venerdì 29 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 30 APRILE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 121





 SABATO 30 APRILE 2016
GIOVANNI 15,18-21
Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1577
LA MORMORAZIONE Dl FRATE LEONARDO
1577 30. Una volta Francesco era in cammino in compagnia di un frate molto spirituale,
discendente da una grande e potente famiglia di Assisi. Il Santo, debole e malato, stava in
groppa a un asino. Il compagno, stanco del viaggio, si mise a borbottare fra sé: « I parenti di
questo qui non erano nemmeno paragonabili ai miei. Ed ecco, lui cavalca e a me tocca
venirgli dietro, stracco e appoggiandomi al somaro ».
Stava rimuginando queste riflessioni quando Francesco scivolò d'improvviso dal
giumento e gli disse: « Fratello, non è giusto né conveniente che io cavalchi e tu vada a piedi
poiché nel mondo eri più nobile e potente di me ». Stupefatto e pieno di vergogna, quel frate
cominciò a piangere e buttandosi ai piedi del Santo gli confessò il pensiero avuto e riconobbe
la sua colpa.
Egli ammirò la santità di Francesco, che aveva immediatamente penetrato il suo
pensiero. E quando i fratelli pregarono, in Assisi, papa Gregorio e i cardinali di canonizzare
Francesco, Leonardo attestò questo fatto davanti al Papa e ai cardinali.
MEDITAZIONE
“Un servo non è più grande del suo padrone”. Il cristiano non può pensare di percorrere una strada diversa da quella seguita dal Cristo nella sua lotta contro il peccato, in mezzo alle prove e alle contraddizioni. La fede cristiana diventa più forte quando è perseguitata. Il sangue dei martiri, scriveva Tertulliano, è seme di cristiani: essi soffrono semplicemente perché sono cristiani, cioè testimoni di Cristo. Molti sono coloro che affrontano un martirio “bianco”, cioè senza spargimento di sangue, tentando semplicemente di vivere la fede in un mondo sempre più ateo o predicando le esigenze integrali dell’insegnamento della Chiesa nel campo della morale, avendo per fondamento la rivelazione di Cristo. Non dobbiamo essere sorpresi, ma piuttosto rallegrarci ed essere felici: è questo che Egli ci ha promesso. San Francesco desideroso di mettere i piedi sulle orme lasciate da Gesù, voleva morire martire in Marocco, annunciando il Vangelo al Sultano e ai suoi correligionari; egli provava “....il sublime proposito e l'anelito ardente del martirio.....Ma il buon Dio....fece andare le cose diversamente resistendogli in faccia. Infatti,Francesco,giunto in Spagna, fu colpito da malattia e costretto ad interrompere il viaggio”. FF 720. Non era volontà di Dio che morisse martire ! Per ognuno di noi c'è un diverso percorso di vita che porta alla santità. Forse non riusciamo a capire i disegni di Dio, ma dobbiamo avere la certezza che siamo fatti dalle Sue mani e a Lui ritorneremo
PREGHIERA
Signore Gesù Cristo, nel mondo di oggi il messaggio cristiano incontra spesso un'indifferenza più scoraggiante di un atteggiamento di aperta ostilità. Donaci la forza e la costanza necessaria per affrontare questa realtà, ricordando la persecuzione che Tu hai dovuto subire per entrare nella gloria. .
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 29 APRILE 2016


San Francesco e il Vangelo ha condiviso la sua foto.

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 120
VENERDI' 29 APRILE 2016
SANTA CATERINA DA SIENA PATRONA D'ITALIA festa-proprio-
MATTEO 11, 25-30
Io sono mite e umile di cuore.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1576
UN PESCE PRELIBATO
1576 29. Mentre Francesco gravemente malato era ospite nel palazzo del vescovo di Assisi,
veniva insistentemente pregato di nutrirsi. Egli rispose: « Fratelli, non ho nessuna voglia di
mangiare. Però, se avessi del pesce squalo, forse ne prenderei ». Com'ebbe espresso il desiderio, ecco appressarsi un tale che portava un canestro
contenente tre bellissimi squali, ben preparati, e piatti di gamberi, che il Santo mangiava
volentieri. Il tutto gli veniva offerto da frate Gerardo, ministro a Rieti.
Molto stupiti rimasero i frati, considerando la cosa una prova della santità di
Francesco. E lodarono Dio, che procurava al suo servo quanto non gli si poteva offrire,
perché era inverno e in quella città non si sarebbe riusciti ad avere vivande simili.
MEDITAZIONE
Nella vita e nell’attività esterna di Caterina, come in quella di san Francesco, le beatitudini evangeliche hanno avuto un modello di superlativa verità e bellezza. Entrambi liberi nello spirito da ogni terrena cupidigia e affamati di giustizia e colmi di misericordia nel cercare di riportare la pace in seno alle famiglie e alle città, dilaniate da rivalità e da odi atroci. Due grandi nella fede e nell'amore che, fino alla fine, non hanno smesso di aspettare lo Sposo nella fedeltà alla propria quotidianità.
Il loro messaggio è quello di una fede purissima, di un amore ardente, di una dedizione umile e generosa alla Chiesa cattolica, quale Corpo mistico e Sposa del Redentore divino!
PREGHIERA
O Dio, che in santa Caterina da Siena,
ardente del tuo spirito di amore,
hai unito la contemplazione di Cristo crocifisso
e il servizio della Chiesa,
per sua intercessione concedi a noi tuoi fedeli,
partecipi del mistero di Cristo,
di esultare nella rivelazione della sua gloria. Per Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

giovedì 21 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 22 Aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 113

VENERDI' 22 APRILE 2016

GIOVANNI 14, 1-6

Io sono la via, la verità e la vita.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Parola del Signore

Dalla LEGGENDA PERUGINA 1569

A MENSA CON IL LEBBROSO
1569 22. Altra volta, essendo tornato un giorno Francesco alla Porziuncola, vi incontrò frate
Giacomo il semplice, in compagnia di un lebbroso sfigurato dalle ulceri, capitato colà lo
stesso giorno. Il Santo aveva raccomandato a frate Giacomo con insistenza quel lebbroso e tutti quelli che erano più corrosi dal male. A quei tempi, infatti, i frati abitavano nei lazzaretti.
Giacomo faceva da medico ai più colpiti, e di buon grado toccava le loro piaghe, le curava, ne
mutava le bende.
Francesco si rivolse a frate Giacomo con tono di rimprovero: « Non dovresti condurre
qui i fratelli cristiani, poiché non è conveniente per te né per loro ». Il Santo chiamava «
fratelli cristiani » i lebbrosi. Fece questa osservazione perché, pur essendo felice che frate
Giacomo aiutasse e servisse i lebbrosi, non voleva però che facesse uscire dal lazzaretto i più
gravemente piagati. In più, frate Giacomo era molto semplice, e spesso andava alla chiesa di
Santa Maria con qualche lebbroso. Oltre tutto, la gente ha orrore dei lebbrosi sfatti dalle
ulceri.
Non aveva finito di parlare, che subito Francesco si pentì di quello che aveva detto e
andò a confessare la sua colpa a Pietro di Catanio, ministro generale in carica: aveva rimorso
di aver contristato il lebbroso, rimproverando frate Giacomo. Per questo confessò la sua
colpa, con l'idea di rendere soddisfazione a Dio e a quello sventurato.
Disse quindi a frate Pietro: « Ti chiedo di approvare, senza contraddirmi, la penitenza
che voglio fare ». Rispose frate Pietro: « Fratello, sia come ti piace ». Talmente egli venerava e
temeva Francesco, gli era così obbediente, che non osava mutare i suoi ordini, benché in
questa e in molte altre circostanze ne restasse afflitto in cuore e anche esteriormente.
Seguitò Francesco: « Sia questa la mia penitenza; mangiare nello stesso piatto con il
fratello cristiano ». E così fu.
Francesco sedette a mensa con il lebbroso e gli altri frati, e fu posta una scodella tra loro due.
Ora, il lebbroso era tutto una piaga; le dita con le quali prendeva il cibo erano contratte e
sanguinolente, così che ogni volta che le immergeva nella scodella, vi colava dentro il sangue.
Al vedere simile spettacolo, frate Pietro e gli altri frati furono sgomenti, ma non
osavano dir nulla, per timore del padre santo. Colui che ora scrive, ha visto quella scena e ne
rende testimonianza.

MEDITAZIONE
La via che Gesù apre ai suoi discepoli è quella del servizio e dell'amore: chi segue Gesù cammina verso il Padre. Chi fonda la propria esistenza sul Cristo può essere certo di trovarsi sulla via di Dio. Gesù, che è una cosa sola col Padre, è il solo che può farcelo veramente conoscere. «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me....”. Dobbiamo avere fiducia nelle parole di Gesù: la nostra vita non si conclude con la morte, ma questa è la porta per accedere alla vita vera. Crediamo in Colui che ritornerà! Crediamo nel Signore che ci accompagna nella sua dimora dove ogni turbamento, ogni paura, cessa di esistere! Noi sappiamo che Cristo non è vienuto per se stesso, ma per noi. La sua casa è la nostra casa, suo Padre è nostro Padre. Come è semplice e quasi infantile la dottrina del cristianesimo! Noi non camminiamo da soli, non camminiamo senza guida. Cristo ha due mani: l’una per indicarci la via, l’altra per sostenerci lungo la via. È tutto ciò di cui ha bisogno il pellegrino: la Via, la Verità e la Vita.
“Tu sei santo, Signore solo Dio,
che operi cose meravigliose
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo
Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo,
re del cielo e della terra
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine
Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei nostra speranza
Tu sei giustizia.
Tu sei temperanza,
Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei pr
otettore, Tu sei custode e nostro difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede.
Tu se la nostra carità. 
Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile
Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore”. (FF261)









PREGHIERE
Signore Gesù, a volte ci sentiamo a disagio nella situazione in cui ci troviamo. Tu che sei la via, la verità e la vita, donaci di giungere al posto che dobbiamo occupare nella casa del Padre, oggi nella fede e domani nella gioia eterna.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

mercoledì 20 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 21 Aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 112
GIOVEDI' 21 APRILE
San Corrado da Parzham
GIOVANNI 13,16-20
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Parola del Signore

Dalla LEGGENDA PERUGINA 1568
TENTAZIONE E SERENITA'
1568 21. In quello stesso torno di tempo, mentre Francesco dimorava nel luogo della Porziuncola, fu assalito per il bene del suo spirito da una gravissima tentazione. Interiormente ed esteriormente ne era duramente turbato, tanto che alle volte sfuggiva la compagnia dei fratelli perché, sopraffatto da quella tortura, non riusciva a mostrarsi loro nella sua abituale serenità. Si mortificava, si asteneva dal cibo e dalla conversazione. Spesso si internava a pregare nella selva che si stendeva vicino alla chiesa, per dare liberamente sfogo all'angoscia e al pianto in presenza del Signore, affinché Dio, che può tutto, si degnasse d'inviargli dal cielo la sua medicina in quella così violenta tribolazione. E per oltre due anni fu tormentato giorno e notte dalla tentazione. Accadde che un giorno, mentre stava pregando nella chiesa di Santa Maria, gli fu detta in spirito quella parola del Vangelo: « Se tu avessi una fede grande come un granello di senape, e dicessi a quel monte di trasportarsi da quello a un altro posto, avverrebbe così. Francesco domandò: " E quale è quel monte? ". Gli fu risposto: " Il monte è la tua tentazione ". Rispose Francesco " Allora, Signore, sia fatto a me secondo che hai detto ". E all'istante fu liberato, così che gli parve di non avere mai sofferto quella tentazione».

MEDITAZIONE
La via che Gesù apre ai suoi discepoli è quella del servizio, che è dono di sé. Gesù stesso si mise al posto del servo e raccomandò a tutti gli uomini di fare questa inversione di ruoli, non come un gesto effimero, ma come risposta alla ricerca - eterna per la società umana - della felicità. Solo così si trova la vera felicità !!!!! Per il mondo la felicità risiede nella triade empia del potere, del prestigio e del possesso....per Gesù, invece, si trova nel servizio ai fratelli! Scrive Francesco:“ Dice il Signore: "Non sono venuto per essere servito ma per servire" (Mt 20,28). Coloro che sono costituiti in autorità sopra gli altri, tanto devono gloriarsi di quell'ufficio prelatizio, quanto se fossero deputati all'ufficio di lavare i piedi (Cfr. Gv 13,14) ai fratelli. E quanto più si turbano se viene loro tolta la carica che se fosse loro tolto il servizio di lavare i piedi, tanto più mettono insieme per sé un tesoro fraudolento (Cfr. Gv 12,6) a pericolo della loro anima “ FF 152.


PREGHIERA
Signore Gesù, Figlio di Dio onnipotente, lavando i piedi ai tuoi discepoli ti sei rivelato come il servo di Dio e hai fatto loro comprendere che non devono avere altra ambizione che quella di seguire il tuo esempio ponendosi al servizio dei fratelli. Donaci di mettere in pratica il tuo insegnamento e di trovare in questo la nostra gioia, ora e sempre.






“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

martedì 19 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 20 Aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 111

MERCOLEDI' 20 APRILE 2016

GIOVANNI 12,44-50

Io sono venuto nel mondo come luce.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù esclamò:

«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Parola del Signore

Dalla LEGGENDA PERUGINA 1567

UNA FALSA VOCAZIONE 1567 20. Francesco percorreva una volta la provincia della Marca predicando. Un giorno, dopo la predica alla gente di un villaggio, un uomo venne da lui e gli disse: «Fratello voglio lasciare il mondo ed entrare nella tua fraternità ». Rispose Francesco: « Fratello, se vuoi entrare nella nostra famiglia, è necessario per prima cosa che tu distribuisca ai poveri tutti i tuoi beni, secondo la perfezione consigliata dal santo Vangelo, e poi che tu rinunzi completamente alla tua volontà ». A queste parole, colui partì in fretta, ma ispirato da amore carnale e non spirituale, donò i suoi beni ai consanguinei. Tornò poi da Francesco e gli disse: « Fratello, ecco, mi sono privato di tutti i miei averi! ». E Francesco: « Come hai fatto? ». Rispose quello: « Fratello, ho donato tutto il mio ad alcuni parenti, che erano nella necessità ».Conobbe Francesco, per mezzo dello Spirito Santo, che quello era un uomo carnale, e subito lo accomiatò: « Vai per la tua strada, frate Mosca, poiché hai dato il tuo ai consanguinei, e ora vorresti vivere di elemosine tra i frati ». E colui se ne andò per la sua strada, ricusando di distribuire i suoi averi ad altri poveri.




 



MEDITAZIONE
Con la sua parola, Gesù mette in luce il significato della nostra esistenza: vivere con Dio. Tutta la sua esistenza sulla terra è stata la prova visibile che Egli ci porta l'amore del Padre: è Cristo a chiarire questa realtà di Dio come Padre. Coloro che rifiutano il suo insegnamento si condannano con le proprie mani. Il mondo della creazione e quello della redenzione non sono due realtà contrapposte. Entrambi sono sottomessi alla signoria del Cristo: per questo, servire Cristo, Signore del mondo, ci pone al servizio della creazione e del mondo. Gesù è immenso nel suo essere Dio, immenso nella sua volontà di non condannare ma di salvare il mondo. San Francesco, seguendo il suo stile, diventò un altro Cristo “e rifulse chiaramente alla luce della verità che tutta la sua vita era stata divina, quando, dopo aver calpestato le attrattive di questa vita mortale, se ne volò libero al cielo....” FF804.

PREGHIERA
Signore Gesù, Tu sei venuto nel mondo per strapparci alle tenebre. Donaci di ascoltare le tue parole e di metterle in pratica, per sfuggire alla condanna e vivere eternamente nella tua luce, con il Padre che ti ha inviato e che regna nei secoli dei secoli.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

lunedì 18 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 19 APRILE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 110
MARTEDI' 19 APRILE 2016





GIOVANNI 10, 22-30
Io e il Padre siamo una cosa sola.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1566
GIOVANNI IL SEMPLICE
1566 19. Un giorno Francesco si recò nella chiesa di una borgata del territorio di Assisi e si
mise a fare le pulizie. Immediatamente si sparse nel villaggio la voce del suo arrivo, poiché
quella gente lo vedeva e ascoltava volentieri .
Sentì la notizia anche un certo Giovanni, uomo di meravigliosa semplicità, che stava
arando un suo campo vicino a quella chiesa. E subito andò da lui, e lo trovò intento a pulire.
Gli disse: « Fratello, da' la scopa a me, voglio aiutarti ». Prese lui la scopa e finì di fare pulizia.
Poi si misero a sedere, e Giovanni prese a dire: « Da molto tempo ho intenzione di
servire a Dio, soprattutto da quando ho inteso parlare di te e dei tuoi fratelli. Ma non sapevo
come unirmi a te. Ma dal momento che è piaciuto al Signore ch'io ti vedessi, sono disposto a
fare tutto quello che ti piace ». Osservando il fervore di lui, Francesco esultò nel Signore, anche perché allora aveva
pochi fratelli e perché quelI'uomo, con la sua pura semplicità, gli dava affidamento che
sarebbe un buon religioso. Gli rispose: « Fratello, se vuoi condividere la nostra vita e stare
con noi, è necessario che tu doni ai poveri, secondo il consiglio del santo Vangelo tutti i beni
che possiedi legittimamente. Così hanno fatto i miei fratelli cui è stato possibile ».
Sentendo ciò, subito Giovanni si diresse verso il campo dove aveva lasciato i buoi, li
sciolse e ne portò uno davanti a Francesco, dicendogli: « Fratello, per tanti anni ho lavorato
per mio padre e gli altri della famiglia. Sebbene questa parte della mia eredità sia scarsa,
voglio prendere questo bue e darlo ai poveri nel modo che ti sembrerà più opportuno
secondo Dio ».
Vedendo che voleva abbandonarli, i genitori, i fratelli che erano ancora piccoli, e tutti
quelli di casa cominciarono a lacrimare e piangere forte. Francesco si sentì mosso a
compassione, massime perché la famiglia era numerosa e senza risorse. Disse loro: «
Preparate un pranzo, mangeremo insieme. E non piangete, poiché vi farò lieti ». Quelli si
misero all'opera, e pranzarono tutti con molta allegria.
Finito il desinare, Francesco parlò: « Questo vostro figlio vuole servire a Dio. Non
dovete contristarvi di ciò, ma essere contenti. E un onore per voi, non solo davanti a Dio ma
anche agli occhi della gente; e ne avrete vantaggio per l'anima e per il corpo. Di fatti, è uno
del vostro sangue che dà onore a Dio, e d'ora innanzi tutti i nostri frati saranno vostri figli e
fratelli. Una creatura di Dio si propone di servire al suo Creatore--ed essere suo servo vuol
dire essere re,--voi capite quindi che non posso e non debbo ridarvi vostro figlio. Tuttavia,
affinché riceviate da lui un po' di conforto, io dispongo ch'egli rinunci per voi, che siete
poveri alla proprietà di questo bue, benché secondo il consiglio dei santo Vangelo dovesse
darlo agli altri poveri ».
Furono tutti confortati dal discorso di Francesco, e soprattutto furono felici che fosse
loro reso il bue, poiché erano veramente poveri.
Francesco, cui piacque sempre la pura e santa semplicità in se stesso e negli altri, ebbe
grande affetto per Giovanni. E appena lo ebbe vestito del saio, prese lui come suo compagno.
Era questi talmente semplice, che si riteneva obbligato a fare qualunque cosa facesse
Francesco. Quando il Santo stava a pregare in una chiesa o in un luogo appartato, Giovanni
voleva vederlo e fissarlo, per ripetere tutti i gesti di lui: se Francesco piegava le ginocchia, se
alzava al cielo le mani giunte, se sputava o tossiva, anche lui faceva altrettanto.
Pur essendo incantato da tale semplicità di cuore, Francesco cominciò a rimproverarlo.
Ma Giovanni rispose: « Fratello, ho promesso di fare tutto quello che fai tu; e perciò intendo
fare tutto quello che tu fai ». Il Santo era meravigliato e felice davanti a tanta purità e
semplicità. Giovanni fece tali progressi in tutte le virtù, che Francesco e gli altri frati
restavano stupefatti della sua santità.
E dopo non molto tempo egli morì in questa santa perfezione. Francesco, colmo di
letizia nell'intimo ed esteriormente, raccontava ai frati la vita di lui, e lo chiamava « san
Giovanni » in luogo di « frate Giovanni >>.
MEDITAZIONE
I giudei, che attendono il messia, chiedono a Gesù che si dichiari apertamente come l'inviato di Dio. Ma se accogliessero la sua testimonianza, comprenderebbero dal suo modo di agire che il suo rapporto col Padre è ben più profondo di quello di un semplice inviato.....Le Sue parole, le parole del Vangelo, sono per la vita e per la salvezza. Il Signore non vuole la sofferenza ma la pazienza, che Egli per primo ha sperimentato , perchè dà a noi conforto e coraggio per le nostre difficoltà. A san Francesco, Gesù disse: “....la tua infermità è caparra del mio regno e per il merito della pazienza devi aspettarti con sicurezza e certezza di aver parte allo stesso regno”. FF802.
PREGHIERA
Signore Gesù, che ti riveli come il messia a coloro che ti ascoltano con disponibilità di spirito, rendici attenti alla tua voce, per essere capaci di riconoscere nei tuoi gesti l'opera del Padre, che è una cosa sola con te, nell'amore dello Spirito per tutti i secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 18 APRILE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 109
LUNEDI'  18 APRILE 2016


GIOVANNI 10, 1-10
Io sono la porta delle pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1565
PULIZIA DELLE CHIESE
1565 18. In altro tempo, quando Francesco abitava presso Santa Maria della Porziuncola, e i
frati erano ancora pochi, andava talora per i villaggi e le chiese dei dintorni di Assisi,
annunziando e predicando al popolo di fare penitenza E in questi suoi giri portava una scopa
per pulire le chiese.
Molto soffriva Francesco nell'entrare in una chiesa e vederla sporca. Così, dopo aver
predicato al popolo, faceva riunire in un posto fuori mano tutti i sacerdoti che si trovavano
presenti, per non essere udito dalla gente. E parlava della salvezza delle anime, e
specialmente inculcava loro di avere la massima cura nel mantenere pulite le chiese, gli altari
e tutta la suppellettile che serve per la celebrazione dei divini misteri.
MEDITAZIONE
Radunando intorno a sé coloro che credono alla sua parola, Gesù non si comporta certo come i cattivi pastori che <pascono sé stessi> alle spalle del gregge. Egli vuole una cosa sola: che i suoi <abbiano la vita, e l'abbiano in abbondanza>. Uno dei salmi più belli, è quello che enumera le virtù del Buon Pastore: Egli consola gli afflitti nella loro disperazione, e incoraggia le persone sole nel loro isolamento. Cristo parla sempre del suo ruolo di pastore: non è venuto per essere servito, non è venuto per trattare le persone con arroganza; è venuto per salvare le sue pecorelle e, se è necessario, per morire per loro. Gesù, come Buon Pastore, ci conosce per nome, ci ama e per noi offre la propria vita in una dilezione che si spinge sino alla fine. Ciò ridefinisce il ruolo di ogni guida-pastore: a questa prova molti risultano incapaci. A proposito dei sacerdoti,buoni o cattivi pastori, san Francesco diceva ai suoi frati:”"Noi - ripeteva - siamo stati mandati in aiuto del clero per la salvezza delle anime, in modo da supplire le loro deficienze. …..Se poi essi ostacolano la salvezza dei popoli, a Dio spetta la vendetta, ed egli darà a ciascuno la paga a suo tempo. Perciò siate sottomessi all'autorità, affinché, per quanto sta in voi, non sorga qualche gelosia. Se sarete figli della pace, guadagnerete al Signore clero e popolo. Questo è più gradito a Dio, che guadagnare solo la gente, con scandalo del clero".
E concludeva: "Coprite i loro falli, supplite i vari difetti, e quando avrete fatto questo, siate più umili ancora ".
FF 730.
PREGHIERA
Signore Gesù, come un vero pastore Tu ci conosci uno per uno e ci chiami per nome. Fra le tanti voci che risuonano intorno a noi, aiutaci a riconoscere la tua e a lasciarci guidare da Te verso quell'abbondanza di vita che Tu vuoi donarci, nei secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

sabato 16 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 17 APRILE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 108
DOMENICA 17 APRILE 2016
GIOVANNI 10, 27-30
Alle mie pecore io do la vita eterna.




+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1564
ULTIME VOLONTA'
1564 17. In quei giorni stessi e proprio nella celletta dove aveva così parlato a messer
Bonaventura, una sera fu preso da conati di vomito, a causa della sua malattia di stomaco. E
nel violento sforzo che fece per rigettare, mandò fuori sangue, e ciò per tutto il corso della
notte, fino al mattino.
I suoi compagni, vedendolo in procinto di morire per lo sfinimento e i dolori della
malattia, con molta angoscia e piangendo gli dissero: « Padre, che facciamo? Dona la tua
benedizione a noi e agli altri tuoi fratelli. E lascia ai tuoi fratelli un memoriale della tua
volontà, affinché, se il Signore ti vorrà chiamare da questo mondo, possano sempre tenere in
mente e ripetere: " Il nostro padre, sul punto di morire, ha lasciato queste parole ai suoi
fratelli e figli! » ».
Francesco disse: « Chiamatemi frate Benedetto da Piratro ». Era questi sacerdote,
uomo equilibrato e santo, ascritto all'Ordine fino dai primordi, e talvolta celebrava per
Francesco in quella stessa cella. Infatti il Santo, sebbene infermo, sempre e volentieri, quando
gli era possibile, voleva ascoltare devotamente la Messa. Arrivato Benedetto, gli disse Francesco: « Scrivi che io benedico tutti i miei frati che
attualmente sono nell'Ordine e quelli che vi entreranno sino alla fine del mondo ». Era
abitudine di Francesco alla fine di tutti i Capitoli, quando i frati erano riuniti, di dare la
benedizione a tutti i presenti e agli altri che facevano parte dell'Ordine, e benediceva altresì
tutti coloro che vi sarebbero entrati in futuro. E non solo in occasione dei Capitoli, ma molto
di frequente benediceva tutti i frati, sia quelli già nell'Ordine, sia quanti vi sarebbero venuti
in seguito.
Francesco riprese: « Siccome per lo sfinimento e le sofferenze della malattia non posso
parlare, esprimo brevemente ai miei fratelli la mia volontà in questi tre ricordi. In memoria
della mia benedizione e della mia ultima volontà, i frati sempre si amino e rispettino l'un
l'altro; amino e rispettino sempre la santa povertà, nostra signora; sempre siano lealmente
sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa ».
Era solito ammonire i frati a temere ed evitare il malesempio. E malediceva tutti quelli
che, a causa dei loro pravi e malvagi esempi, provocavano la gente a imprecare contro
l'Ordine e i frati, anche quelli santi e pieni di bontà, che così ne soffrivano vergogna e
afflizione.
MEDITAZIONE
Per entrare nella fede è necessario essere disponibili ai piani di Dio. Ci sentiamo sicuri, nella Chiesa, perché Gesù è sempre con noi, e ci chiama e ci guida con la voce esplicita del Papa e con i suggerimenti interiori che ci aiutano a riconoscerla e a corrispondervi. A noi il compito di aprire le nostre orecchie per ascoltare la sua voce e seguirlo ovunque, imparando anche ad offrire la nostra vita e il nostro tempo per essere veramente cristiani. Cristo ha conosciuto la nostra umana fragilità sperimentandola nella sua carne. Per questo nessuno più di Lui può confermarci nella certezza che il Padre ci ama. Se restiamo nella Chiesa, con il Papa, non andremo mai dispersi, perché Gesù ci conosce per nome e ha dato la sua vita per salvarci. Quella vita che si comunica a noi, pegno di eternità, nell’Eucaristia degnamente ricevuta. Non dobbiamo aver paura di nulla. Attraverso Gesù entriamo in comunione con il Padre, partecipiamo alla vita trinitaria, perciò: “A Colui che tanto patì per noi, che tanti beni ha elargito e ci elargirà in futuro, a Dio, ogni creatura che vive nei cieli, sulla terra, nel mare e negli abissi, renda lode, gloria, onore e benedizione, poiché Egli è la nostra virtù e la nostra fortezza.” FF202.
PREGHIERA
Dio onnipotente e misericordioso,
guidaci al possesso della gioia eterna,
perché l’umile gregge dei tuoi fedeli
giunga con sicurezza accanto a te,
dove lo ha preceduto il Cristo, suo pastore. Per Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

venerdì 15 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 16 APRILE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 107
SABATO 16 APRILE 2016
GIOVANNI 6, 60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1563
1563 16. « E dopo aver ricevuto la benedizione del vescovo, vadano e facciano scavare un gran fossato tutto intorno al terreno ricevuto, e vi piantino a guisa di muraglia una spessa  siepe, in segno di santa povertà e umiltà. Poi si facciano apprestare delle case poverelle, costruite con fango e legname, e alcune cellette separate, dove i frati possano raccogliersi a pregare e lavorare con più devozione e lontano da discorsi oziosi.
Facciano costruire anche la chiesa. Però i frati non devono far erigere grandi chiese, al fine di predicare al popolo o sotto altro pretesto. C'è maggiore umiltà e migliore esempio quando vanno a predicare in altre chiese, osservando la santa povertà e mantenendosi umili e rispettosi. Se talora venissero da loro prelati o chierici, religiosi o secolari, le povere case, le cellette e le chiese dei frati dimoranti nel luogo saranno per gli ospiti una predica, e ne trarranno edificazione ». Aggiunse: « Molto spesso i fratelli si fanno fabbricare grandi costruzioni, violando la nostra santa povertà, provocando nel prossimo malesempio e mormorazione. Poi, sotto pretesto di un luogo più comodo o più santo abbandonano il luogo primitivo e i suoi edifici. Allora quelli che diedero elemosine e la gente, vedendo e udendo ciò, ne restano molto scandalizzati e urtati.
E' più conveniente che i frati abbiano luoghi e edifici poveri, restando fedeli al loro ideale e dando buon esempio al prossimo, anziché fare del bene in contrasto con la loro professione religiosa e dando malesempio al popolo. Allora sì, se accadesse ai frati di abbandonare i luoghi modesti e le abitazioni poverelle in vista di un'abitazione più adatta, il malesempio e lo scandalo sarebbero meno grandi ».









MEDITAZIONE
Il discorso sul pane di vita è uno scandalo per coloro che lo prendono alla lettera. Pietro stesso, comprenderà solo più tardi che Gesù annunciava la propria glorificazione; ma accoglie nella fede la parola del Signore, che insegna in nome del Padre suo. Leggiamo nelle Fonti Francescane (800):”..Cosa offrirgli a sostegno, essendo in ogni sua parte in rovina? Francesco era già morto a questo mondo, ma Cristo viveva in lui. Le delizie del mondo erano per lui una croce, perchè portava radicata nel cuore la Croce di Cristo......” Morire al mondo, come fece Francesco, significa permettere a Cristo stesso di prendere dimora in noi e fare del nostro essere una sola cosa con Lui,...e diventare sua dimora,....e lasciare che Dio ci plasmi per farci “nuove creature”.....E' permettere a Dio di riconoscere in noi la sua immagine e di sentirsi a casa propria nell'anima nostra.....L'invito di Gesù è quello di vivere secondo la logica dello Spirito, la logica dell'Amore.

PREGHIERA
O Padre del Signore Gesù, facci la grazia di camminare verso di Lui anche quando la sua parola sembra troppo pesante per le nostre spalle. Perchè Lui ha parole di vita eterna e il suo amore supera ogni altro amore. Con te, o Padre, Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

giovedì 14 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 15 Aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 106
VENERDI' 15 APRILE 2016
GIOVANNI 6, 52-59
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1562
1562 15. Il Santo proseguì: « Poi, si rechino dal vescovo della città e gli dicano: " Messere, un benefattore, per amore di Dio e per la salvezza della sua anima, ha intenzione di offrirci il terreno bastante per costruire un luogo. Ricorriamo a voi per primo, poiché siete padre e signore delle anime di tutto il gregge affidato a voi, e anche nostro e degli altri frati che
risiederanno in questo luogo. Vorremmo edificare una casa con la benedizione del Signore Dio e vostra ».Francesco diceva questo perché il bene delle anime, che i frati vogliono realizzare tra il popolo, sarà maggiore se, vivendo in concordia con i prelati e il clero, essi guadagnano a Dio e popolo e clero, che se convertissero solo il popolo scandalizzando prelati e chierici. Diceva:
« Il Signore ci ha chiamati a rianimare la fede, inviandoci in aiuto ai prelati e chierici della santa madre Chiesa. Siamo quindi tenuti ad amarli, onorarli e venerarli sempre, in quanto ci è possibile. Per questo motivo sono detti a frati minori ", perché devono essere i più piccoli di tutti gli uomini del mondo, sia nel nome, sia nell'esempio e nel comportamento .Agli inizi della mia nuova vita, quando mi separai dal mondo e dal mio padre terreno, il Signore pose la sua parola sulle labbra del vescovo di Assisi, affinché mi consigliasse saggiamente nel servizio del Cristo e mi donasse conforto Per questa ragione e per le altre eminenti qualità che riconosco nei prelati, io voglio amare, venerare e considerare miei signori non soltanto i vescovi, ma anche gli umili sacerdoti ».









MEDITAZIONE
Di fronte all'incomprensione dei suoi ascoltatori, Gesù non rivela ancora come il credente potrà mangiare la sua carne, ma afferma ciò che è necessario per partecipare alla vita che Egli ha ricevuto dal Padre. Con l'Eucarestia, il Cristo ci riunisce nell'unità del suo Corpo Mistico: possiamo dire che se la chiesa fa l'Eucarestia, l'Eucarestia fa la chiesa. La condivisione dell'Eucarestia unisce i fedeli al Cristo totale, unendoli fra loro e con tutti coloro che partecipano del medesimo pane.... in ogni tempo e in ogni luogo...... Diceva Francesco :” Perciò io con fermezza consiglio a voi, miei signori, che, messa da parte ogni cura e preoccupazione, riceviate volentieri il santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo in sua memoria”. FF 212.

PREGHIERA
Dio vivente, che doni la carne del tuo Figlio come nostro cibo e il suo corpo come bevanda, facci vivere fin d'oggi della sua vita, e risuscitaci nell'ultimo giorno per restare sempre con Te, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

mercoledì 13 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 14 Aprile 2016

GIOVEDI' 14 APRILE 2016

GIOVANNI 6, 44-51

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:

«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore

Dalla LEGGENDA PERUGINA 1561

ISTRUZIONI PER LE DIMORE DEI FRATI
1561 14. In altro tempo, trovandosi presso Siena per farsi curare gli occhi, sostava in una cella, dove, dopo la sua morte, fu edificato in sua venerazione un oratorio. Messer Bonaventura, che aveva donato ai frati il terreno su cui era stato costruito il convento, disse al Santo: « Cosa ti sembra di questo luogo? ». Rispose Francesco: « Vuoi che ti dica come devono essere fatti i luoghi dei frati? ». E Bonaventura: « Volentieri, padre ». Il Santo prese a dire: « Quando i frati arrivano in una città dove non hanno un luogo per loro,trovando un benefattore disposto ad assegnare ad essi un terreno sufficiente per costruirvi il convento con l'orto e le altre cose indispensabili, i frati devono innanzi tutto determinare quanta terra basterà, senza mai perdere di vista la santa povertà che abbiamo promesso di osservare e il buon esempio che siamo tenuti a dare al prossimo in ogni cosa ».Parlava così il padre santo, perché era sua volontà che sotto nessun pretesto i frati violassero la povertà nelle case e chiese, negli orti e altre cose a loro uso. Non voleva che possedessero luogo alcuno con diritto di proprietà, e anzi vi abitassero sempre come pellegrini e forestieri. A tal fine, voleva che nei vari luoghi i frati non fossero numerosi, poiché gli sembrava difficile osservare la povertà quando si è in tanti. Fu questa la sua volontà, dal momento della conversione fino al giorno della morte che la santa povertà fosse osservata perfettamente.

MEDITAZIONE
Per conoscere Dio bisogna entrare in comunione con Colui che Egli ha mandato. Questa unione, a cui il Padre attira tutti gli uomini, è resa possibile dal sacrificio di Gesù, che qui viene annunciato. Il Padre ci indica suo Figlio come la strada sicura per imparare a vivere in pienezza. L'invito continuo di Gesù, invece, è di cibarsi del suo corpo che è l'unico alimento che ci dà vita e forza. Mangiando questo pane noi accettiamo di lasciarci conquistare da Lui,...... e farci pane spezzato per i fratelli e le sorelle che incontriamo,......e di entrare in una realtà ben più profonda, ...di entrare nella Vita che non muore. Seguiamo l'esempio di Francesco che “nient'altro possedeva, il povero di Cristo, se non due spiccioli da poter elargire con liberale carità: il corpo e l'anima. Ma corpo ed anima, per amore di Cristo, li offriva continuamente a Dio, poiché quasi in ogni istante immolava il corpo col rigore del digiuno e l'anima con la fiamma del desiderio: olocausto, il suo corpo, immolato all'esterno, nell'atrio del tempio; incenso l'anima sua, esalata all'interno del tempio”.

PREGHIERA
O Dio, che in questo misterioso scambio di doni ci fai partecipare alla comunione con te, unico sommo bene, concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione   abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen



martedì 12 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 13 Aprile 2016

MERCOLEDI' 13 APRILE 2016







GIOVANNI 6, 35-40

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Dalla LEGGENDA PERUGINA 1559-1560

1559 Noi che siamo vissuti con lui, lo abbiamo udito dire a più riprese quella parola del Vangelo: Le volpi hanno la tana e gli uccelli del cielo il nido, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo.E seguitava: « Il Signore, quando stava in disparte a pregare e digiunò quaranta giorni e quaranta notti, non si fece apprestare una cella o una casa, ma si riparò sotto le rocce della montagna ». Così, sull'esempio del Signore, non volle avere in questo mondo né casa né cella, e neanche voleva gli fossero edificate. Anzi, se gli sfuggiva la raccomandazione: «Preparatemi questa cella così », dopo non ci voleva dimorare, in ossequio alla parola del Vangelo: Non vi preoccupate.
1560 Vicino a morte, volle fosse scritto nel suo Testamento che tutte le celle e case dei frati dovevano essere costruite con fango e legname, per meglio conservare la povertà e l'umiltà.

MEDITAZIONE
Il Padre, nel suo amore, vuole salvare tutti gli uomini. Se essi andranno a Gesù con fede e si lasceranno condurre a Dio, avranno la vita eterna. Troppo spesso "ci rifiutiamo di credere" all'amore tenero che Dio ha per ciascuno di noi. Occultando sè stesso nell'Eucaristia, Dio dimostra l'incredibile distanza che è disposto a percorrere per soddisfare la nostra sete e la nostra fame.
Di quale "sete" e di quale "fame" si tratta? Della fame e della sete della "vita eterna". La fame e la sete che ogni uomo ha davanti alla vita divina che solamente Cristo può offrirci. E cosa dobbiamo fare per ottenere questa vita eterna cosi desiderata? Forse un atto eroico o sovrumano? No! E' un qualcosa di molto più semplice, per cui Gesù ci dice: "colui che viene a me, io non lo caccerò fuori" (Gv 6,37). Noi dobbiamo solo camminare velocemente verso Lui, andare al Suo incontro, avvicinarci a Lui ogni giorno nella Santa Messa. E' la cosa più semplice del mondo! Dobbiamo semplicemente assistere alla Messa: pregare e ricevere il Suo Corpo. Quando lo facciamo, non solo veniamo in possesso della “ nuova vita”, ma, inoltre, la irradiamo su altri. Francesco ci spiega che: “... Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il Corpo e il Sangue, i Nomi e le Parole mediante le quali siamo stati creati e redenti <da morte a vita>”. Per perpetuare la sua azione salvatrice e la sua presenza tra noi, Gesù Cristo si è fatto per noi alimento di vita:
è per mezzo dell'Eucarestia che dobbiamo restare uniti, giorno dopo giorno, nella profonda coesione che ci dà lo Spirito Santo.

PREGHIERA
Signore Dio, Padre di Gesù e Padre nostro, la tua volontà non è un volere arbitrario e inflessibile, ma è l'anelito di salvare tutti coloro che credono nel tuo Figlio. Aiutaci ad andare a Gesù come Colui che solo può condurci a te, per la vita eterna.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

lunedì 11 aprile 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO Nella Divina Volontà 1

Nella Divina Volontà 1




Conversione.
Gesù è il nostro Salvatore, il Suo Cuore è il nostro rifugio. Se viviamo nella Volontà di Dio possiamo
chiedere aiuto e misericordia , pietà e consolazione, per tutti coloro che vivono nel dolore: fisico, spirituale o materiale …… Con tanta umiltà possiamo chiedere la Grazia della conversione per chi vive nel peccato, per quelli che vivono lontani da Dio perché non credono in Lui. Come si può non credere? Le forze del male oscurano i nostri sensi, la nostra intelligenza, e ci stimolano a fare tutto ciò che ci allontana sempre più dalla Verità. Questo mondo, nato per un atto della Volontà di Dio, tanto ricco della Sua Luce,… non è nella Pace e nella Luce, perché l’umanità non vive in armonia con Lui. Vorrei non vedere e non sentire tutte le menzogne, i falsi giuramenti, la voglia di fare il male, i desideri di quelle cose terrene che soffocano in noi la vita spirituale. Quanto male nasce da un cuore senza Dio! Noi, che crediamo in Lui, supplichiamo lo Spirito Santo di avvolgere nel Divino Amore tutti i cuori induriti dal peccato e di spiegare loro, in un sussurro, che anche se peccatori sono amati e desiderati da Dio. Con le nostre preghiere e le nostre sofferenze offerte per loro, con l’azione dello Spirito, quei cuori potrebbero fondersi al Cuore Divino e i loro battiti recuperare l’armonia del battito della Vita. Collaboriamo tutti insieme al progetto del Padre per il bene delle anime! Per la loro salvezza! Questo mondo è saturo di ogni male e molti se lo portano dentro, perché ha messo radici nei loro cuori. Chi si oppone al disegno di Dio, chi cerca di porre ostacoli alla sua realizzazione….non è di Dio! La Santità si guadagna col dolore e si acquista nella prova! La pula del grano sarà allontanata! I rami secchi, senza più vita in loro, saranno tagliati! Tutto avverrà secondo la Divina Volontà nella quale dobbiamo vivere per guadagnare una beata e felice Eternità!

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 12 APRILE 2016

MARTEDI' 12 APRILE 2016
GIOVANNI 6, 30-35
Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.





Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Parola del Signore
Dalla LEGGENDA PERUGINA 1558
NON ESISTE UNA CELLA « MIA! »
1558 13. Soggiornava in un eremo un frate, uomo di grande spiritualità, al quale Francesco
era intimo amico. Considerando che, se il Santo fosse venuto nel romitaggio, non avrebbe
trovato un ambiente adatto ove raccogliersi in orazione, egli fece apprestare, in un angolo
solitario, ma non lontano dal luogo dei frati, una celletta, dove il Santo potesse pregare a suo
agio quando capitasse colà.
E accadde, che, dopo non molti giorni, giunse Francesco, e quel frate lo condusse a
vedere la cella. Disse il Santo: « Mi pare troppo bella! Se vuoi che ci passi alcuni giorni,
rivestila dentro e fuori con pietrame e rami d'albero ». Di fatto, la celletta non era costruita in
muratura ma in legno. Siccome però il legname era spianato con la scure e l'ascia, appariva
troppo elegante a Francesco. Quel frate la fece dunque arrangiare secondo aveva detto il
Santo.
Quanto più misere e conformi all'austerità religiosa erano le celle e le dimore dei frati,
tanto più volentieri Francesco le guardava, e accettava di venirvi ospitato.
Vi dimorava e pregava da alcuni giorni, quando, una volta che era uscito e si trovava
presso il luogo dei frati, uno di questi, appartenente a quella comunità, venne da Francesco.
Questi gli chiese: « Donde vieni, fratello? ». Rispose: « Vengo dalla tua cella». E Francesco: «
Poiché hai detto che è mia, d'ora innanzi ci abiterà un altro, e non io ».
MEDITAZIONE
Moltiplicando i pani e imponendo la propria volontà alle acque del mare, Gesù si rivela come un nuovo Mosè, superiore all'antico. Egli cerca di far comprendere ai giudei che il pane che Egli dona, ben più che una nuova manna, è per i credenti il vero pane che dà la vita al mondo. Gesù chiarisce il suo pensiero dichiarando esplicitamente di essere Lui stesso il pane di Dio, fonte della vita. Ora non ci sono più equivoci: il pane di Dio, disceso dal cielo per dare la vita all'umanità, è Gesù. Il Verbo incarnato è l'unica persona che può spegnere la fame e la sete di vita e di salvezza. Per questo motivo esorta tutti ad andare da lui per appagare il bisogno di felicità. “FF184 E la volontà di suo Padre fu questa, che il suo figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed è nato per noi, offrisse se stesso, mediante il proprio sangue, come sacrificio e vittima sull'altare della croce, non per se, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose,ma in espiazione dei nostri peccati, lasciando a noi l'esempio perché ne seguiamo le orme. E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui e che lo riceviamo col cuore puro e col nostro corpo casto.
[185] Ma pochi sono coloro che lo vogliono ricevere ed essere salvati per mezzo di lui, sebbene il suo giogo sia soave e il suo peso leggero”.
"Chi viene a me" e "Chi crede in me" sono espressioni dell'unico atteggiamento di fede. La fede è l'orientamento della vita verso la persona di Gesù.
PREGHIERA
Dio nostro Padre, noi ti rendiamo grazie perchè col pane della terra Tu nutri il nostro corpo, e col pane disceso dal cielo doni al mondo la vera vita. Dacci sempre, col pane quotidiano, anche il pane che viene da lassù. Te lo chiediamo in nome di Gesù, tuo Figlio e nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen