mercoledì 12 aprile 2017

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 13 Aprile 2017

 
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 103
GIOVEDI' 13 APRILE 2017
GIOVEDI' SANTO
GIOVANNI 13, 1-15
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Parola del Signore.

Vita Seconda di Tommaso da Celano 737 
Riteneva che si dovesse comandare in nome delI'obbedienza raramente, e non scagliare da principio il dardo, che dovrebbe essere l'ultima arma. "Non si deve--ripeteva--mettere subito mano alla spada". Ma chi non si affretta ad eseguire il precetto dell'obbedienza, non teme Dio e non tiene in nessun conto gli uomini.
Niente di più vero. Cos'è infatti l'autorità in mano ad un superiore temerario, se non una spada in mano ad un pazzo? E d'altra parte, c'è un caso più disperato di un religioso che disprezza l'obbedienza?
MEDITAZIONE
Noi siamo discepoli di un Dio che ha scelto di prendere, a tavola, il posto dello schiavo, e sceglie la morte dello schiavo. Non potremo partecipare alla passione di Cristo senza rivestire a nostra volta il grembiule del servitore che anche Francesco indossò imitato dai suoi frati. "FF389. Di giorno, quelli che ne erano capaci, si impegnavano in lavori manuali, o nei
ricoveri dei lebbrosi o in altri luoghi, servendo a tutti con umiltà e devozione. Non volevano esercitare nessun lavoro che potesse dar adito a scandalo, ma sempre si occupavano di cose sante e giuste, oneste e utili, dando esempio di umiltà e di pazienza a
tutti coloro con i quali si trovavano". Come francescani meditiamo sulla storia d'amore di Dio per noi......sull'amore di Francesco per Dio,...e facciamone un pane quotidiano che ci sostenga nell'amore fraterno.

PREGHIERA
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, prima di consegnarsi alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, fa' che dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio ...

ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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