SAN FRANCESCO E IL VANGELO 2
SABATO 2 Gennaio 2016
SS. BASILIO E GREGORIO—memoria--
SS. BASILIO E GREGORIO—memoria--
GIOVANNI 1, 19-28
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?».
Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore.
Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore.
I FIORETTI DI SAN FRANCESCO 1881
CAPITOLO XLIII
CAPITOLO XLIII
Come frate Currado da Offida convertì un frate giovane, molestando egli gli altri frati. E come il detto frate giovane morendo, egli apparve al detto frate Currado, pregandolo che orasse per lui. E come lo liberò per la sua orazione delle pene grandissime del purgatorio.
1881 Il detto frate Currado da Offida, mirabile zelatore della evangelica povertà e della regola di santo Francesco, fu di sì religiosa vita e di sì grande merito appo Iddio, che Cristo benedetto l' onorò, nella vita e nella morte, di molti miracoli.
Tra' quali una volta, essendo venuto al luogo d' Offida forestiere, li frati il pregarono per l' amore di Dio e della carità, ch' egli ammonisse uno frate giovane che era in quello luogo, lo quale si portava sì fanciullescamente e disordinatamente e dissolutamente, che li vecchi e li giovani di quella famiglia turbava dello ufficio divino, e delle altre regolari osservanze o niente o poco si curava. Di che frate Currado per compassione di quello giovane e per li prieghi de' frati, chiamò un dì a sparte il detto giovane e in fervore di carità gli disse sì efficaci e divote parole d' ammaestramento, che con la operazione della divina grazia colui subitamente diventò, di fanciullo, vecchio di costumi e sì obbediente e benigno e sollecito e divoto, e appresso sì pacifico e servente e a ogni cosa virtuosa sì studioso, che come prima tutta la famiglia era turbata per lui, così per lui tutti n' erano contenti e consolati e fortemente l' amavano.
Addivenne, come piacque a Dio, che pochi dì poi dopo questa sua conversione, il detto giovane si morì, di che li detti frati si dolsono; e pochi dì poi dopo la sua morte l' anima sua apparve a frate Currado, istandosi egli divotamente in orazione dinanzi allo altare del detto convento e sì lo saluta divotamente come padre; e frate Currado ii dimanda: « Chi se' tu? ». Risponde: « Io sono l' anima di quel frate giovane che morì in questi dì ». E frate Currado: « O figliuolo mio carissimo, che è di te? >>. Risponde: « Padre carissimo, per la grazia di Dio e per la vostra dottrina, ènne bene, però ch' io non sono dannato, ma per certi miei peccati, li quali io non ebbi tempo di purgare sofficientemente, sostegno grandissime pene di purgatorio; ma io priego te, padre, che, come per la tua piatà mi soccorresti, quand' io era vivo, così ora ti piaccia di soccorrermi nelle mie pene, dicendo per me alcuno paternostro, chè la tua orazione è molto accettevole nel cospetto di Dio >>. Allora frate Currado, consentendo benignamente alle sue preghiere e dicendo una volta il paternostro con requiem aeternam, disse quella anima: « O padre carissimo, quanto bene e quanto refrigerio io sento! Ora io ti priego, che tu lo dica un' altra volta ». E frate Currado il dice un' altra volta; e detto che l' ebbe, dice l'anima: « Santo padre, quando tu ori per me, tutto mi sento alleviare; onde io ti priego che tu non resti di orare per me ». Allora frate Currado, veggendo che quella anima era così aiutata con le sue orazioni, sì disse per lui cento paternostri; e compiuti che gli ebbe, disse quell' anima: « Io ti ringrazio, padre carissimo, dalla parte di Dio della carità che hai avuto verso di me, imperò che per la tua orazione io sono liberato da tutte le pene e sì me ne vo al regno celestiale ». E detto questo, si partì quella anima. Allora frate Currado, per dare allegrezza e conforto alli frati, loro recitò per ordine tutta questa visione.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
Tra' quali una volta, essendo venuto al luogo d' Offida forestiere, li frati il pregarono per l' amore di Dio e della carità, ch' egli ammonisse uno frate giovane che era in quello luogo, lo quale si portava sì fanciullescamente e disordinatamente e dissolutamente, che li vecchi e li giovani di quella famiglia turbava dello ufficio divino, e delle altre regolari osservanze o niente o poco si curava. Di che frate Currado per compassione di quello giovane e per li prieghi de' frati, chiamò un dì a sparte il detto giovane e in fervore di carità gli disse sì efficaci e divote parole d' ammaestramento, che con la operazione della divina grazia colui subitamente diventò, di fanciullo, vecchio di costumi e sì obbediente e benigno e sollecito e divoto, e appresso sì pacifico e servente e a ogni cosa virtuosa sì studioso, che come prima tutta la famiglia era turbata per lui, così per lui tutti n' erano contenti e consolati e fortemente l' amavano.
Addivenne, come piacque a Dio, che pochi dì poi dopo questa sua conversione, il detto giovane si morì, di che li detti frati si dolsono; e pochi dì poi dopo la sua morte l' anima sua apparve a frate Currado, istandosi egli divotamente in orazione dinanzi allo altare del detto convento e sì lo saluta divotamente come padre; e frate Currado ii dimanda: « Chi se' tu? ». Risponde: « Io sono l' anima di quel frate giovane che morì in questi dì ». E frate Currado: « O figliuolo mio carissimo, che è di te? >>. Risponde: « Padre carissimo, per la grazia di Dio e per la vostra dottrina, ènne bene, però ch' io non sono dannato, ma per certi miei peccati, li quali io non ebbi tempo di purgare sofficientemente, sostegno grandissime pene di purgatorio; ma io priego te, padre, che, come per la tua piatà mi soccorresti, quand' io era vivo, così ora ti piaccia di soccorrermi nelle mie pene, dicendo per me alcuno paternostro, chè la tua orazione è molto accettevole nel cospetto di Dio >>. Allora frate Currado, consentendo benignamente alle sue preghiere e dicendo una volta il paternostro con requiem aeternam, disse quella anima: « O padre carissimo, quanto bene e quanto refrigerio io sento! Ora io ti priego, che tu lo dica un' altra volta ». E frate Currado il dice un' altra volta; e detto che l' ebbe, dice l'anima: « Santo padre, quando tu ori per me, tutto mi sento alleviare; onde io ti priego che tu non resti di orare per me ». Allora frate Currado, veggendo che quella anima era così aiutata con le sue orazioni, sì disse per lui cento paternostri; e compiuti che gli ebbe, disse quell' anima: « Io ti ringrazio, padre carissimo, dalla parte di Dio della carità che hai avuto verso di me, imperò che per la tua orazione io sono liberato da tutte le pene e sì me ne vo al regno celestiale ». E detto questo, si partì quella anima. Allora frate Currado, per dare allegrezza e conforto alli frati, loro recitò per ordine tutta questa visione.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
MEDITAZIONE
La subordinazione del Battista a Gesù è totale. Con la parola e con la vita egli offre al Messia una testimonianza che cerca di suscitare la fede di tutti verso il grande sconosciuto che vive tra gli uomini e che essi non conoscono. La sua umiltà e la sua fedeltà sono esemplari: egli allontana sempre più l'attenzione e lo sguardo da sé per orientare tutti verso il suo Signore. La via dell'umiltà conduce sulle vie che anche Francesco ha percorso, cioè del riconoscimento di ciò che veramente siamo agli occhi di Dio. Molti pensano che per essere credenti occorra dimenticare se stessi. Il vangelo, invece, pone al discepolo la domanda cruciale: che dici di te stesso? Giovanni Battista non si prende per Dio e, alla luce della Parola, pieno dell'esperienza di Dio, dice di essere solo una voce. Il più grande uomo mai nato sulla terra sa dire di se stesso che è una voce imprestata alla Parola di Dio. E noi, cosa diciamo di noi stessi?
PREGHIERA
Signore Gesù, il più grande dei figli degli uomini si è dichiarato indegno di sciogliere il legaccio di tuoi sandali. Insegnaci sull'esempio di Giovanni, a non dire nulla di noi stessi, ma ad essere testimoni trasparenti della tua presenza nel mondo. Tu che condividi la nostra vita e quella del Padre, nei secoli dei secoli.
Signore Gesù, il più grande dei figli degli uomini si è dichiarato indegno di sciogliere il legaccio di tuoi sandali. Insegnaci sull'esempio di Giovanni, a non dire nulla di noi stessi, ma ad essere testimoni trasparenti della tua presenza nel mondo. Tu che condividi la nostra vita e quella del Padre, nei secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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