lunedì 1 giugno 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 2 Giugno 2015

Martedì 2 Giugno 2015

Marco 12, 13-17
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.

Leggenda Maggiore di San Bonaventura XIII, 4: FF 1227
Vedeva, il servo di Cristo, che le stimmate impresse in forma così palese non potevano restare nascoste ai compagni più intimi; temeva, nondimeno, di mettere in pubblico il segreto del Signore ed era combattuto da un grande dubbio: dire quanto aveva visto o tacere? Chiamò, pertanto, alcuni dei frati e, parlando in termini generali, espose loro il dubbio e chiese consiglio. Uno dei frati, Illuminato, di nome e di grazia, intuì che il Santo aveva avuto una visione straordinaria, per il fatto che sembrava tanto stupefatto, e gli disse: “ Fratello, sappi che qualche volta i segreti divini ti vengono rivelati non solo per te, ma anche per gli altri. Ci sono, dunque, buone ragioni per temere che, se tieni celato quanto hai ricevuto a giovamento di tutti, venga giudicato colpevole di aver nascosto il talento ". Il Santo fu colpito da queste parole e, benché altre volte fosse solito dire: “ Il mio segreto è per me ”, pure in quella circostanze, con molto timore, riferì come era avvenuta la visione e aggiunse che, durante l'apparizione il serafino gli aveva detto alcune cose, che in vita sua non avrebbe mai confidato a nessuno. Evidentemente i discorsi di quel sacro serafino, mirabilmente apparso in croce, erano stati così sublimi che non era concesso agli uomini di proferirli.

MEDITAZIONE
Alle opposte ideologie fra cui i suoi nemici vogliono obbligarlo a scegliere, Gesù oppone una verità che tutti devono accettare: l’uomo in primo luogo è debitore di sé stesso a Dio, il quale lo ha creato a sua immagine. Per quanto riguarda la situazione concreta, se i giudei hanno accettato la moneta di Cesare, paghino anche il tributo che questo fatto comporta: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio”. L’insegnamento è duplice: l’autorità civile ha diritto all’obbedienza, soprattutto di coloro che approfittano dei vantaggi che essa reca; ma questa obbedienza non può ostacolare un’obbedienza superiore: quella che si deve a Dio. Gesù ha impresso nei nostri cuori il sigillo della sua creativa presenza, ci ha resi uomini e donne abbandonati alla divina volontà e docili ai suoi progetti. Francesco era totalmente abbandonato alla volontà di Dio, la sua preghiera era intrisa di speranza e di attesa per la realizzazione dei disegni di Dio e annunciava il Vangelo ogni giorno, con la sua vita, con la certezza che ciò accelera l’avanzare del Regno di Dio nel mondo. Anche da noi Dio si aspetta che gli diamo ciò che gli appartiene: il primo posto nella nostra vita. Gli spetta di diritto, in quanto è Lui il nostro Creatore. Forza, dunque, togliamo le bende dell’egoismo dai nostri occhi : esse annebbiano la nostra vista e ci impediscono di vedere e comprendere le meraviglie che Dio opera in noi e attorno a noi.

PREGHIERA
Signore Gesù, rendici capaci di compiere con coscienza il nostro dovere politico e civile, e in ogni situazione fa che sappiamo rendere a Dio quello che è di Dio, il Re dell’universo che regna per i secoli dei secoli.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.




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