SAN FRANCESCO E IL VANGELO 119
DOMENICA 29 APRILE 2018
GIOVANNI 15, 1-8
Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.
Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore
+Dalla LEGGENDA PERUGINA 1574
PREDICE LA CONVERSIONE DI UN MARITO
1574 27. Andava un giorno Francesco alle Celle di Cortona, seguendo la strada che scorre ai piedi della cittadina di Lisciano, presso il luogo dei frati di Preggio. E accadde che una nobildonna di quella città scese in fretta per parlare al Santo. Uno dei frati, vedendo la signora che si avvicinava, stanca per il viaggio, disse a Francesco: « Padre, per amore di Dio, aspettiamo quella signora che ci segue per parlare con te, ed è così affaticata ».
Francesco, da uomo pieno di carità e di compassione, si fermò ad attenderla. E nel vederla appressarsi trafelata e animata da fervore e devozione grande, le disse: « Cosa posso fare per te, signora? ». Rispose la donna: « Padre, ti prego di darmi la tua benedizione ». Riprese Francesco: « Sei maritata o sei nubile? ». E lei: « Padre, è molto tempo che il Signore mi ha dato la volontà di servirgli, ho avuto e ho ancora un desiderio grande di salvare l'anima mia. Ma ho un marito assai crudele e nemico a se stesso e a me per quanto riguarda il servizio di Cristo. Così un vivo dolore e un'angoscia mi affliggono l'anima fino a morirne ». Francesco, considerando lo spirito fervoroso di lei, soprattutto vedendola così giovane e di fisico fragile, fu mosso a pietà di lei, la benedisse e l'accomiatò con queste parole: « Va'pure; troverai tuo marito in casa, e gli dirai da parte mia che prego lui e te, per amore di quel Signore che soffrì la passione di croce per noi, di salvare le vostre anime vivendo a casa vostra ». La donna se ne andò. Entrata in casa, vi trovò il marito, come le aveva detto Francesco. Questi le domandò: « Da dove vieni? ». E lei: « Vengo da un incontro con Francesco. Mi ha benedetta, e le sue parole mi hanno consolata e allietata nel Signore. Inoltre mi incarica di
esortarti e pregarti a suo nome che ci salviamo l'anima rimanendo in casa nostra ». A quelle parole, per i meriti di Francesco, la grazia di Dio scese subito in cuore a quell'uomo. Rispose egli con molta delicatezza e bontà, completamente trasformato da Dio: «Signora, d'ora in poi, nel modo che vorrai, mettiamoci a servire Cristo e salviamoci l'anima, come ha raccomandato Francesco ». La moglie soggiunse: « Signore, mi sembra bene che viviamo in castità, virtù che molto piace a Dio e procura una grande ricompensa ». Concluse l'uomo: « Se piace a te, piace anche a me. In questo e in ogni altra opera buona, voglio unire la mia volontà alla tua ». Da quel giorno per lunghi anni i due vissero in castità, facendo generose elemosine ai frati e agli altri poveri. Non solo i secolari, ma anche i religiosi si stupivano della santità di quei coniugi, soprattutto perché l'uomo, da mondano che era prima, d'un tratto era divenuto così spirituale.
Perseverando in queste e in ogni altra opera buona sino alla fine, morirono a pochi giorni di distanza l'uno dall'altra. E si fece un gran compianto su di essi, per il profumo emanato dalla loro vita di bontà, lodando e benedicendo il Signore, che aveva elargito loro, fra molte altre grazie, quella di servirlo in intima concordia. Non furono separati nemmeno nella
morte, poiché si spensero l'uno appresso all'altro. E fino ai nostri giorni quelli che li conobbero li ricordano come dei santi .
MEDITAZIONE
La vera vigna di Dio di cui parlano i profeti è il Figlio che comunica la vita ai suoi. Uniti a Lui potremo portare un frutto che rimane. Ciò che il Signore non ha potuto realizzare nei limiti del suo corpo sensibile e materiale, lo realizza nel suo “corpo mistico”, nella moltitudine di coloro che gli appartengono, e attraverso i quali Egli vuole continuare ad agire e a rivelarsi. Essere una sola cosa con Cristo non è un privilegio per pochi, ma una grazia per tutti. Come si fa? Si sceglie di accettare le “potature”, ossia di togliere ciò che ci impedisce di andare avanti. Francesco realizzò questa unione e sembrava ”che Cristo e Francesco fossero una sola persona. Questa affermazione non può essere considerata temeraria da chi sa intendere bene, perchè chi aderisce a Dio diventa un solo spirito con Lui (1Cor 6,17), e lo stesso Dio sarà tutto in tutti (1 Cor 12,6).....”. FF814.
PREGHIERA
O Dio, che ci hai inseriti in Cristo
come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito,
perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore,
diventiamo primizie di umanità nuova
e portiamo frutti di santità e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
O Dio, che ci hai inseriti in Cristo
come tralci nella vera vite, donaci il tuo Spirito,
perché, amandoci gli uni gli altri di sincero amore,
diventiamo primizie di umanità nuova
e portiamo frutti di santità e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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