lunedì 18 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 19 APRILE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 110
MARTEDI' 19 APRILE 2016





GIOVANNI 10, 22-30
Io e il Padre siamo una cosa sola.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1566
GIOVANNI IL SEMPLICE
1566 19. Un giorno Francesco si recò nella chiesa di una borgata del territorio di Assisi e si
mise a fare le pulizie. Immediatamente si sparse nel villaggio la voce del suo arrivo, poiché
quella gente lo vedeva e ascoltava volentieri .
Sentì la notizia anche un certo Giovanni, uomo di meravigliosa semplicità, che stava
arando un suo campo vicino a quella chiesa. E subito andò da lui, e lo trovò intento a pulire.
Gli disse: « Fratello, da' la scopa a me, voglio aiutarti ». Prese lui la scopa e finì di fare pulizia.
Poi si misero a sedere, e Giovanni prese a dire: « Da molto tempo ho intenzione di
servire a Dio, soprattutto da quando ho inteso parlare di te e dei tuoi fratelli. Ma non sapevo
come unirmi a te. Ma dal momento che è piaciuto al Signore ch'io ti vedessi, sono disposto a
fare tutto quello che ti piace ». Osservando il fervore di lui, Francesco esultò nel Signore, anche perché allora aveva
pochi fratelli e perché quelI'uomo, con la sua pura semplicità, gli dava affidamento che
sarebbe un buon religioso. Gli rispose: « Fratello, se vuoi condividere la nostra vita e stare
con noi, è necessario che tu doni ai poveri, secondo il consiglio del santo Vangelo tutti i beni
che possiedi legittimamente. Così hanno fatto i miei fratelli cui è stato possibile ».
Sentendo ciò, subito Giovanni si diresse verso il campo dove aveva lasciato i buoi, li
sciolse e ne portò uno davanti a Francesco, dicendogli: « Fratello, per tanti anni ho lavorato
per mio padre e gli altri della famiglia. Sebbene questa parte della mia eredità sia scarsa,
voglio prendere questo bue e darlo ai poveri nel modo che ti sembrerà più opportuno
secondo Dio ».
Vedendo che voleva abbandonarli, i genitori, i fratelli che erano ancora piccoli, e tutti
quelli di casa cominciarono a lacrimare e piangere forte. Francesco si sentì mosso a
compassione, massime perché la famiglia era numerosa e senza risorse. Disse loro: «
Preparate un pranzo, mangeremo insieme. E non piangete, poiché vi farò lieti ». Quelli si
misero all'opera, e pranzarono tutti con molta allegria.
Finito il desinare, Francesco parlò: « Questo vostro figlio vuole servire a Dio. Non
dovete contristarvi di ciò, ma essere contenti. E un onore per voi, non solo davanti a Dio ma
anche agli occhi della gente; e ne avrete vantaggio per l'anima e per il corpo. Di fatti, è uno
del vostro sangue che dà onore a Dio, e d'ora innanzi tutti i nostri frati saranno vostri figli e
fratelli. Una creatura di Dio si propone di servire al suo Creatore--ed essere suo servo vuol
dire essere re,--voi capite quindi che non posso e non debbo ridarvi vostro figlio. Tuttavia,
affinché riceviate da lui un po' di conforto, io dispongo ch'egli rinunci per voi, che siete
poveri alla proprietà di questo bue, benché secondo il consiglio dei santo Vangelo dovesse
darlo agli altri poveri ».
Furono tutti confortati dal discorso di Francesco, e soprattutto furono felici che fosse
loro reso il bue, poiché erano veramente poveri.
Francesco, cui piacque sempre la pura e santa semplicità in se stesso e negli altri, ebbe
grande affetto per Giovanni. E appena lo ebbe vestito del saio, prese lui come suo compagno.
Era questi talmente semplice, che si riteneva obbligato a fare qualunque cosa facesse
Francesco. Quando il Santo stava a pregare in una chiesa o in un luogo appartato, Giovanni
voleva vederlo e fissarlo, per ripetere tutti i gesti di lui: se Francesco piegava le ginocchia, se
alzava al cielo le mani giunte, se sputava o tossiva, anche lui faceva altrettanto.
Pur essendo incantato da tale semplicità di cuore, Francesco cominciò a rimproverarlo.
Ma Giovanni rispose: « Fratello, ho promesso di fare tutto quello che fai tu; e perciò intendo
fare tutto quello che tu fai ». Il Santo era meravigliato e felice davanti a tanta purità e
semplicità. Giovanni fece tali progressi in tutte le virtù, che Francesco e gli altri frati
restavano stupefatti della sua santità.
E dopo non molto tempo egli morì in questa santa perfezione. Francesco, colmo di
letizia nell'intimo ed esteriormente, raccontava ai frati la vita di lui, e lo chiamava « san
Giovanni » in luogo di « frate Giovanni >>.
MEDITAZIONE
I giudei, che attendono il messia, chiedono a Gesù che si dichiari apertamente come l'inviato di Dio. Ma se accogliessero la sua testimonianza, comprenderebbero dal suo modo di agire che il suo rapporto col Padre è ben più profondo di quello di un semplice inviato.....Le Sue parole, le parole del Vangelo, sono per la vita e per la salvezza. Il Signore non vuole la sofferenza ma la pazienza, che Egli per primo ha sperimentato , perchè dà a noi conforto e coraggio per le nostre difficoltà. A san Francesco, Gesù disse: “....la tua infermità è caparra del mio regno e per il merito della pazienza devi aspettarti con sicurezza e certezza di aver parte allo stesso regno”. FF802.
PREGHIERA
Signore Gesù, che ti riveli come il messia a coloro che ti ascoltano con disponibilità di spirito, rendici attenti alla tua voce, per essere capaci di riconoscere nei tuoi gesti l'opera del Padre, che è una cosa sola con te, nell'amore dello Spirito per tutti i secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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