il Messia, colui che la gente stava aspettando (Dt 18,15-19). Ma questa intuizione era stata deviata dall'ideologia dell'epoca che voleva un grande re che fosse forte e dominatore. Per questo, vedendo il segno, la gente proclama Gesù Messia e chiede di farlo re! Gesù nel percepire ciò che poteva avvenire, si ritira da solo sulla montagna. Non accetta questo modo di essere messia ed aspetta il momento opportuno per aiutare la gente a fare un passo. Gesù non vuole far derivare la sua influenza da un miracolo….però rifiuta la fame: quella dell’alienazione fisica, politica, quella della perdita della dignità umana. Ed è per questo che egli non rimanda gli uomini nel loro mondo di miseria, ma invita i discepoli a mettere a loro disposizione i propri viveri. È l’obbedienza dei discepoli che apre la via all’azione di Dio. Gesù non vuole agire senza i Dodici. Ma, per finire, è Gesù stesso che effettua la condivisione. Solo lui può distribuire i suoi doni, e lo ha fatto anche attraverso san Francesco, che ha imitato Gesù nell’amore, consapevole che chi non dona si impoverisce. Noi siamo ricchi solo di ciò che doniamo.

PREGHIERA
O Padre, che nella Pasqua domenicale
ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo,
aiutaci a spezzare nella carità di Cristo
anche il pane terreno,
perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

sabato 28 luglio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 28 LUGLIO 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 209
SABATO 28 LUGLIO 2018
SS.NAZARIO E CELSO
MATTEO 13, 24-30
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: 
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. 
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
Parola del Signore
TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO III
IL POTERE CHE EBBE SULLE CREATURE INSENSIBILI,
E SPECIALMENTE SUL FUOCO
837 15. Il beato Francesco, desiderando qualche volta andare ad un eremo per attendere più liberamente alla contemplazione, poiché era molto debole, ottenne da un povero uomo un asino da cavalcare. Costui mentre saliva nella calura estiva per i viottoli montagnosi, seguendo l'uomo di Dio, è preso dalla fatica del lungo cammino su una strada troppo aspra e lunga, e, prima di arrivare alla meta, viene meno dalla sete. Si mette dunque a supplicare con insistenza il Santo che abbia pietà di lui, dicendo che sarebbe morto se non avesse bevuto qualche sorso d'acqua. Il santo di Dio, che sempre era compassionevole verso gli afflitti, senza indugio discese dall'asino e, piegate a terra le ginocchia, alzò le palme verso il cielo, non cessando di pregare, finché si sentì esaudito. "Affrettati, disse al contadino, e troverai acqua viva, che in questo istante Cristo misericordioso ha fatto sgorgare dalla pietra". Stupenda degnazione di Dio, che si china verso i suoi servi così facilmente!
Beve il contadino l'acqua sgorgata dalla pietra per virtù della preghiera del Santo e gustò una bevanda tratta dalla durissima roccia. Polla d'acqua in quel luogo non c'era mai stata, né in seguito si è mai potuta ritrovare, come dimostrano le ricerche diligentemente fatte.

MEDITAZIONE
Il male che c’è nel mondo non proviene da Dio, ma dal suo nemico, il Maligno. Questo nemico è astuto: ha seminato il male in mezzo al bene, così che è impossibile a noi uomini separarli nettamente; ma Dio, alla fine, potrà farlo. . Noi a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi… Dio invece sa aspettare. Egli guarda nel campo della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino. Dio è paziente e ci aspetta con il cuore in mano per accoglierci, per perdonarci. Ed è grazie a questa paziente speranza di Dio che la stessa zizzania, cioè il cuore peccatore, alla fine può diventare buon grano. Ma attenzione: la pazienza evangelica non è indifferenza al male; non si può fare confusione tra bene e male! Di fronte alla zizzania presente nel mondo il discepolo del Signore è chiamato a imitare la pazienza di Dio e ad alimentare la speranza con il sostegno di un’incrollabile fiducia nella vittoria finale dell’unico Bene. Un'anima che il nemico non riuscì a far cadere in tentazione è quella di Francesco, perchè si è sforzato per tutta la vita di vivere nella Volontà di Dio. Diceva ai suoi compagni:""Ora noi dobbiamo fare tutto, secondo il modello che vediamo risplendere in Lui, come su un monte eccelso. Perciò sembra maggiormente gradito a Dio, che io lasci da parte il riposo e vada nel mondo a lavorare ”. Per molti giorni ruminò discorsi di questo genere con i frati; ma non riusciva ad intuire con sicurezza la strada da scegliere, quella veramente più gradita a Cristo. Lui, che mediante lo spirito di profezia veniva a conoscere cose stupefacenti, non era capace di risolvere con chiarezza questo interrogativo da se stesso: la Provvidenza di Dio preferiva che fosse una risposta venuta dal cielo a mostrare l'importanza della predicazione e che il servo di Cristo si conservasse nella sua umiltà"". FF1204.

PREGHIERA
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,
e donaci i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

venerdì 27 luglio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 27 LUGLIO 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 208
VENERDI' 27 LUGLIO 2018
S.PANTALEONE
MATTEO 1318-23
Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore
+ TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO III
IL POTERE CHE EBBE SULLE CREATURE INSENSIBILI,
E SPECIALMENTE SUL FUOCO
842 Celebrando il Santo, il giorno della Natività del Signore, la memoria del presepio del bambino di Betlemme, e rievocando misticamente tutti i particolari dell'ambiente nel quale nacque il bambino Gesù, molti prodigi si manifestarono per intervento divino. Fra questi vi è quello del fieno sottratto a quella mangiatoia, che divenne rimedio alle infermità di molti e che fu utile particolarmente alle partorienti in difficoltà e a tutti gli animali contagiati da epidemie.
Avendo narrato tutto ciò delle creature insensibili, aggiungiamo ora qualcosa sull'obbedienza prestata dalle creature sensibili.
MEDITAZIONE
Noi cerchiamo la gioia della parola, ed è cosa ottima, ma sovente tutto sembra finire li, perché non abbiamo costanza. Bisogna cercare la vita che è nella parola, con uno sforzo duro e difficile, perché essa possa mettere radici nella terra sassosa del nostro cuore, radici profonde, che resistano a tutte le stagioni.
Nella preghiera bisogna essere perseveranti nella parola di Dio, superando la stanchezza, lo scoraggiamento, per trovarvi la sorgente profonda; allora soltanto darà frutti in noi e non sarà solo motivo di una gioia superficiale.
Accogliere la parola di Dio è vivere uniti a lui, è prendere sul serio la vita, offrendo con semplicità la nostra vita perché sia feconda per tutto il mondo, proprio come ha fatto Francesco, che diceva: ""E sempre costruiamo in noi una casa e una dimora permanente a Lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, e che dice: "Vigilate dunque e pregate in ogni tempo,affinché possiate sfuggire tutti i mali che accadranno e stare davanti al Figlio dell'uomo. E quando vi mettete a pregare, dite: Padre nostro che sei nei cieli. E adoriamolo con cuore puro, poiché bisogna sempre pregare senza stancarsi mai; infatti il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e bisogna che quelli che lo adorano, lo adorino in spirito e verità". E a lui ricorriamo come al pastore e al vescovo
delle anime nostre, il quale dice: "lo sono il buon Pastore, che pascolo le mie pecore e do la mia vita
per le mie pecore". "Voi siete tutti fratelli. Non vogliate chiamare nessuno padre vostro sulla terra,perché uno solo è il vostro Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare maestri, perché uno solo è il vostro maestro, che è nei cieli, [Cristo]". "Se rimarrete in me e rimarranno in voi le mie parole, domanderete quel che vorrete e vi sarà fatto. Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, ci sono io in mezzo a loro. Ecco, io sono con voi fino alla fine dei secoli. Le parole che vi ho detto sono spirito e vita . lo sono la via, la verità e la vita". FF61.
PREGHIERA
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,
e donaci i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen




giovedì 26 luglio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 26 LUGLIO 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 207
GIOVEDI' 26 LUGLIO 2018
SS.GIOACCHINO ED ANNA-memoria-
MATTEO 13,10-17
A voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
Parola del Signore
+DALLA LEGGENDA PERUGINA 1664
BENEDIZIONE DI FRATE BERNARDO
1664 107. Il giorno in cui donna Jacopa preparò il dolce per Francesco, questi si sovvenne di frate Bernardo e disse ai compagni: « Questo dolce piacerebbe a frate Bernardo! ». Si rivolse quindi a un compagno e gli disse: « Va' a dire a frate Bernardo che venga subito da me ».Quello partì immediatamente e lo condusse da Francesco. Frate Bernardo sedette vicino al letto dove giaceva il Santo, e gli disse: « Padre, ti prego di benedirmi e mostrarmi il tuo affetto. Penso che se mi dài un segno di amore paterno, Dio stesso e gli altri frati mi vorranno più bene ».
Francesco, che aveva perduto la vista da molti giorni oramai, non riusciva a vedere il suo amico. Stese la destra e la posò sul capo di Egidio, che fu il terzo nel gruppo dei primi frati, e sedeva in quel momento allato a Bernardo. Ma tastando, come fanno i ciechi, il capo di Egidio, Francesco riconobbe subito per virtù dello Spirito Santo che si sbagliava, e disse: « Ma questo non è il capo del mio caro Bernardo! ». Questi gli si fece appresso, e allora Francesco, ponendogli la mano sulla testa, lo benedisse. Poi parlò a uno dei compagni: « Scrivi quello che sto per dire. Il primo frate datomi dal Signore è stato Bernardo, che per primo abbracciò e compì la perfezione del Vangelo, distribuendo ai poveri ogni suo avere.  Per questo, e per i molti suoi meriti, io sono tenuto ad amarlo più che ogni altro frate dell'Ordine.  Voglio perciò
e comando, per quanto sta in mio potere, che chiunque sia ministro generale, lo ami e onori come farebbe con me, e che i ministri provinciali e i frati tutti dell'Ordine lo considerino un altro me stesso ».Queste parole furono per Bernardo e per i frati presenti un motivo di grande consolazione.

MEDITAZIONE
Gesù non parla in parabole per rendere difficile la comprensione del suo insegnamento, ma per mettere alla prova la disponibilità dei suoi ascoltatori. Si può comprendere la parola di Gesù soltanto se non si ha il cuore “indurito”, se si è disposti a lasciarsi trasformare da essa: l’occhio è per la luce, l’orecchio per la parola, il cuore per il desiderio. Ma un cuore chiuso non desidera, è sordo e cieco, ascolta solo le proprie paure. C’è un udire che non intende, un vedere che non comprende se non si è disposti a riconoscere la propria cecità. Possiamo considerarci anche noi fra coloro che il Cristo proclama beati ? Francesco ha conosciuto questa beatitudine, perchè Dio gli ha rivelato i suoi piani e Gesù gli ha concesso molto più della sua amicizia. Francesco è stato il vero imitatore di Cristo, per fede e per amore: Gesù lo ha associato alla sua vita; gli ha rivelato il mistero del Regno; lo ha reso partecipe della sua missione, della sua gioia e delle sue sofferenze. Beati saremo anche noi se apriamo le orecchie del cuore senza pregiudizi, accogliendo la Parola che feconda la nostra vita e la fa germogliare!

PREGHIERA
Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna
hai dato il privilegio di avere come figlia
Maria, madre del Signore,
per loro intercessione concedi ai tuoi fedeli
di godere i beni della salvezza eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

mercoledì 25 luglio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 25 LUGLIO 2018



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 206
MERCOLEDI' 25 LUGLIO 2018
S.GIACOMO-APOSTOLO-festa-proprio-
MATTEO 20,20-28
Il mio calice, lo berrete.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore
+ TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO III
IL POTERE CHE EBBE SULLE CREATURE INSENSIBILI,
E SPECIALMENTE SUL FUOCO
839 17. Nel periodo in cui era presso l'eremo di Sant'Urbano, il beato Francesco gravemente ammalato, con labbra aride, domandò un po' di vino, gli risposero che non ce n'era. Chiese allora che gli portassero dell'acqua e quando gliela ebbero portata la benedisse con un segno di croce. Subito l'acqua perse il proprio sapore, e ne acquistò un altro. Diventò ottimo vino quella che prima era acqua pura, e ciò che non poté la povertà, lo provvide la santità. Dopo averlo bevuto, quell'uomo di Dio si ristabilì molto in fretta e come la miracolosa conversione dell'acqua in vino fu la causa della guarigione, così la miracolosa guarigione testimoniava quella conversione.
MEDITAZIONE
Anche quando si chiede qualcosa di spirituale si può nascondere un interesse umano, il più delle volte emerge l’interesse materiale: questo succede ai nostri giorni mentre la madre degli Apostoli non puntava ai beni materiali. Ma si trattava sempre di una richiesta non opportuna. Bisogna saper chiedere le Grazie a Gesù, Lui vuole concedere tutte le Grazie utili per la nostra salvezza eterna, ma si sbaglia quando si richiede il suo aiuto per situazioni che nascondono odio, rivalsa, invidia verso altri. Già la preghiera è fallita sul nascere, non potrà avere alcun effetto.
La vera preghiera deve essere umile, fiduciosa, perseverante. La preghiera umile include la bontà, l’amore, la verità. Anche Gesù era umile quando pregava il Padre. Leggiamo nella Leggenda perugina: ""A questo proposito egli ebbe a dire una volta: « L'Ordine e la vita dei frati minori si assomiglia a un piccolo gregge, che il Figlio di Dio, in questa ultima ora, ha chiesto al suo Padre celeste, dicendo:--Padre, vorrei che tu suscitassi e donassi a me in questa ultima ora un nuovo umile popolo, diverso per la sua umiltà e povertà da tutti gli altri che lo hanno preceduto, e fosse felice di non possedere che me solo. E il Padre rispose al suo Figlio diletto:-
-Figlio ciò che hai chiesto, è fatto--».
Aggiungeva quindi Francesco che il Signore ha voluto che i frati si chiamassero "
Minori », perché appunto questo è il popolo chiesto dal Figlio di Dio al Padre suo, e di esso si dice nel Vangelo: Non vogliate temere, o piccolo gregge, poiché è piaciuto al Padre vostro di concedere a voi il Regno; e ancora: Quello che avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli (minori), lo avete fatto a me.
Sebbene qui il Signore parli di tutti quelli che sono poveri in spirito, tuttavia egli intendeva riferirsi in modo particolare all'Ordine dei frati minori, che sarebbe fiorito nella sua Chiesa"". FF1617.

PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno,
tu hai voluto che san Giacomo,
primo fra gli Apostoli,
sacrificasse la vita per il Vangelo;
per la sua gloriosa testimonianza
conferma nella fede la tua Chiesa
e sostienila sempre con la tua protezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 24 LUGLIO 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 205
MARTEDI' 24 LUGLIO 2018
S.CHARBEL MAkHLUF
MATTEO 12,46-50
Tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!».
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. 
Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Parola del Signore
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1661
DIMISSIONI Dl FRANCESCO
1661 105. Francesco volle essere umile in mezzo ai suoi fratelli. Per conservare una più grande umiltà, pochi anni dopo la sua conversione, in un Capitolo celebrato presso la Porziuncola, egli rassegnò le dimissioni dall'incarico di prelato, dicendo alla presenza di tutti i frati convenuti: « Da ora io sono morto per voi. Ma ecco frate Pietro di Cattanio al quale io e voi tutti obbediremo ». Allora tutti i frati presero a piangere forte e a lacrimare. Francesco si inchinò davanti a frate Pietro e gli promise obbedienza e riverenza.

MEDITAZIONE
Oggi siamo chiamati ad allargare i nostri orizzonti di vita e di cuore.
Il Figlio di Dio ci chiama a diventare suoi fratelli perchè questo è il dono di Dio per noi. Per riceverlo , bisogna volere tutto quello che vuole il Padre, come ha fatto Gesù. San Paolo dice che proprio perché figli diventiamo anche eredi: riceviamo per grazia gli stessi doni che il Padre ha concesso al Figlio. Questo ci chiama ad essere annunciatori della “ Buona Novella” per farla conoscere a tutti. 
Comunicandola agli altri uomini, ciascuno di noi comprende, in una esperienza personale sempre più profonda, chi sia Cristo per la sua vita. Per suscitare in tutti la riconoscenza e l'amore, la testimonianza è 
indispensabile. Leggiamo nelle Fonti Francescane: “ 1392 Continuano, per opera sua, in grande abbondanza, nelle varie parti del mondo, i benefici di Dio, come ho provato anch'io, che ho descritto i fatti antecedenti, per esperienza diretta, in me stesso. Mia madre, infatti, quando io ero ancora fanciullino, fece voto per me a san Francesco, perché ero malato molto gravemente: ed io fui strappato dalle fauci stesse della morte e restituito, sano e salvo, nel vigore della vita. Siccome ho ben vivo questo fatto nella memoria, ora lo proclamo e ne do testimonianza veritiera: non voglio essere rimproverato come ingrato, se taccio un beneficio così grande. Accetta, dunque, o padre beato, il mio ringraziamento, per quanto scarno e inadeguato ai tuoi meriti e ai tuoi benefici, e, accogliendo i nostri desideri, scusa le nostre colpe; libera i tuoi fedeli devoti dai mali presenti e fa che raggiungano i beni sempiterni.

PREGHIERA
Sii propizio a noi tuoi fedeli, Signore,
e donaci i tesori della tua grazia,
perché, ardenti di speranza, fede e carità,
restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen