GIOVANNI 6, 44-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1561
ISTRUZIONI PER LE DIMORE DEI FRATI
1561 14. In altro tempo, trovandosi presso Siena per farsi curare gli occhi, sostava in una cella, dove, dopo la sua morte, fu edificato in sua venerazione un oratorio. Messer Bonaventura, che aveva donato ai frati il terreno su cui era stato costruito il convento, disse al Santo: « Cosa ti sembra di questo luogo? ». Rispose Francesco: « Vuoi che ti dica come devono essere fatti i luoghi dei frati? ». E Bonaventura: « Volentieri, padre ». Il Santo prese a dire: « Quando i frati arrivano in una città dove non hanno un luogo per loro,trovando un benefattore disposto ad assegnare ad essi un terreno sufficiente per costruirvi il convento con l'orto e le altre cose indispensabili, i frati devono innanzi tutto determinare quanta terra basterà, senza mai perdere di vista la santa povertà che abbiamo promesso di osservare e il buon esempio che siamo tenuti a dare al prossimo in ogni cosa ».Parlava così il padre santo, perché era sua volontà che sotto nessun pretesto i frati violassero la povertà nelle case e chiese, negli orti e altre cose a loro uso. Non voleva che possedessero luogo alcuno con diritto di proprietà, e anzi vi abitassero sempre come pellegrini e forestieri. A tal fine, voleva che nei vari luoghi i frati non fossero numerosi, poiché gli sembrava difficile osservare la povertà quando si è in tanti. Fu questa la sua volontà, dal momento della conversione fino al giorno della morte che la santa povertà fosse osservata perfettamente.
MEDITAZIONE
Per conoscere Dio bisogna entrare in comunione con Colui che Egli ha mandato. Questa unione, a cui il Padre attira tutti gli uomini, è resa possibile dal sacrificio di Gesù, che qui viene annunciato. Il Padre ci indica suo Figlio come la strada sicura per imparare a vivere in pienezza. L'invito continuo di Gesù, invece, è di cibarsi del suo corpo che è l'unico alimento che ci dà vita e forza. Mangiando questo pane noi accettiamo di lasciarci conquistare da Lui,...... e farci pane spezzato per i fratelli e le sorelle che incontriamo,......e di entrare in una realtà ben più profonda, ...di entrare nella Vita che non muore. Seguiamo l'esempio di Francesco che “nient'altro possedeva, il povero di Cristo, se non due spiccioli da poter elargire con liberale carità: il corpo e l'anima. Ma corpo ed anima, per amore di Cristo, li offriva continuamente a Dio, poiché quasi in ogni istante immolava il corpo col rigore del digiuno e l'anima con la fiamma del desiderio: olocausto, il suo corpo, immolato all'esterno, nell'atrio del tempio; incenso l'anima sua, esalata all'interno del tempio”.
PREGHIERA
O Dio, che in questo misterioso scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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