SAN FRANCESCO E IL VANGELO 241
MERCOLEDI' 29 AGOSTO 2018
MARTIRIO DI S.GIOVANNI BATTISTA-memoria-p.-
MARTIRIO DI S.GIOVANNI BATTISTA-memoria-p.-
MARCO 6,17-29
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore
Leggenda Maggiore di San Bonaventura X,3: FF 1322
1322 3. Un certo Martino aveva condotto i buoi al pascolo, lontano dal suo paese. Uno dei buoi cadde e si fratturò una gamba molto malamente, sicché non c'era modo di rimediare. Martino decise di scuoiarlo; ma non avendo l'arnese necessario e dovendo tornare a casa a prenderlo, lasciò a san Francesco la cura del bue, fiducioso che il Santo lo avrebbe custodito fino al suo ritorno dall'assalto dei lupi. Ritornò il mattino dopo, prestissimo, con lo scortichino, nel bosco dove aveva lasciato il bue, ma lo trovò che pascolava, così sano che non si riusciva assolutamente a distinguere quale fosse la gamba fratturata. Martino rese grazie al buon pastore che aveva custodito con tanta cura 11 suo bue e lo aveva guarito. L'umile Santo ama soccorrere tutti quanti lo invocano e non sdegna di venir incontro alle necessità, per quanto piccole, degli uomini. Infatti ad un tale di Amiterno fece ritrovare il giumento che gli era stato rubato. A una donna di Antrodoco riaggiustò perfettamente un catino nuovo, che, cadendo, s'era rotto in mille pezzi. Anche ad un contadino di Montolmo, nelle Marche, riaggiustò il vomere, reso inutilizzabile da una rottura.
MEDITAZIONE
Giovanni aveva avuto una missione: preparare la venuta del Regno, Gesù è il Regno, come “una voce che grida nel deserto”; la sua voce echeggiò infatti nel deserto di Giuda, ma soprattutto nel deserto di cuori duri come la pietra. Eppure non cadde invano; alcuni dei primi discepoli di Gesù vennero da quanti l’avevano ascoltata. La verità non manca di farsi strada, magari faticosamente, se proclamata con la vita, e a scalfire anche la roccia. Tutta la vita di Giovannni è stata una testimonianza resa al cristo: dopo avergli preparato la strada, Giovanni lo ha additato ai suoi discepoli, felice di cedergli il passo e di scomparire davanti a Lui, avendo compiuto la sua missione. Giovanni è stato un testimone senza fronzoli e orpelli, ma anche senza compromessi e cedimenti; esigente prima con se stesso e poi con gli altri: un testimone luminoso che dà inizio ad una schiera non ancora interrotta di testimoni che continuano a pagare nel tempo della Chiesa la loro fedeltà a Cristo e al suo regno di verità, di giustizia e di pace.
PREGHIERA
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. Per la tua giustizia liberami e difendimi, tendi a me l’orecchio e salvami. Sii tu la mia roccia, una dimora inaccessibile, hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Sei tu mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno: a te la mia lode senza fine.
Dal salmo 71
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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