giovedì 31 maggio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 31 MAGGIO 2018



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 151
GIOVEDI' 31 MAGGIO 2018
VISITAZIONE DELLA B.V. MARIA-festa-proprio-
Lc 1,39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. 
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore
VITA SECONDA DI TOMMASO DA CELANO 787
Al di sopra di tutte le altre solennità celebrava con. ineffabile premura il Natale del Bambino Gesù, e chiamava festa delle feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato ad un seno umano. Baciava con animo avido le immagini di quelle membra infantili, e la compassione del Bambino, riversandosi nel cuore, gli faceva anche balbettare parole di dolcezza alla maniera dei bambini. Questo nome era per lui dolce come un favo di miele in bocca. Un giorno i frati discutevano assieme se rimaneva l'obbligo di non mangiare carne, dato che il Natale quell'anno cadeva in venerdì. Francesco rispose a frate Morico: «Tu pecchi,fratello, a chiamare venerdì il giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano spalmati all'esterno.

MEDITAZIONE
Il mese che la devozione popolare cristiana vuole dedicato in particolare al culto della Madre di Dio si chiude con la festa liturgica che ricorda il secondo «mistero gaudioso». Maria vergine andò sollecita dalla cugina Elisabetta per offrire i servizi che una giovane donna può compiere per una donna anziana, che attende di diventare madre. Maria fu pure mossa dal desiderio di comunicare alla cugina la gioia che essa provava per la «meraviglia» operata in lei dal Signore. A queste ragioni umane Luca ne aggiunge un’altra di ordine divino.
Il frasario che egli usa per riferire il fatto fa capire che l’abitazione di Dio in mezzo agli uomini si colloca su un nuovo piano anche nella persona di Maria. Mentre porta il suo bambino, ella è la vera dimora di Dio e come tale viene riverita dalla cugina. Ecco dunque che Dio viene ad abitare fra gli uomini, ma la dimora non e più un tempio di pietra è una persona! D’ora innanzi non sarà più con le pietre che si edificherà la abitazione di Dio sulla terra, ma con la fede, la carità, la dedizione, la speranza. La festa della «Visitazione» è stata celebrata dai Francescani fin dal secolo XIII. Papa Bonifacio IX la introdusse nel calendario universale della Chiesa e Clemente VIII (1608) compose i testi liturgici dell’officiatura precedente l’ultima riforma. Tradizionalmente celebrata il 2 luglio, questa festa è stata anticipata dal nuovo calendario per armonizzarla con la memoria degli avvenimenti del Vangelo lungo l’anno liturgico, ponendola tra l’Annunciazione del Signore il 25 marzo e la nascita di Giovanni Battista il 24 giugno.
L’Eucaristia, mentre celebra oggi il fatto della visita di Maria alla cugina Elisabetta, attua la incessante «visita» di Dio alla sua Chiesa e alla nostra assemblea, per fare di ognuno un «portatore di Cristo».
San Francesco aveva una grande venerazione per la Vergine Maria e per lei scrisse lodi e preghiere. Anche di questa lode, intessuta di sostantivi-aggettivi biblici e patristici, è sicura l'autenticità, avallata, oltretutto, dalla testimonianza del Celano: «Circondava di indicibile amore la Madre di Gesù. per averci donato come fratello il Signore della maestà". 
[259] Ave, Signora, santa regina,
santa Madre di Dio, Maria
che sei vergine fatta Chiesa.
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia
e ogni bene.
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.
[260] E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate.
PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore
hai ispirato alla beata Vergine Maria,
che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant'Elisabetta,
concedi a noi di essere docili all'azione del tuo Spirito,
per magnificare con Maria il tuo santo nome.
Per il nostro Signore Gesù...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

mercoledì 30 maggio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 30 MAGGIO 2018



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 150
MERCOLEDI' 30 MAGGIO 2018
S.GIOVANNA D'ARCO
MARCO 10, 32-45
Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. 
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di San Bonaventura XII,12 : FF 1221 Poiché l'araldo di Cristo era famoso per questi e molti altri prodigi, la gente prestava attenzione alle sue parole, come se parlasse un Angelo del Signore. Infatti la prerogativa delle virtù eccelse, lo spirito di profezia, la potenza taumaturgica, la missione di predicare venuta dal cielo, I'obbedienza delle creature prive di ragione, le repentine conversioni dei cuori operate dall'ascolto della sua parola, la scienza infusa dallo Spirito Santo e superiore all'umana dottrina, I'autorizzazione a predicare concessa dal sommo Pontefice per rivelazione divina, come pure la Regola, che definisce la forma della predicazione, confermata dallo stesso Vicario di Cristo e, infine, i segni del Sommo Re impressi come un sigillo nel suo corpo, sono come dieci testimonianze per tutto il mondo e confermano senza ombra di dubbio che Francesco, I'araldo di Cristo, è degno dl venerazione per la missione ricevuta, autentico nella dottrina insegnata, ammirabile per la santità e che, perciò. egli ha predicato il Vangelo di Cristo come un vero inviato di Dio.
MEDITAZIONE
Servire,….come il Cristo! Per la terza volta Gesù annuncia ai discepoli la morte che lo attende a Gerusalemme. Questo discorso li spaventa, ma non cambia il loro unico desiderio; insieme al Signore, dominare gli altri. Gesù denuncia la vanità delle loro aspirazioni: la sua gloria non consiste nel dominare, ma nel servire gli uomini che Egli ama al punto da donare la propria vita per salvarli. Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la propria vita per la nostra salvezza: se Gesù non avesse trasformato la pena subita in dono generoso, non avrebbe potuto darci il suo corpo, darci il suo sangue. Doveva trasformare l'evento in dono, per poter poi trasmetterci questo dono nel sacramento. E il sacramento ha lo scopo di dare anche a noi la forza di trasformare nello stesso modo gli eventi, cioè di accogliere tutti gli avvenimenti della nostra vita, anche quando sono penosi e trasformarli in sacrificio generoso in unione con Cristo, crocifisso e risorto. Grazie all'Eucaristia questa forza è in noi e lo Spirito di Cristo ci muove continuamente ad usarla nella generosità e nella fedeltà. Non scordiamoci mai di seguire gli insegnamenti di Francesco che, ammirabile per la santità, pieno di fede e di Spirito Santo, ha predicato il Vangelo di Cristo come un vero inviato di Dio.

PREGHIERA
Concedi, Signore,
che il corso degli eventi nel mondo
si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace,
e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 29 MAGGIO 2018

 

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 149
MARTEDI' 29 MAGGIO 2018
S.MASSIMINO
MARCO 10, 28-31
Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di San Bonaventura XII, 10: FF 1220
Nel contado di Arezzo, una donna da molti giorni soffriva il travaglio del parto ed era ormai vicino alla morte. In quella situazione disperata, non le restava più rimedio alcuno, se non da Dio. Ebbene, il servo di Cristo era appena passato, a cavallo, da quelle parti e capitò che, nel riportare la bestia al padrone, gli incaricati passassero dal villaggio della povera donna. La gente del luogo, visto il cavallo su cui il Santo aveva viaggiato, gli strapparono via le briglie e andarono a porle sul corpo della donna. A quel contatto miracoloso, scomparve ogni pericolo e la donna, sana e salva, subito partorì. Un uomo di Città della Pieve, religioso e timorato di Dio, conservava la corda che era servita da cingolo al padre santo. E siccome in quel paese gran numero di uomini e di donne veniva colpita da varie malattie, andava in giro per le case dei malati, intingeva la corda nell'acqua, che poi dava da bere ai sofferenti: con questo mezzo moltissimi guarivano. Ma anche i malati che mangiavano il pane toccato dall'uomo di Dio, ottenevano rapidamente per divino intervento, la guarigione.

MEDITAZIONE
Lo scopo del distacco: un più grande amore. Sì, il cristiano deve essere distaccato da tutto, perché il suo cuore possa aprirsi sempre più all’amore di Cristo,…. che lo unirà a tutti coloro che Cristo ama …e lo renderà fedele nel tempo della prova. Per seguirlo bisogna essere pronti a rinunciare alla famiglia, agli amici, all’onore, alla vita stessa. Rinunciare, insomma, a tutti i propri beni: “Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo” (Lc 14,33). Francesco, dopo aver abbandonato tutto, alzava sempre le mani al cielo in favore di chi credeva in lui: dimentico di sè, provvedeva prima alla loro salvezza. Si prostrava ai piedi della Maestà divina, offriva un sacrificio spirituale per i suoi figli, e piegava Dio a beneficarli. Ti svelo un segreto, fratello mio: non pensare mai a te. E’ questa la vera povertà gradita a Dio.

PREGHIERA
Concedi, Signore,
che il corso degli eventi nel mondo
si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace,
e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

lunedì 28 maggio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 28 MAGGIO 2018



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 148
LUNEDI' 28 MAGGIO 2018
S.MARIA ANNA DI GESU' DE PAREDES
MARCO 10, 17-27
Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». 
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Parola del Signore
+DALLA LEGGENDA PERUGINA 1602
GENEROSITA' Dl FRANCESCO
1602 52. In quello stesso torno di tempo, una donna poverella di Machilone venne a Rieti per farsi curare gli occhi. E un giorno che il medico si recò da Francesco, ebbe a riferirgli: « Fratello, è venuta da me una donna malata agli occhi; ma è talmente povera, che mi tocca curarla per amor di Dio, e pagarle io le spese ».
Al sentire questo, Francesco fu preso da compassione per quella infelice e, chiamato a sé uno dei compagni, precisamente il suo "guardiano", gli disse: « Frate guardiano, dobbiamo restituire la roba d'altri ». Quello osservò: « E quale sarebbe, fratello? ». Replicò il Santo: « Questo mantello che abbiamo preso in prestito da quella donna poverella e malata d'occhi: dobbiamo renderglielo ». Concluse il guardiano: « Fratello, fai pure quello che ti par meglio».
Allora Francesco, tutto felice, fa venire un uomo spirituale, con cui era in intimità, e gli dice: « Prendi questo mantello e dodici pani, va' e dirai a quella donna povera e inferma, che l'oculista ti indicherà: "Il povero, al quale tu hai prestato questo mantello, ti ringrazia di cuore del prestito fatto. E adesso, riprendi quello che ti appartiene" ».L'amico andò e disse alla donna le parole suggeritegli da Francesco. Quella però, non riuscendo a raccapezzarsi, presa da sospetto e disagio, rispose: « Lasciami in pace. Non so cosa stai dicendo ». Ma quello le mise in mano il mantello con i dodici pani. La donna, constatando che diceva sul serio, prese il dono tra preoccupata e felice. E, temendo non gli venisse tolto, si alzò nascostamente di notte e tornò tutta contenta a casa sua. Francesco aveva incaricato il suo guardiano di pagare le spese della povera malata ogni giorno, finché fosse rimasta a Rieti. Noi che siamo vissuti con lui, possiamo testimoniare che Francesco, sano o infermo che fosse, traboccava di amore e tenerezza non solo verso i suoi frati, ma verso tutti i poveri, tanto in buona salute che ammalati. Si privava del necessario, che i fratelli gli procuravano con sollecitudine e affetto, --non senza mostrarsi carezzevole con noi, affinché non ne rimanessimo male,--per offrirlo con molta gioia agli altri, sottraendo al proprio corpo anche ciò che gli era indispensabile. Per ovviare a questo, il ministro generale e il suo guardiano gli avevano comandato di non cedere la tonaca ad alcun frate senza il loro permesso. In effetti, sospinti da devozione verso Francesco, i frati talvolta gliela chiedevano, e lui la regalava immediatamente. Talora lui stesso, vedendo qualche frate malaticcio o malvestito, gli dava la propria tonaca, magari dividendola, e parte donando, parte tenendo per sé. Infatti non indossava e non voleva avere a disposizione che una tonaca sola.

MEDITAZIONE
Marco parla spesso dello “sguardo” di Gesù, che penetra i cuori. L'uomo che oggi gli sta davanti desidera la vita eterna, ma è attaccato alle proprie ricchezze. Gesù vede ciò che gli manca: la povertà che lo renderebbe libero e gli permetterebbe di seguire Colui che può soddisfare il suo desiderio, unendolo a Dio, bene sommo e fonte di tutti i beni. Gesù invita anche noi a disfarci di tutto ciò che ci trasciniamo dietro e ci impedisce di vivere la vera “comunione” con Lui. Gesù vuole che ci liberiamo delle tante false sicurezze che riempiono la nostra vita per imparare a condividere e mettere a disposizione degli altri i nostri doni. Questo è stato il segreto di Francesco. Per essere fedele alle parole di Gesù, e per poterlo servire liberamente, volle essere povero fino alla fine della sua vita: tutto “...egli aveva compiuto per lo zelo della povertà, che lo spingeva a non avere neppure l'abito, se non a prestito da un altro”. FF1240.

PREGHIERA
Concedi, Signore,
che il corso degli eventi nel mondo
si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace,
e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
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(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
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sabato 26 maggio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 27 Maggio 2018

 

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 147
DOMENICA 27 MAGGIO 2018
SS. TRINITA'--solennità--proprio-
MATTEO, 28,16-20
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore
-Leggenda Maggiore di San Bonaventura XIII,3 : FF 1225
L'ardore serafico del desiderio, dunque, lo rapiva in Dio e un tenero sentimento di compassione lo trasformava in Colui che volle, per eccesso di carità, essere crocifisso. Un mattino, all'appressarsi della festa dell'Esaltazione della santa Croce, mentre pregava sul fianco del monte, vide la figura come di un serafino, con sei ali tanto luminose quanto infocate, discendere dalla sublimità dei cieli: esso, con rapidissimo volo, tenendosi librato nell'aria, giunse vicino all'uomo di Dio, e allora apparve tra le sue ali l'effige di un uomo crocifisso, che aveva mani e piedi stesi e confitti sulla croce. Due ali si alzavano sopra il suo capo, due si stendevano a volare e due velavano tutto il corpo. A quella vista si stupì fortemente, mentre gioia e tristezza gli inondavano il cuore. Provava letizia per l'atteggiamento gentile, con il quale si vedeva guardato da Cristo, sotto la figura del serafino. Ma il vederlo confitto in croce gli trapassava l'anima con la spada dolorosa della compassione. Fissava, pieno di stupore, quella visione così misteriosa, conscio che l'infermità della passione non poteva assolutamente coesistere con la natura spirituale e immortale del serafino. Ma da qui comprese, finalmente, per divina rivelazione, lo scopo per cui la divina provvidenza aveva mostrato al suo sguardo quella visione, cioè quello di fargli conoscere anticipatamente che lui, I'amico di Cristo, stava per essere trasformato tutto nel ritratto visibile di Cristo Gesù crocifisso, non mediante il martirio della carne, ma mediante l'incendio dello spirito

MEDITAZIONE
E’ difficile parlare di Dio, più difficile ancora parlare della Trinità. San Paolo, a tutti quelli che il battesimo ha tuffati nella vita divina dice: “Silenzio. Ascoltate ed esperimentate Dio in voi. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo. Sentirete allora zampillare un grido: Abbà, Papà”. “ Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio”.    Egli ci ha dato un atteggiamento di confidenza e di libertà filiale. “L’antico Testamento ha chiaramente manifestato il Padre, oscuramente il Figlio. Il Nuovo Testamento ha rivelato il Figlio ed ha insinuato la divinità dello Spirito Santo. Oggi lo Spirito vive in noi e in mezzo a noi e si fa chiaramente conoscere”. Francesco scrive così nella Regola non bollata: (FF 70-71).                            [70] Nient'altro dunque dobbiamo desiderare, niente  altro  volere, nient'altro ci  piaccia e diletti, se  non  il Creatore e
Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio, il  quale è il bene pieno, ogni  bene, tutto il  bene, vero e  sommo bene, che
solo è buono, pio, mite, soave e dolce, che solo è santo, giusto, vero, santo e retto, che solo è  benigno, innocente,puro,
dal quale e  per  il quale e nel quale è ogni perdono, ogni  grazia, ogni  gloria  di tutti i penitenti e giusti, di tutti i santi che
godono insieme nei cieli.
   [71] Niente dunque ci ostacoli, niente ci separi, niente si frapponga.E ovunque, noi  tutti, in ogni luogo, in ogni ora  e  in ogni  tempo, ogni  giorno e  ininterrottamente  crediamo  veramente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo, adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifichiamo e rendiamo grazie all'altissimo e sommo eterno Dio, Trinità e Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui, e amano lui che è senza inizio e senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile incomprensibile. ininvestigabile, benedetto, degno di lode, glorioso, sopraesaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sopra tutte le cose desiderabile nei secoli dei secoli. Amen.
PREGHIERA
O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo
ci hai fatto tutti figli nel tuo unico Figlio,
ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre,
e fa’ che, obbedendo al comando del Salvatore,
diventiamo annunziatori della salvezza
offerta a tutti i popoli. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 26 MAGGIO 2018

 
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 146
SABATO 26 MAGGIO 2018
S.FILIPPO NERI--memoria-
MARCO 10, 13-16
Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.
+Dal Vangelo secondo Marco
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: <<Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso>>. E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.
Parola di Dio.
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1599
LA CELLA IN FIAMME
1599 50. Mentre faceva la quaresima sul monte della Verna, un giorno, all'ora della refezione, uno dei suoi compagni accese il fuoco nella cella in cui Francesco veniva per mangiare. Acceso che fu andò nella celletta dove il Santo usava pregare e riposarsi per leggergli il brano di Vangelo assegnato alla Messa di quel giorno. Infatti, Francesco, prima del pasto, voleva sempre ascoltare il Vangelo del giorno, quando non aveva potuto partecipare alla Messa. Quando arrivò per prendere cibo nella cella dov'era stato acceso il fuoco, già le fiamme erano salite al tetto e lo stavano bruciando. Il compagno cercava di spegnere l'incendio, ma da solo non riusciva; Francesco non voleva aiutarlo, anzi prese una pelle con cui si copriva di notte, e si addentrò nella selva.Intanto i frati del luogo, sebbene dimoranti lontano da quella celletta costruita fuori mano, accorgendosi che stava bruciando, accorsero ed estinsero l'incendio. Francesco tornò più tardi per mangiare. Dopo il pasto disse al compagno: « Non voglio più stendere su di me questa pelle, poiché, per colpa della mia avarizia, non ho concesso a fratello Fuoco di divorarla ».

MEDITAZIONE
L'ingresso nel Regno è soltanto un dono gratuito che dobbiamo ricevere con l'umile fiducia di un bambino. Con il suo atteggiamento verso i piccoli, Gesù si stacca da quelli che fanno mostra della loro sapienza piena di presunzione: infatti solo a chi è come i fanciulli Egli rivela i misteri più alti del Regno. Il rapporto uomo/Dio è identico al rapporto bambino/genitore: se è corretto non è un rapporto di diritti e di doveri, di forze o di antagonismi, ma di amore e di libertà ricevuta. Dio dà se' stesso all'uomo, come il genitore dà se stesso al figlio. Per questo l'accesso al Regno di Dio è riservato ai bambini, perché sono pura capacità di ricevere, di accogliere: sono povertà assoluta! Chi ha pretese, non entra nel Regno. Ciò che univa Francesco a Dio non era solo la fede, ma la “piccolezza” accolta nel Figlio: egli ci mostra come si può diventare “piccoli” pur essendo adulti di età, e servire Dio in grande umiltà. Francesco riuscì a vivere l'insufficienza e il bisogno come forza: la forza di riconoscersi figlio, la forza di esistere in relazione ad un altro, che è datore della vita. C'è qualcosa di divino nell'insufficienza e nel bisogno, perchè Gesù stesso ha deciso di diventare piccolo tra i piccoli, impotente tra gli impotenti, debole tra i deboli, ferito tra i feriti, umile tra gli umili. Leggiamo nelle Fonti Francescane (FF604): “Il servo di Dio, Francesco, piccolo di statura, umile di spirito e minore di professione, mentre viveva qui sulla terra scelse per sé e per i suoi una piccola porzione di mondo: altrimenti, senza usare nulla di questo mondo, non avrebbe potuto servire Cristo. E furono di certo ispirati da Dio quelli che, anticamente, chiamarono Porziuncola il luogo che toccò in sorte a coloro che non volevano assolutamente possedere nulla su questa terra......” E noi, amiamo la “piccolezza evangelica?”. “Se non diventiamo piccoli come i bambini”, non illudiamoci di potere realizzare qualcosa “nel regno di Dio”, (che inizia quaggiù), perché non avremo “la fortuna” neanche di “entrarci”:
Non si può neppure iniziare (e tanto meno proseguire) il cammino della vita cristiana.
La piccolezza evangelica è come la porta d’ingresso del “Regno”: Se tu non la apri, resti fuori…..non puoi “entrare” in comunione con Dio e con i fratelli…
Allora, a che servono tutte le altre cose?…
PREGHIERA
O Padre, che glorifichi i tuoi santi
e li doni alla Chiesa come modelli di vita evangelica,
infondi in noi il tuo Spirito,
che infiammò mirabilmente
il cuore di san Filippo Neri.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento”

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 25 MAGGIO 2018

 

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 145
VENERDI' 25 MAGGIO 2018
S.BEDA
MARCO 10, 1-12
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. 
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Parola del Signore
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1598
STRAORDINARIO RISPETTO PER IL FUOCO
1598 49. Non deve stupire che il fuoco e le altre creature talvolta lo onorassero. Come abbiamo visto noi, vissuti con lui, Francesco aveva un grande affettuoso amore e rispetto per esse, e gli procuravano tanta gioia. Dimostrava a tutte le creature così spontanea pietà e comprensione che quando taluno le trattava senza riguardi, egli ne soffriva. Parlava con esse con così grande letizia, intima ed esteriore come ad esseri dotati di sentimento, intelligenza e parola verso Dio, che molto spesso, in quei momenti, egli era rapito nella contemplazione di Dio. Una volta che stava seduto presso il fuoco, questo si attaccò ai suoi panni di lino lungo la gamba, senza che Francesco se ne avvedesse. Cominciò a sentirne il calore, ma il compagno, notando che i panni bruciavano, corse per spegnere il fuoco. Gli disse il Santo: «Carissimo fratello, non far male a fratello Fuoco! >>, e non gli permetteva in alcun modo di spegnerlo. Allora quello si precipitò dal frate «guardiano" di Francesco e lo condusse da lui. E così, contro la volontà del Santo, il fuoco fu estinto. Non voleva mai spegnere la candela, la lampada o il fuoco, come si suol fare quando occorre: tanta era la pietà e affettuosità che portava a questa creatura. Nemmeno voleva che un frate gettasse via il fuoco o i tizzi fumiganti, come si fa d'abitudine; ma raccomandava che si ponesse delicatamente per terra, in reverenza di Colui che lo ha creato.

MEDITAZIONE
Il fondamento della fedeltà coniugale è l'amore di Dio. Creando l'uomo e la donna, Dio ha messo nel loro cuore un amore che li rende capaci di unirsi nella reciprocità di un dono totale e fedele. Ma perchè questo sia possibile e duri nel tempo, non bisogna mai chiudere il proprio cuore all'amore di cui Dio è la fonte. La famiglia indissolubile non è stata un'invenzione dell'uomo, né frutto di un'esigenza sociale. Essa è voluta da Dio stesso, secondo l'affermazione categorica di Gesù: "L'uomo non separi quello che Dio ha congiunto". Questa precisa dichiarazione non ammette dubbi. L'uomo non può distruggere l'unione stabilita dal suo Signore e Creatore in alcun modo perchè è volontà di Dio!
Per questo, quando un matrimonio è in crisi e gli sposi non si sopportano più o si detestano, devono trovare la forza in Cristo, sempre presente nella vita matrimoniale. Il coniuge che rimane fedele alle promesse, che non porta rancore e perdona con l'aiuto di Dio, è segno del Cristo crocifisso che perdonò i suoi crocifissori e oggi perdona alla sua Chiesa tante infedeltà. San Francesco aiutava chi gli chiedeva aiuto e preghiere per il matrimonio in crisi. Infatti (FF1193),una volta, “una devota nobildonna si recò dal Santo, per esporgli il proprio dolore e richiedere il rimedio: aveva un marito molto cattivo, che la faceva soffrire osteggiandola nel servizio di Cristo. Perciò chiedeva al Santo di pregare per lui, affinché Dio si degnasse nella sua bontà d'intenerirgli il cuore.
Il Santo, dopo averla ascoltata, le disse: “ Va in pace e sta sicura che fra poco avrai dal tuo uomo la consolazione che desideri ” E aggiunse: “ Gli dirai da parte di Dio e mia che ora è tempo di misericordia, poi, di giustizia ”. Ricevuta la benedizione, la donna ritorna, trova il marito, gli riferisce quelle parole. Scende sopra di lui lo Spirito Santo che, trasformandolo in un uomo nuovo, così lo induce a rispondere con tutta mansuetudine: “ Signora, mettiamoci a servire il Signore e salviamo l'anima nostra”.. ”.

PREGHIERA
Il tuo aiuto, Padre misericordioso,
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito,
perché possiamo conoscere
ciò che è conforme alla tua volontà
e attuarlo nelle parole e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento”

giovedì 24 maggio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 24 MAGGIO 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 144
GIOVEDI' 24 MAGGIO 2018
DED. BASILICA DI S.FRANCESCO IN ASSISI-festa-
Dalla liturgia della Chiesa:
Vangelo
Mc 9,41-50
È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
Parola del Signore
Dal Messale francescano
GIOVANNI 10, 22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.
VITA SECONDA DI TOMMASO DA CELANO 779
Quando Francesco si faceva la tonsura, spesso ripeteva a chi gli tagliava i capelli: "Bada di non farmi una corona troppo larga! Perché voglio che i miei frati semplici abbiano parte nel mio capo".
Voleva appunto che l'Ordine fosse aperto allo stesso modo ai poveri e illetterati, e non soltanto ai ricchi e sapienti. "Presso Dio--diceva--non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell'Ordine, si posa egualmente sul povero ed il semplice".
Avrebbe voluto inserire proprio questa frase nella Regola, ma non fu possibile perché era già stata confermata con bolla.
MEDITAZIONE
Risuona ancora nel mondo la domanda: «Se tu sei il Cristo, dìllo a noi apertamente».Tutto è già stato detto! 
Ma troppi schiamazzi assordanti impediscono di ascoltare la voce suadente del pastore. Gli stessi pastori, anch’essi spaventati, talvolta fuggono come mercenari e il gregge si disperde e i lupi rapaci entrano nell’ovile a fare strage. Ciò accade per mancanza di fede nel Pastore; non siamo ancora consapevoli della sua umile potenza; forse siamo tentati ancora di preferire un “capo” ad un umile pastore, egli però è il Figlio di Dio! San Francesco lo seguiva e lo imitava. "Presso Dio--diceva--non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell'Ordine, si posa egualmente sul povero ed il semplice". FF779. Perciò, importante per noi tutti, è avere fede. Solo avere fede!

PREGHIERA
Il tuo aiuto, Padre misericordioso,
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito,
perché possiamo conoscere
ciò che è conforme alla tua volontà
e attuarlo nelle parole e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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Mercoledì 24 maggio 2017 si celebra la Festa della Dedicazione della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi, casa di tutta la famiglia francescana. È un momento di grande spiritualità per tutti i francescani che si riuniranno per celebrare l’evento e anche un’occasione per stare uno vicino all’altro e rafforzare il legame derivante dall’essere rami di quell’unico albero nato da San Francesco.
Il programma delle celebrazioni inizia martedì 23 maggio alle ore 19.00 con la preghiera dei Primi Vespri nella Chiesa Inferiore, preceduti dal rito del Lucernario.
Mercoledì 24 maggio alle ore 7.30 ci sarà l’accoglienza sulla Piazza Inferiore e la processione alla Chiesa Superiore.
Segue alle ore 8.00 la S. Messa nella Chiesa Superiore, presieduta fra Matteo Siro, Ministro Provinciale ofm capp.
In serata, alle ore 21.00, ci sarà la possibilità di una visita guidata alla Basilica con ingresso dalla Chiesa Inferiore.
La storia testimonia che subito dopo la canonizzazione del Santo, avvenuta il 16 luglio 1228, Papa Gregorio IX decise di edificare in suo onore una “Specialis Ecclesia” che potesse custodire nel tempo le spoglie mortali del Santo, dandole il titolo di “Caput et Mater” di tutto l'Ordine Francescano.
Lo stesso pontefice benedisse la prima pietra della Basilica il 17 luglio di quell’anno e il 25 maggio del 1230 ordinò che il corpo del Santo fosse traslato nella Chiesa Inferiore che probabilmente era già ultimata.
Nell'anno 1253 Papa Innocenzo IV consacrò solennemente le due chiese della Basilica.
Raccontano le cronache del tempo: «Era il 29 marzo 1228 quando Simone di Pucciarello donò al Papa Gregorio IX la sommità della collina detta Colle dell’Inferno dove venivano eseguite le condanne a morte. La Regola della Povertà Francescana era chiara e quindi Papa Gregorio IX accettò la donazione per poi “girarla” in uso perpetuo ai Frati nelle mani di Fratello Elia successore di San Francesco e di Pietro Cattani.

La collina cambiò subito nome prendendo il nome di Colle del Paradiso e su questo colle, che si dice fu indicato espressamente da San Francesco in punto di morte, sorse la grande Abbazia».