mercoledì 28 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 1 Marzo 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 60
GIOVEDI' 1 MARZO 2018
S.FELICE III
LUCA 16,19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore
Leggenda Maggiore de San Bonaventura VI,5 : FF 1108--1109
1108 5. Disse una volta al suo compagno: “ Non mi sembrerà di essere frate minore, se non sarò nello stato che ora sto per descriverti. Ecco: io sono superiore dei frati e vado al capitolo; predico ed ammonisco i frati--e alla fine loro si mettono a dire contro di me: " Non sei adatto per noi: non sei istruito, non sai parlare, sei idiota e semplice ! " . Alla fine vengo scacciato ignominiosamente, tra le ingiurie di tutti. Ti dico: se non ascolterò tutto questo con la stessa faccia, con la stessa allegrezza di spirito e con lo stesso proposito di santità, non sono per niente un frate minore ”. 
1109 E aggiungeva: “ Nella prelatura, la caduta; nella lode, il precipizio; nell'umile stato di suddito, il guadagno per l'anima. Come mai, allora, siamo più portati al pericolo che al guadagno, dal momento che il tempo della vita ci è stato concesso per guadagnare? ”. Proprio per questo motivo Francesco, modello di umiltà, volle che i suoi frati si chiamassero Minori e che i prelati del suo Ordine avessero il nome di ministri. In questo modo egli si serviva delle parole contenute nel Vangelo, che aveva promesso di osservare, mentre i suoi discepoli, dal loro stesso nome, apprendevano che erano venuti alla scuola di Cristo umile, per imparare l'umiltà. Difatti Cristo Gesù, il maestro dell'umiltà, allo scopo di formare i discepoli all'umiltà perfetta, disse: Chiunque tra voi vorrà essere il maggiore, sia vostro ministro, e chiunque, tra voi, vorrà essere il primo, sarà vostro servo.

MEDITAZIONE
Gesù ci richiama l’irreparabile eternità delle pene dell’inferno. È un discorso duro, ma viene dalle labbra di Gesù. Il ricco Epulone, che durante la vita terrena non ha praticato la carità, soffre irrimediabilmente nell’oltrevita. Egli, come i suoi fratelli, conosceva la legge e le profezie, ma non vi ha dato importanza e le ha ignorate. Luca non dice che il ricco della parabola è cattivo, né che il povero è buono: egli sottolinea solo che il ricco, sazio e accecato dalla sicurezza che gli danno i suoi beni, non ha riposto in Dio la propria speranza ed è rimasto sordo alla sua parola. Gesù dà un senso anche alle sofferenze di Lazzaro: le ingiustizie terrene saranno largamente compensate nell’altra vita, l’unica che conta. Abbiamo il dovere di far conoscere a tutti, cominciando dalle persone che amiamo, la logica della giustizia divina: e questa è la forma più squisita della carità. Francesco, nel suo grande amore per Gesù, e nella sua squisita carità per i fratelli, insegnava a tutti quanto sia inutile desiderare ricchezza e onori terreni e quanto sia invece molto vantaggioso desiderare i beni del cielo e la gloria di Dio..

PREGHIERA
O Dio, che ami l’innocenza,
e la ridoni a chi l’ha perduta,
volgi verso di te i nostri cuori
e donaci il fervore del tuo Spirito,
perché possiamo esser saldi nella fede
e operosi nella carità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
.“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.

martedì 27 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 28 Febbraio 2018

 
 
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 59
MERCOLEDI' 28 FEBBRAIO 2018
S.ROMANO
MATTEO 20,17-28
Lo condanneranno a morte.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di San Bonaventura VI, 4 : FF 1107
1107 Quando una volta gli domandarono: chi deve essere ritenuto un vero frate minore?, egli portò l'esempio del cadavere. “ Prendi un corpo morto--disse--e mettilo dove ti pare e piace. E vedrai che, se lo muovi, non si oppone; se lo lasci cadere, non protesta. Se lo metti in cattedra, non guarderà in alto, ma in basso. Se gli metti un vestito di porpora, sembrerà doppiamente pallido. Questo è il vero obbediente: chi non giudica il perché lo spostano; non si cura del luogo a cui vien destinato; non insiste per essere trasferito; eletto ad un ufficio, mantiene la solita umiltà; quanto più viene onorato, tanto più si ritiene indegno ”.

MEDITAZIONE
La croce è sempre presente nel cuore di Gesù. È la meta della sua vita. Sarà un sacrificio liberamente offerto, e non solo un martirio: Gesù ben lo mostra annunciando con precisione ai suoi apostoli che cosa gli sarebbe accaduto. Gesù viene a servire e a soffrire, come aveva preannunciato il grande profeta Isaia (53,12). Il suo sacrificio porta la liberazione alla moltitudine chiamata a costruire il suo Regno. Ma in questo Regno essere grandi significa farsi servi e partecipare alle sofferenze del Figlio dell’uomo. L’umiltà di Francesco, la sua grande povertà evangelica, rende il suo cammino di conversione leggero e sicuro, lieto di vivere senza vantaggi terreni: prova sicura di un incontro già avvenuto e di un cuore aperto.
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PREGHIERA
Sostieni sempre, o Padre, la tua famiglia
nell’impegno delle buone opere;
confortala con il tuo aiuto
nel cammino di questa vita
e guidala al possesso dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen..

lunedì 26 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 27 Febbraio 2018


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 58

MARTEDI' 27 FEBBRAIO 2018
S.GIULIANO

MATTEO 23, 1-12
Dicono e non fanno.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: 

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. 
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore

Leggenda Maggiore di San Bonaventura VI,4 : FF 1106
1106 4. Questo mercante evangelico, allo scopo di fare guadagni in molti modi e di organizzare tutto il tempo della vita in funzione del merito, preferì non comandare, ma obbedire. Per tale motivo rinunciò all'ufficio di ministro generale, e chiese un guardiano, alla cui volontà sottostare in tutto. Il frutto della santa obbedienza--affermava--è così abbondante, che nessuna frazione di tempo trascorre 'senza guadagno, per quanti sottomettono il collo al suo giogo. Per questa ragione aveva l'abitudine di promettere sempre obbedienza al frate, col quale andava in viaggio, e di osservarla. Disse una volta ai compagni: “ Tra le altre grazie che, per sua degnazione, la divina misericordia mi ha concesso, vi è questa: che io sono disposto ad obbedire con uguale sollecitudine a uno che fosse novizio da un'ora, qualora mi venisse dato per guardiano, e al frate più vecchio e più prudente. Il suddito -- aggiungeva -- non deve vedere nel suo prelato un uomo, ma Colui per amore del quale accetta di obbedire. E quanto più è spregevole chi comanda, tanto più piace l'umiltà di chi obbedisce ”.

MEDITAZIONE
Siamo tutti farisei. Dobbiamo avere il coraggio di confessare a noi stessi quello che facciamo, nella nostra vita cristiana, per essere stimati dagli altri o per fare qualche passo avanti nella gerarchia sociale. Soltanto a partire da questa sincerità di fondo potremo comprendere la logica sconcertante del Regno di Dio. Soltanto se siamo onesti con noi stessi gli uomini ci daranno facilmente un certificato di buona condotta e ci considereranno veri testimoni di Cristo. Francesco, fedele alla sua scelta evangelica, è vissuto nella povertà e nell’umiltà toccando il cuore di chiunque lo incontrava e illuminando, con la luce che era nata in lui, l’intera Chiesa. Auguriamoci di poter avere, come Francesco, un giardino segreto nel nostro cuore dove poter incontrare l’Amore.

PREGHIERA
Custodisci, o Padre, la tua Chiesa
con la tua continua benevolenza,
e poiché, a causa della debolezza umana,
non può sostenersi senza di te,
il tuo aiuto la liberi sempre da ogni pericolo
e la guidi alla salvezza eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.



domenica 25 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 26 Febbraio 2018

 
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 57
LUNEDI' 26 FEBBRAIO 2018
S.ALESSANDRO
LUCA 6,36-38
Perdonate e sarete perdonati.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di San Bonaventura VI,3 : FF 1105
1105 3. Faceva molto spesso azioni di questo genere, in modo da sembrare, all'esterno, un vaso di perdizione e, così possedere, dentro di sé, lo spirito di santificazione. Spesso, quando le folle lo osannavano, diceva così: “ Potrei ancora avere figli e figlie: non lodatemi come se fossi già sicuro! Non si deve lodare nessuno, quando non si sa come andrà a finire ”. Così diceva ai suoi ammiratori, e a se stesso, invece: “ Se l'Altissimo avesse dato ad un brigante tutti questi doni così grandi, o Francesco, lui sarebbe più riconoscente di te ”. Diceva spesso ai frati: “ Nessuno deve illudere se stesso, autoesaltandosi ingiustamente, per cose che può fare anche un peccatore. Difatti un peccatore può digiunare, pregare, piangere e macerare la propria carne. Questo solo non può fare: essere fedele al suo Signore. Dunque noi dobbiamo gloriarci solo in questo caso: se rendiamo a Dio la gloria che è sua; se lo serviamo con fedeltà; se ascriviamo a Lui, tutto quello di cui ci fa dono ”.

MEDITAZIONE
Per essere aperti al perdono di Dio, che è gratuito, dobbiamo anche noi perdonare gratuitamente. Il sacramento della penitenza ci rende consapevoli del fatto che l’amore del Padre non vuole soltanto liberarci dal male, ma anche unirci ai nostri fratelli. L’uomo, perciò, è chiamato a donare il suo cuore, ad essere misericordioso come Dio è misericordioso. Questa è la misericordia: buoni sentimenti, affetti pieni d’amore, perdono col cuore. In questa quaresima la misericordia va unita alla preghiera, una preghiera che sappia toccare il Cuore di Gesù e sappia donare il nostro cuore ai fratelli. Per santificare la nostra vita è bene mortificarci con privazioni e sacrifici come faceva san Francesco. Egli diceva:” Noi dobbiamo gloriarci solo in questo caso: se rendiamo a Dio la gloria che è sua; se lo serviamo con fedeltà; se ascriviamo a Lui, tutto quello di cui ci fa dono ”.

PREGHIERA
O Dio,
che hai ordinato la penitenza del corpo
come medicina dell’anima,
fa’ che ci asteniamo da ogni peccato
per avere la forza di osservare
i comandamenti del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 25 Febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 56

DOMENICA 25 FEBBRAIO 2018
II DI QUARESIMA-proprio

MARCO 9,2-10
Questi è il Figlio mio, l’amato.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. 
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore

Leggenda Maggiore di San Bonaventura VI,2: FF 1104
1104 2. Per guadagnarsi il disprezzo degli altri, raccontava davanti a tutta la gente i propri difetti e non permetteva che la vergogna gli impedisse simili confessioni. Una volta, a causa di una grave malattia, aveva allentato un poco la sua rigorosa astinenza, per ricuperare la salute. Quand'ebbe in qualche modo riacquistato le forze, il vero dispregiatore di sé, ben deciso ad umiliare se stesso, disse: “ Non è giusto che la gente mi creda un digiunatore, mentre io mi rifaccio di nascosto mangiando la carne ”. Così, infiammato dallo spirito della santa umiltà si alzò radunò il popolo di Assisi nella piazza ed entrò con grande solennità nella cattedrale, scortato da molti frati. Si legò una corda al collo e, nudo, con le sole mutande, si fece trascinare, sotto gli occhi di tutti, fino alla pietra su cui di solito venivano messi i delinquenti. Salito sulla pietra, benché scosso dalla quartana e privo di forze, con quel freddo pungente, predicò con grande vigore e dichiarò a tutti quanti gli ascoltatori che non dovevano stimarlo un uomo spirituale, ma che, anzi, tutti dovevano disprezzarlo come un uomo carnale e un ghiottone. Tutti i convenuti, a uno spettacolo così impressionante, furono pieni di meraviglia, perché conoscevano bene la vita austera di quell'uomo, e, profondamente commossi dicevano apertamente che una umiltà come quella si poteva, sì, ammirare, ma non certo imitare. Veramente questo fatto, anzi che un esempio, può sembrare un segno, come quello che troviamo nel profeta Isaia. Ma in realtà fu una dimostrazione di umiltà perfetta, che insegna al seguace di Cristo la necessità di disprezzare gli elogi e le lodi passeggere, di reprimere il gonfiore e l'arroganza dell'ostentazione e di smascherare le menzogne frodolente dell'ipocrisia.

MEDITAZIONE
L’Incarnazione è al centro della dottrina cristiana. Possono esserci molti modi di rispondere a Gesù, ma per la Chiesa uno solo è accettabile. Gesù è il Figlio Unigenito del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. La vita cristiana è una contemplazione continua di Gesù Cristo. Nessuna saggezza umana, nessun sapere possono penetrare il mistero della rivelazione. Solo nella preghiera possiamo tendere a Cristo e cominciare a conoscerlo. Gesù è il Messia. Messia quest’uomo costantemente perseguitato e infine crocifisso? E’ questo il lato sconcertante del Vangelo. Le nostre certezze poggiano sulla testimonianza degli apostoli. Non vi sarà più un altro tempo di salvezza, non vi sarà un altro messia oltre Gesù. L’esperienza del Tabor aiuta i discepoli a penetrare nel mistero di Gesù, anche se non ne comprendono appieno il significato nonostante Gesù stesso li aiuti ad elaborare quell’evento. Anche Francesco ha un rapporto educativo con i suoi compagni, per un cammino di crescita e di elaborazione che sia loro di stimolo anche dopo la sua morte e che li aiuti a vivere sempre in umiltà e povertà evangelica e riempire d’amore e pace la propria vita. 

PREGHIERA
O Padre, che ci chiami
ad ascoltare il tuo amato Figlio,
nutri la nostra fede con la tua parola
e purifica gli occhi del nostro spirito,
perché possiamo godere la visione della tua gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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venerdì 23 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 24 Febbraio 2018

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SAN FRANCESCO E IL VANGELO 55
SABATO 24 FEBBRAIO 2018
S.SERGIO
MATTEO 5,43-48
Siate perfetti come il Padre vostro celeste.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di san Bonaventura VI,1: FF 1103
L'umiltà, custode e ornamento di tutte le virtù, aveva ricolmato l'uomo di Dio di beni sovrabbondanti. A suo giudizio, egli non era altro che un peccatore, mentre nella realtà era specchio e splendore della santità, n tutte le sue forme. Da architetto avveduto, egli volle edificare se stesso sul fondamento dell'umiltà, come aveva imparato da Cristo. Il Figlio di Dio--egli diceva--lasciando il seno del Padre, è disceso dall'altezza dei cieli fino alla nostra miseria proprio per insegnarci, Lui Signore e Maestro, l'umiltà sia con l'esempio sia con la parola. Per questo si studiava, in quanto discepolo di Cristo, di sminuirsi agli occhi propri ed altrui, ricordando quanto il sommo Maestro ha detto: Ciò che è in onore fra gli uomini è abominazione davanti a Dio. Ma usava anche ripetere questa massima: “ Un uomo è quanto è agli occhi di Dio, e non più ". Di conseguenza, giudicando una stoltezza esaltarsi per la stima della gente del mondo, godeva nelle umiliazioni e si rattristava per le lodi. Sul proprio conto preferiva sentire insulti invece di lodi, perché sapeva che l'insulto spinge ad emendarsi; la lode, a cadere. E perciò spesso, quando la gente esaltava i suoi meriti e la sua santità, comandava a qualche frate di dirgli, cacciandogliele bene dentro le orecchie, frasi che lo umiliavano e mortificavano. E quando quel frate, benché contro voglia, lo chiamava paesano, mercenario, inetto e inutile, egli, lieto in cuore come in volto, rispondeva: “ Il Signore ti benedica figlio carissimo, perché tu dici proprio la verità. Queste son le parole che van bene per il figlio di Pietro Bernardone >>.

MEDITAZIONE
Dobbiamo pregare, dobbiamo implorare Gesù di aiutarci a vivere pienamente questo Vangelo. Dobbiamo supplicare lo Spirito Santo di cambiare i nostri cuori al punto di poter perdonare e amare come Gesù, che ci ha dato la più grande prova del suo amore per noi sulla croce. È umano, è naturale per noi non riuscire ad amare i nostri nemici. Possiamo a stento evitare di ripagarli con gli stessi torti, ed è già molto! Ma Gesù ci chiama a molto di più. Egli ci dice di “amarli e di pregare per loro”. Dio ha creato il nostro cuore in modo che esso non possa essere neutrale, perché noi siamo suoi e per questo votati alla santità: e la sostanza della santità è la perfezione dell’amore, che culmina nell’amore dei nemici. Dio ci ha dato l’esempio: ha sacrificato il suo Figlio, il suo Figlio prediletto, per Giuda come per il buon ladrone e per tutti gli uomini. 
Francesco ha capito che la sua esistenza è immersa in un mistero e contiene un “tesoro” più grande di lui: un tesoro che non è da possedere, ma da cui essere posseduti….ed ha aperto maggiormente la sua vita all’eterno Amore.
PREGHIERA
O Dio, Padre di eterna misericordia,
fa’ che si convertano a te i nostri cuori,
perché nella ricerca dell’unico bene necessario
e nelle opere di carità fraterna
siamo sempre consacrati alla tua lode.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
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giovedì 22 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 23 Febbraio 2018

sua foto.
40 min
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 54
VENERDI' 23 FEBBRAIO 2018
S.POLICARPO-memoria
MATTEO 5,20-26
Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore
.I FIORETTI DI SAN FRANCESCO 1919
1919 Viene il dì seguente, cioè il dì della santissima Croce, e santo Francesco la mattina per tempo innanzi dì si gitta in orazione dinanzi all' uscio della sua cella, volgendo la faccia inverso l' oriente, e orava in questa forma: « O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti priego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la prima, che in vita mia io senta nelI'anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda si è ch' io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori ». E stando lungamente in cotesto priego, sì intese che Iddio lo esaudirebbe e che, quanto e' fusse possibile a pura creatura, tanto gli sarebbe conceduto di sentire le predette cose. In brieve, avendo santo Francesco questa promessa, comincia a contemplare divotissimamente la passione di Cristo e la sua infinita carità. E crescea tanto il fervore in lui della divozione, che tutto sì si trasformava in Gesù, e per amore e per compassione. E istando così infiammandosi in questa contemplazione, in quella medesima mattina e' vide venire dal cielo uno Serafino con sei ali risplendenti e affocate; il quale Serafino con veloce volare appressandosi a santo Francesco, sì ch' egli il potea discernere, e' conobbe chiaramente che avea in sè l' immagine d' uomo crocifisso, e le sue alie erano così disposte, che due alie si distendeano sopra il capo, due se ne distendeano a volare e l' altre due sl copriano tutto il corpo. Veggendo questo, santo Francesco fu fortemente ispaventato e insieme fu pieno d' allegrezza e di dolore con ammirazione. Avea grandissima allegrezza del grazioso aspetto di Cristo, il quale gli apparia così dimesticamente e guatavalo così graziosamente: ma da altra parte veggendolo crocifisso in croce, aveva smisurato dolore di compassione. Appresso si maravigliava molto di così istupenda e disusata visione, sapendo bene che la infermità della passione non si confà colla immortalità dello ispirito serafico.
MEDITAZIONE
Quando si passa dall'antica alla nuova alleanza, la libertà dell'uomo cresce, ma soltanto in funzione di un più grande amore. Per questo, le esigenze della carità si fanno più forti. Senza di essa, il culto non può essere autentico. Sta a noi prolungare l'opera di Gesù: la sua opera di pace e carità nel mondo di oggi. La carità è la regina delle virtù: come il filo raccoglie e unisce le perle, così la carità riunisce tutte le virtù.Quando condividiamo le fatiche e i turbamenti dei fratelli rendiamo visibile l'amore di Dio: tutto può essere motivo di sincera condivisione della loro sorte, tutto può essere motivo di preghiera per loro. Smettere di pensare solo a sè stessi significa accorgersi di chi ci sta accanto e diventare attenti ai loro bisogni. Come faceva Francesco. FF1404”....In precedenza ci teneva a riunirsi alla brigata degli amici, quando lo invitavano, e amava tanto le compagnie, che si levava da tavola appena preso un boccone, lasciando i genitori contristati per la sua partenza inconsulta. Adesso invece non aveva cuore che per i poveri: amava vederli e ascoltarli per distribuire aiuti generosi.
1405 10. La grazia divina lo aveva profondamente cambiato. Pur non indossando un abito
religioso, bramava trovarsi sconosciuto in qualche città, dove barattare i suoi abiti con gli
stracci di un mendicante e provare lui stesso a chiedere l'elemosina per amore di Dio”. Gli emarginati vennero posti da Francesco al centro del suo cuore, vivendo una compassione con loro che trasformò il suo cuore...Questo è il miracolo che cambia il mondo!
PREGHIERA
Concedi, Signore, alla tua Chiesa
di prepararsi interiormente
alla celebrazione della Pasqua,
perché il comune impegno nella mortificazione corporale
porti a tutti noi un vero rinnovamento dello spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
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mercoledì 21 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 22 Febbraio 2018

sua foto.
2 h
 
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 53
GIOVEDI' 22 FEBBRAIO 2018
CATTEDRA DI S.PIETRO APOSTOLO-festa-proprio
MATTEO 16,13-19
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 
Parola del Signore
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I FIORETTI DI SAN FRANCESCO 1922
1922 E bene ch' assai s' ingegnasse di nascondere e di celare quelle sacrate Istimate gloriose, così chiaramente impresse nella carne sua, e da altra parte vedendo che male le potea celare alli compagni suoi famigliari, nientedimeno, temendo di pubblicare li segreti di Dio, fu posto in grande dubbio, s' e' dovesse rivelare la visione serafica e la impressione delle sacre sante Istimate o no. Finalmente, per istimolo di coscienza, chiamò a sè alquanti frati più suoi domestichi e proponendo loro il dubbio sotto parole generali, non esprimendo il fatto, sì chiese loro consiglio. Tra' quali frati era uno di grande santità, il quale avea nome frate Illuminato: costui veramente illuminato da Dio, comprendendo che santo Francesco dovesse aver vedute cose maravigliose, sì gli rispose così: « Frate Francesco, sappi che non per te solo, ma eziandio per gli altri, Iddio sì ti mostra alcuna volta li suoi sacramenti; e però tu hai ragionevolemente da temere che, se tu tieni celato quello che Iddio t'ha dimostrato per utilità altrui, tu non sia degno di riprensione ». Allora santo Francesco, mosso per questa parola, con grandissimo timore riferì loro tutto il modo e la forma della sopraddetta visione, aggiugnendo che Cristo, il quale gli era apparito, gli aveva detto certe cose le quali egli non direbbe mai, mentre ch' egli vivesse.
MEDITAZIONE
Se Pietro e i suoi successori devono vegliare sull'unità della chiesa, il mezzo fondamentale per svolgere questo compito è la predicazione del Vangelo, che alimenta la fede nel mistero del Cristo. La cattedra di Pietro è il simbolo di tale missione. Non si tratta di un trono simile ai principi di questo mondo, ma del posto di colui che deve vegliare, in nome dell'unico pastore, a che tutti i credenti siano nutriti della parola di verità dai loro pastori. L'immagine della cattedra non richiama tanto un'autorità di tipo accademico, quanto la saldezza di una fede che è fonte di testimonianza. La Chiesa vi vuole uomini di testimonianza. Diceva san Francesco ai suoi frati:" Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole! (cfr Fonti Francescane, 43)". Non c’è testimonianza senza una vita coerente! Oggi non c’è tanto bisogno di maestri, ma di testimoni coraggiosi, convinti e convincenti; testimoni che non si vergognano del Nome di Cristo e della sua Croce né di fronte ai leoni ruggenti né davanti alle potenze di questo mondo. La cosa è tanto semplice: perché la testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri!
Cari fratelli, insegnate la preghiera pregando; annunciate la fede credendo; date testimonianza vivendo!
PREGHIERA
Concedi, Dio onnipotente,
che tra gli sconvolgimenti del mondo
non si turbi la tua Chiesa,
che hai fondato sulla roccia
con la professione di fede dell’apostolo Pietro.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
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“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
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martedì 20 febbraio 2018

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 21 Febbraio 2018

 
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 52
MERCOLEDI' 21 FEBBRAIO 2018
S.PIER DAMIANI
LUCA 11,29-32
A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: 
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». 
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di San Bonaventura V,10: FF 1099
Un'altra volta il servo di Dio si trovava nell'eremo di Sant'Urbano, tormentato da una malattia gravissima. Sentendosi venir meno, chiese un po' di vino. Gli risposero che non potevano portarglielo, perché non ce n'era assolutamente. Allora egli comandò di portargli dell'acqua; poi la benedisse col segno della croce. Subito diventa vino ottimo quella che prima era acqua pura. Così la purità del Santo ottenne ciò che la povertà del luogo non poté offrire. Come ebbe bevuto quel vino, egli si ristabilì immediatamente e con estrema facilità. Un cambiamento miracoloso e una miracolosa guarigione: due prodigi che avevano trasformato sia la bevanda sia colui che aveva bevuto. Erano due modi per indicare quanto perfettamente ormai Francesco si era spogliato delI'uomo vecchio e si era trasformato nell'uomo nuovo

MEDITAZIONE
Il segno di Giona: cioè la predicazione che Gesù fa deve essere sufficiente al popolo ebraico per riconoscere in lui l'inviato di Dio. Ma così non accade: bisognosi di miracoli e segni, gli uomini pongono continuamente delle condizioni a Dio. La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il cuore, come faceva Francesco. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova.

PREGHIERA.
Guarda, o Padre, il popolo a te consacrato,
e fa’ che mortificando il corpo con l’astinenza
si rinnovi nello spirito
con il frutto delle buone opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen
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