sabato 29 ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 30 Ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 304 

DOMENICA 30 OTTOBRE 2016

LUCA 19, 1-10
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore

LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1480
1480 66. Il cardinale Ugolino, fedele al mandato ricevuto dal pontefice, si impegnò da
sincero protettore a difendere i frati. A molti prelati, che avevano perseguitato i frati,
scrisse di non fare più loro opposizione, ma al contrario di assisterli e aiutarli nella
predicazione e nel loro stabilirsi nelle diverse zone, essendo religiosi buoni e santi,
approvati dall'autorità della sede apostolica. Altri cardinali inviarono lettere allo stesso
fine.
Così, nel Capitolo successivo, Francesco diede ai ministri la facoltà di ricevere nuove
reclute nell'Ordine, e li inviò nelle varie regioni portando con sé le lettere dei cardinali
unitamente alla Regola approvata con la bolla papale. I prelati, presa visione di questi
documenti e controllando le attestazioni esibite ai fratelli, generosamente concessero ad
essi di costruire, abitare e predicare nelle proprie diocesi.
Molti, vedendo l'umile e santo comportamento dei frati, stabilitisi nelle loro terre, e
ascoltando le loro parole penetrare così dolci nelle menti ed infiammare i cuori all'amore
di Dio e alla penitenza, vennero da essi e presero con umile fervore l'abito dell'Ordine.

MEDITAZIONE
Gesù è felice di poter perdonare il peccatore pentito e di accoglierlo come un figlio prodigo. Gesù esprime la sua gioia con queste parole: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo”. Gesù esprime così il suo amore e il suo completo dedicarsi ai peccatori: sono essi che si sono allontanati, eppure è lui che è venuto a cercarli. Francesco nella Lettera ai Fedeli (II recensione)diceva ai suoi seguaci per farli allontanare dal peccato: ""Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri.
Teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi, per colpa nostra, siamo miseri, fetidi e vermi, come dice il
Signore per bocca del profeta: " Io sono un verme e non un uomo, l'obbrobrio degli uomini e scherno del popolo".
Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana
creatura per amore di Dio"". FF199.

PREGHIERA
O Dio, che nel tuo Figlio sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto, rendici degni della tua
chiamata: porta a compimento ogni nostra volontà di bene, perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa per condividere i beni della terra e del cielo. 
Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Signore.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.




SAN FRANCESCO E IL VANGELO 29 Ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 303

SABATO 29 OTTOBRE 2016

LUCA 14, 1.7-11
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore

LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1479
1479 65. Allora Francesco si rivolse al sommo pontefice: “ Signore, sono commosso nel
vedere quante preoccupazioni e fatiche avete da affrontare per vigilare sulla Chiesa di Dio;
e mi sento confuso constatando quanti pensieri e sollecitudini rivolgete a noi piccoli frati.
Mentre personaggi di nobili natali e ricchi e moltissimi religiosi non possono avere accesso
a voi, non possiamo non essere presi da timore e disagio noi, i più poveri e insignificanti
tra i religiosi, non solo ad entrare nella vostra dimora, ma perfino a stare alla vostra porta
e presumere di bussare ad essa, che è il tabernacolo della cristianità.
Supplico quindi la santità vostra umilmente e devotamente, affinché mi vogliate
assegnare come padre il cardinale di Ostia qui presente; così i frati, nelle ore di difficoltà,
potranno avere a chi ricorrere, salva sempre la vostra suprema dignità ”. Piacque la
richiesta al Papa, che concesse a Francesco il vescovo di Ostia, creandolo protettore
dell'Ordine.

MEDITAZIONE
Gesù indica ai suoi apostoli la strada della vera grandezza: l'umiltà permetterà loro di accogliere il dono gratuito che Dio fa della propria vita, mentre l'orgoglio li chiuderà ad esso. Perciò abbiamo due prospettive da unire: una prospettiva grandiosa che corrisponde alla chiamata di Dio, che ci vuole santi, immacolati, senza macchia né ruga, e insieme, una prospettiva di umiltà, di semplicità, di fiducioso abbandono, come bambini che neppure pensano ai primi posti, ma accettano di rimanere all'ultimo, fino a quando il Padre non li inviterà a salire verso di lui. "Proprio per questo, Francesco, singolare amatore delle realtà celesti, finché visse quaggiù non volle mai possedere nulla di proprio, per poter possedere totalmente e più gioiosamente il sommo Bene; ed ora è divenuto partecipe del tutto, lui che non volle attaccarsi ad alcuna parte, ed ha scambiato il tempo con l'eternità. Ovunque e a tutti viene in aiuto, e a tutti è presente e, da vero amante dell'unità, ignora i danni della parzialità"" FF528.

PREGHIERA
Signore, Dio nostro, il tuo Figlio si è abbassato fino ad assumere la nostra condizione di debolezza e a morire sulla croce.Donaci di seguire il suo esempio non cercando gli onori, ma scegliendo, con semplicità di cuore, l'unico posto che ci conviene: l'ultimo. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, che vive e regna con te per i secoli dei secoli.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen.


 

sabato 22 ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 23 OTTOBRE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 297
DOMENICA 23 OTTOBRE 2016
LUCA 18, 9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore
LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1473
1473 61. Il venerabile padre, il signor Giovanni, cardinale di San Paolo, che sovente dava
suggerimenti e protezione a Francesco, soleva lodare in presenza degli altri cardinali, la
vita e le opere del Santo e dei suoi frati. Quei dignitari furono persuasi da tali elogi a
simpatizzare con l'uomo di Dio e i suoi seguaci, tanto che ognuno dei cardinali desiderava
avere in casa alcuni frati, non per i servizi che potessero rendergli, ma per la loro santità e
la devozione che ispiravano .
MEDITAZIONE
Il Cuore di Dio ha sempre una soluzione per i casi disperati: Egli ama il peccatore e lo giustifica, se si è posto in un
atteggiamento di umiltà, che Dio trasforma in purificazione,comunione e giustizia. Dio non poò entrare in rapporto con un uomo autosufficiente e sprezzante degli altri: infatti la sua preghiera si riduce a un monologo dinanzi a un Dio muto. La cosa migliore che possiamo fare, in qualsiasi misura ci pretendiamo santi, è di umiliarci di fronte a Dio. L’umiltà non ha niente a che vedere con un qualsiasi complesso di colpa o con un qualsiasi senso di inferiorità. È una disposizione d’amore; essa suppone che sappiamo già per esperienza che il nostro stato di peccatori attira l’amore misericordioso del Padre, poiché “chi si umilia sarà esaltato”. Essa suppone cioè che siamo entrati nello spirito del Magnificat....come Francesco. "" L'umiltà, custode e ornamento di tutte le virtù, aveva ricolmato l'uomo di Dio di beni sovrabbondanti. A suo giudizio, egli non era altro che un peccatore, mentre nella realtà era specchio e splendore della santità, in tutte le sue forme. Da architetto avveduto, egli volle edificare se stesso sul fondamento dell'umiltà, come aveva imparato da Cristo" FF1103.

PREGHIERA
O Dio, nostro Padre,
che nella celebrazione della Quaresima
ci fai pregustare la gioia della Pasqua,
donaci di approfondire e vivere
i misteri della redenzione
per godere la pienezza dei suoi frutti.
Per Gesù Cristo, nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen




SAN FRANCESCO E IL VANGELO 22 Ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 296
SABATO 22 OTTOBRE 2016
LUCA 13, 1-9
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore
LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1472
1472 Non erano solo gli uomini a entrare nel movimento, ma anche molte verginiä e
vedove, toccate dalla predicazione dei frati e seguendo il loro consiglio, si rinchiudevano a
fare penitenza nei monasteri delle loro città e paesi. E fu scelto un frate con l'incarico di
essere loro visitatore e direttore.
Anche gli uomini ammogliati e le donne maritate, non potendo svincolarsi dai
legami matrimoniali, dietro suggerimento dei frati, praticavano una più stretta penitenza
nelle loro case.
In tal modo per mezzo di Francesco, perfetto adoratore della Trinità, la Chiesa di Dio
fu rinnovata da questi tre Ordini, come era stato prefigurato dal restauro delle tre chiese,
eseguito dal Santo. Ciascuno di questi tre Ordini fu approvato, a suo tempo, dal sommo
pontefice.
MEDITAZIONE 
Non dobbiamo abusare della pazienza di Dio. Gesù nega che una disgrazia possa essere interpretata come un castigo, ma ci invita a considerarla come uno stimolo a riflettere sulla necessità di convertirsi prima che sia troppo tardi. Perchè senza conversione non c'è salvezza. Apriamoci a Dio come Francesco. Credo sia molto importante amare, tacere e pazientare: così le sofferenze si smorzano e si spengono in Dio. Mi aiuta molto il pensiero che in questo consiste il mio compito: l’occasione di elevarmi e di avvicinarmi un poco alla perfezione. Vieni e dimora in me, mio Signore, affinchè il maligno si acquieti.....

PREGHIERA
Nella nostra civiltà in continuo movimento, le disgrazie si moltiplicano. Insegnaci, Signore, a non vedere in esse un tuo
intervento diretto, ma a cogliere la lezione che ci possono dare. Fà che le notizie tragiche non ci portino alla bestemmia, ma ci spingano alla conversione, in modo che per la tua grazia possiamo sfuggire alla morte eterna. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Signore.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen




lunedì 17 ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 18 OTTOBRE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 292

MARTEDI' 18 OTTOBRE 2016
S. LUCA EVANGELISTA --festa-- proprio

LUCA 10, 1-9
Lc 10,1-9
La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1469
1469 58. Insisteva perché i fratelli non giudicassero nessuno, e non guardassero conNon provocate nessuno all'ira o allo scandalo,
ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza
disprezzo quelli che vivono nel lusso e vestono con ricercatezza esagerata e fasto, poiché
Dio è il Signore nostro e loro, e ha il potere di chiamarli a sé e di renderli giusti.
Prescriveva anzi che riverissero costoro come fratelli e padroni: fratelli, perché ricevono
vita dall'unico Creatore; padroni, perché aiutano i buoni a far penitenza, sovvenendo alle
necessità materiali di questi. E aggiungeva: “ Tale dovrebbe essere il comportamentoä dei
frati in mezzo alla gente, che chiunque li ascolti e li veda, sia indotto a glorificare e lodare
il Padre celeste ”.
Era suo vivo desiderio che tanto lui quanto i frati abbondassero di opere buone,
mediante le quali il Signore viene lodato. E diceva: “ La pace che annunziate con la bocca,
abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all'ira o allo scandalo,
ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è la
nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti. Molti, che ci
sembrano membra del diavolo, possono un giorno diventare discepoli di Cristo ”.

MEDITAZIONE
E si può anche dire l'evangelista del cuore di Gesù, perché è Luca che ci rivela meglio la sua misericordia: è l'evangelista della parabola del figlio prodigo un tesoro che troviamo soltanto nel suo Vangelo, della dramma perduta e ritrovata. E' l'evangelista della carità: lui solo ci racconta la parabola del buon samaritano, e parla dell'amore di Gesù per i poveri con accenti più teneri degli altri: ci presenta il Signore che si commuove davanti al dolore della vedova di Nain; che accoglie la peccatrice in casa di Simone il fariseo con tanta delicatezza e le assicura il perdono di Dio; che accoglie Zaccheo con tanta bontà da cambiare il suo esoso cuore di pubblicano in un cuore pentito e generoso.
San Luca è dunque l'evangelista della fiducia, della pace, della gioia..ed è ripieno di Spirito Santo. Anche Francesco era ripieno di Spirito Santo e diceva ai suoi fratelli: " Non provocate nessuno all'ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza ....Molti, che ci
sembrano membra del diavolo, possono un giorno diventare discepoli di Cristo ”. FF1469

PREGHIERA
Signore Dio nostro, che hai scelto san Luca
per rivelare al mondo
con la predicazione e con gli scritti
il mistero della tua predilezione per i poveri,
fa’ che i cristiani
formino un cuor solo e un’anima sola,
e tutti i popoli vedano la tua salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen





SAN FRANCESCO E IL VANGELO 17 OTTOBRE 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 291

LUNEDI' 17 OTTOBRE 2016
S.IGNAZIO D'ANTOCHIA--memoria--

LUCA 12, 13-21
Quello che hai preparato, di chi sarà?

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore

+LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1468
1468 Era instancabile nell'esortare i fratelli all'osservanza fedele del Vangelo e della
Regola, come avevano promesso, e specialmente a mostrarsi reverenti e devoti agli uffici
liturgici e agli ordinamenti ecclesiastici, ascoltando fervorosi la Messa, adorando con la
massima devozione il corpo del Signore. Volle fossero onorati in maniera particolare i
sacerdoti, che amministrano sacramenti così venerandi e sublimi: dovunque li
incontrassero, dovevano chinare il capo davanti a loro e baciar loro le mani; se poi li
vedevano a cavallo, esigeva si baciasse loro le mani, non solo, ma addirittura gli zoccoli
del cavallo cui stavano in groppa, per reverenza verso i poteri sacri di cui sono insigniti i
ministri di Dio.

MEDITAZIONE
Il denaro non produce la felicità, divide gli uomini e il desiderio di possederlo fa dimenticare Dio. Non dobbiamo aspettare l'ora della morte per prendere coscienza di questo, e per cercare il vero bene, l'unico che la morte non potrà toglierci: l'amore che ci unisce a Dio. Chi pensa di possedere qualcosa quaggiù, più che possederla, ne è posseduto. Oggi, Gesù ci dice : “Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché la vita di un uomo non dipende dai suoi beni”. E “arricchitevi davanti a Dio!”. E' per questo che la ricchezza deve essere per ognuno un mezzo di azione: un mezzo per impegnarsi per gli altri. Aiutando coloro che sono nello sconforto e condividendo con generosità, si sarà veramente ricchi: ricchi agli occhi di Dio. San Francesco, nella Regola non bollata, (FF87), scrisse: "Comando fermamente a tutti i frati che in nessun modo ricevano denari o pecunia, direttamente o per interposta persona......"

PREGHIERA
Signore, insegnaci a non riporre la nostra fiducia nelle ricchezze ma ad affidarci a te, l'unico sostegno che nulla può far crollare. in modo che al termine della nostra vita possiamo essere trovati ricchi dell'unico vero bene: il tuo amore. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, che vive e regna con te per i secoli dei secoli.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen




lunedì 3 ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 4 Ottobre 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 278
MARTEDI' 4 OTTOBRE 2016
SAN FRANCESCO D'ASSISI--solennità-
MATTEO 11, 25-30
Io sono mite e umile di cuore.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: 
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore
LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1456
1456 47. Arrivati a Roma, vi trovarono il vescovo di Assisi, che li ricevette con grande gioia. Egli nutriva una stima affettuosa per Francesco e tutti i frati, ma, ignorando il motivo della loro venuta, fu preso da ansietà: temeva che volessero abbandonare Assisi,dove il Signore aveva cominciato per loro mezzo a compiere meraviglie di bene. Egli era
fiero e felice di avere nella sua diocesi uomini così zelanti, sulla cui vita esemplare faceva moltissimo conto. Quando
però seppe lo scopo del viaggio e comprese i loro progetti, ne fu rasserenato e promise di consigliarli e aiutarli.

MEDITAZIONE
Gesù prega. Si rivolge a suo Padre.Egli loda suo Padre, non in quanto tale, ma per ciò che fa. Si meraviglia di vedere la spontaneità dei bambini: per noi è veramente necessario diventare come loro per non perdere il più bell’incontro che un uomo possa fare. E per colui che lo accoglie in tal modo Gesù serba le rivelazioni più grandi, quelle che nessuno può conoscere (Mt 11,27) e che trattano del mistero di Dio stesso. C’è di più. Coloro che pregano ne fanno l’esperienza. Dio parla loro quando essi si confidano a lui. Essi comprendono quando non sono sulle difensive. Essi amano veramente quando accettano di essere amati, poiché Dio ci ama sempre per primo (1Gv 4,10) ma noi ci difendiamo, non vogliamo essere sensibili, e facciamo fatica a lasciarci andare. Noi ci complichiamo la vita spirituale. Cerchiamo il difficile dove le cose sono semplici. Il giogo del Signore è leggero, poiché egli lo porta per noi. Francesco ebbe la capacità di ascoltare e ...incontrò il Signore.
"Beati i poveri". Vivendo nella povertà e nella gioia, Francesco di Bernardone divenne un santo che assomiglia straordinariamente a Gesù di Nazaret; ; Francesco potè cantare la creazione con la freschezza di un'infanzia ritrovata. Le stigmate da lui ricevute ne fanno un'immagine ancora più perfetta del Cristo. Alla sua triplice famiglia religiosa e ai suoi seguaci, egli lasciò in eredità il suo amore per il Cristo povero, per la croce e per la chiesa.

PREGHIERA
O Dio, che nel Serafico Padre san Francesco, povero e umile, hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine dei Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.


“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen



domenica 7 agosto 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 7 Agosto 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 220
DOMENICA 7 AGOSTO 2016
LUCA 12, 32-48 
Anche voi tenetevi pronti.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. 
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. 
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.
Forma breve (Lc 12, 35-40):
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1399
1399 5. Passarono degli anni. Un nobile assisano, desideroso di soldi e di gloria, prese le
armi per andare a combattere in Puglia. Venuto a sapere la cosa, Francesco è preso a sua
volta dalla sete di avventura. Così, per essere creato cavaliere da un certo conte Gentile,
prepara un corredo di panni preziosi; poiché, se era meno ricco di quel concittadino, era
però più largo di lui nello spendere.
Una notte, dopo essersi impegnato anima e corpo nell'eseguire il suo progetto, e
bruciava dal desiderio di mettersi in marcia, fu visitato dal Signore, che volle
entusiasmarlo e sedurlo, sapendolo così bramoso di gloria, appunto con una visione
fastosa Stava dormendo quando gli apparve uno che, chiamatolo per nome, lo condusse in
uno splendido solenne palazzo, in cui spiccavano, appese alle pareti, armature da
cavaliere, splendenti scudi e simili oggetti di guerra Francesco, incantato, pieno di felicità
e di stupore, domandò a chi appartenessero quelle anni fulgenti e quel palazzo
meraviglioso Gli fu risposto che tutto quell'apparato insieme al palazzo era proprietà sua e
dei suoi cavalieri
Svegliatosi, s'alzò quel mattino pieno di entusiasmo Interpretando il sogno secondo
criteri mondani (egli non aveva ancora gustato pienamente lo spirito di Dio), immaginava
che sarebbe diventato un principe Così, prendendo la cosa come presagio di eccezionale
fortuna, delibera di partire verso la Puglia, per esser creato cavaliere da quel conte Era più
raggiante del solito e, a molti che se ne mostravano sorpresi e chiedevano donde gli
venisse tanta allegria, rispondeva: “ Ho la certezza che diventerò un grande principe”
MEDITAZIONE
Nella faticosa oscurità della fede, anche quando le tenebre dell'ateismo sembrano dilagare nel mondo, e il “piccolo gregge” sembra diminuire a vista d'occhio, bisogna vegliare attivamente e senza paura, nella speranza e nell'attesa del Signore....Solo chi attende il Signore è capace di apprezzare il momento presente, di conoscerne il significato e la ricchezza, perchè sa collocarlo nella giusta prospettiva, sa collegarlo alla venuta del Signore; l'attesa gli apre gli occhi e il cuore...ogni attimo si dilata e si illumina....perchè già la presenza di Gesù proietta su di lui la luce della sua venuta....Francesco viveva in una tranquilla fiducia in Dio, poiché “al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno”.Quando mandava qualche frate ad eseguire l'obbedienza, diceva ad ognuno di loro: “FF367. <Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te”. 
Per essere depositari fedeli, attenti, è necessario cogliere fiduciosamente la volontà di Dio nella nostra vita senza lasciarsi distrarre dalle tentazioni del mondo. In altre parole, il cuore va illuminato con la luce divina, che è la risposta che noi diamo alla Sua iniziativa d'amore: se apriamo noi stessi a Lui, se abbiamo fiducia in Lui, contribuiremo a costruire un mondo migliore.

PREGHIERA
Arda nei nostri cuori, o Padre,
la stessa fede che spinse Abramo
a vivere sulla terra come pellegrino,
e non si spenga la nostra lampada,
perché vigilanti nell’attesa della tua ora
siamo introdotti da te nella patria eterna.
Per Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen




venerdì 29 luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 30 Luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 212

SABATO 30 LUGLIO 2016

MATTEO 14, 1-12
In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui".
Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. 
Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.
Parola del Signore


DALLA LEGGENDA PERUGINA 1673

NON PARLATEMI DI ALTRE REGOLE!
1673 114. Mentre Francesco era al Capitolo generale, detto delle Stuoie, che si tenne presso la
Porziuncola e a cui intervennero cinquemila fratelli, molti di questi, uomini di cultura,
accostarono il cardinale Ugolino, il futuro Gregorio IX, che a sua volta partecipava all'assise
capitolare. E gli chiesero che persuadesse Francesco a seguire i consigli dei frati dotti e a
lasciarsi qualche volta guidare da loro. Facevano riferimento alle Regole di san Benedetto,
sant'Agostino e san Bernardo, che prescrivono questa e quest'altra norma al fine di condurre
una vita religiosa ben ordinata.
Udita che ebbe Francesco l'esortazione del cardinale su tale argomento, lo prese per
mano e lo condusse davanti all'assemblea capitolare, dove disse: « Fratelli, fratelli miei, Dio
mi ha chiamato a camminare la via della semplicità e me l'ha mostrata. Non voglio quindi
che mi nominiate altre Regole, né quella di sant'Agostino, né quella di san Bernardo o di san
Benedetto. Il Signore mi ha rivelato essere suo volere che io fossi un pazzo nel mondo: questa
è la scienza alla quale Dio vuole che ci dedichiamo! Egli vi confonderà per mezzo della vostra
stessa scienza e sapienza. Io ho fiducia nei castaldi del Signore, di cui si servirà per punirvi.
Allora, volenti o nolenti, farete ritorno con gran vergogna alla vostra vocazione ».
Stupì il cardinale a queste parole e non disse nulla, e tutti i frati furono pervasi da timore.

MEDITAZIONE
Il Battista, per aver denunciato, in nome di Dio, il peccato di Erode, viene fatto uccidere da Erode stesso, su richiesta di Erodiade, sua amante. Ci rendiamo conto che il fatto di poter disporre di ogni cosa a loro piacere rende i potenti incapaci di comprendere qual è il vero bene. La figura di Erode è molto significativa proprio per questo: di fronte ad una debolezza della carne, l'uomo non riesce a controllare i suoi istinti e lascia che, per la sua stupidità, venga ucciso un altro uomo. Nei cuori degli esseri umani governano molto di più l'orgoglio e la superbia, che la giustizia e il rispetto per gli altri. Troppo spesso lasciamo che i poteri di cui disponiamo siano al servizio del male anziché del bene e abusiamo della nostra posizione, dominati dall'egoismo invece che dall'amore. “1034 5. Un giorno, (Francesco), mentre andava a cavallo per la pianura che si stende ai piedi di Assisi, si imbatté in un lebbroso. Quell'incontro inaspettato lo riempì di orrore. Ma, ripensando al proposito di perfezione, già concepito nella sua mente, e riflettendo che, se voleva diventare cavaliere di Cristo, doveva prima di tutto vincere se stesso, scese da cavallo e corse ad abbracciare il lebbroso e, mentre questi stendeva la mano come per ricevere l'elemosina, gli porse del denaro e lo baciò. Subito risalì a cavallo; ma, per quanto si volgesse a guardare da ogni parte e sebbene la campagna si stendesse libera tutt'intorno, non vide più in alcun modo quel lebbroso”. Siamo invitati, oggi, ad assumerci sempre le responsabilità delle nostre azioni e decisioni: Dio ci giudica dalle nostre opere. 

PREGHIERA
Signore, Dio nostro, i tuoi profeti hanno spesso pagato a caro prezzo la fedeltà alla propria missione e la franchezza che essa imponeva loro. Donaci il coraggio della verità, anche se questo dovesse costarci molto caro, sull'esempio di Giovanni Battista e di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen




giovedì 28 luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 29 Luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 211
VENERDI' 29 LUGLIO 2016
S.MARTA-memoria-proprio
GIOVANNI 11, 19-27
Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

Parola del Signore.
Oppure (Lc 10,38-42: Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose):
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Parola del Signore
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1672
CRISTO APPROVA LA REGOLA
1672 113. Dimorava Francesco sopra un monte assieme a frate Leone d'Assisi e Bonizo da
Bologna per comporre la Regola, giacché era andato smarrito il testo della prima, dettatogli
da Cristo.
Numerosi ministri si recarono da frate Elia, vicario di Francesco, e gli dissero: «
Abbiamo sentito che questo fratello Francesco sta facendo una nuova Regola, e temiamo non
la renda così dura da riuscire inosservabile. Noi vogliamo che tu vada da lui e gli riferisca che
ci rifiutiamo di assoggettarci a tale Regola. Se la scriva per sé, e non per noi ». Frate Elia
osservò che non aveva coraggio di andarci, per paura dei rimproveri di Francesco. Ma
siccome quelli insistevano, ribatté che non intendeva recarsi là senza di loro. Così partirono
tutti insieme.
Quando frate Elia, accompagnato dai ministri fu giunto a Fonte Colombo, chiamò il
Santo. Francesco uscì e vedendo i ministri chiese: « Cosa vogliono questi fratelli? ». Rispose
Elia: « Sono dei ministri. Venuti a sapere che stai facendo una nuova Regola e temendo non
sia troppo aspra, dicono e protestano che non intendono esservi obbligati. Scrivila per te, e
non per loro ».
Francesco levò la faccia al cielo e parlò a Cristo: « Signore, non lo dicevo che non ti
avrebbero creduto? ». E subito si udì nell'aria la voce di Cristo: « Francesco, nulla di tuo è
nella Regola, ma ogni prescrizione che vi si contiene è mia. E voglio sia osservata alla lettera,
alla lettera, alla lettera! senza commenti, senza commenti, senza commenti». Aggiunse: « So
ben io quanto può la debolezza umana, e quanto può la mia grazia. Quelli dunque che non
vogliono osservare la Regola, escano dall'Ordine! ».
Si volse allora Francesco a quei frati e disse: « Avete sentito? avete sentito? Volete che
ve lo faccia ripetere? ». E così i ministri se ne tornarono scornati e riconoscendosi in colpa.
MEDITAZIONE
Marta, sorella di Maria, corse incontro a Gesù quando venne per risuscitare il fratello Lazzaro e professò la sua fede nel Cristo Signore: «Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo» (Gv 11, 27). Accolse con premura nella sua casa di Betania il divino Maestro, che la esortò a unire al servizio di ospitalità l’ascolto della sua parola (Lc 10, 38-42; Gv 12, 1). San Francesco, che voleva vivere il Vangelo alla lettera, così scrisse all'Ordine: 
" [224] 34 E poiché chi è da Dio ascolta le parole di Dio (Cfr. Gv 8,47), perciò noi, che in modo tutto speciale siamo deputati ai divini uffici, dobbiamo non solo ascoltare e praticare quello che Dio dice, ma anche, per radicare in noi l'altezza del nostro Creatore e la nostra sottomissione a lui, custodire i vasi sacri e i libri liturgici, che contengono le sue sante parole".
[225] 35 Perciò, ammonisco tutti i miei frati e li incoraggio in Cristo perché, ovunque troveranno le divine parole scritte, come possono, le venerino 36 e, per quanto spetti a loro, se non sono ben custodite o giacciono sconvenientemente disperse in qualche luogo, le raccolgano e le ripongano in posto decoroso, onorando nelle sue parole il Signore che le ha pronunciate (Cfr. 3Re 2,4). Molte cose infatti sono santificate (1Tm 4,5) mediante le parole di Dio e in virtù delle parole di Cristo si compie il sacramento dell'altare". Meditiamo le parole di Gesù e di Francesco, perchè la nostra azione sarà tanto più feconda quanto più scaturirà dalla sorgente della contemplazione. Lasciamo che Lui, che è la VITA, torni ad essere un fiume in piena dentro di noi.

PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno,
il tuo Figlio fu accolto come ospite a Betania
nella casa di santa Marta,
concedi anche a noi
di esser pronti a servire Gesù nei fratelli,
perché al termine della vita
siamo accolti nella tua dimora.
Per Gesù Cristo, nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 28 Luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 210
GIOVEDI' 28 LUGLIO 2016
MATTEO 13, 47-53
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 
Parola del Signore.
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1671
NESSUNA PROPRIETA',
NEMMENO IN COMUNE
1671 112. I frati ministri cercavano di convincere Francesco a permettere che si possedesse
qualcosa, almeno comunitariamente, in maniera che un numero così grande di religiosi
avesse una riserva cui attingere. Raccoltosi in preghiera, il Santo chiamò Cristo e lo consultò
su questo punto. E immediatamente il Signore gli diede la sua risposta: non ci doveva essere
proprietà alcuna né personale né comunitaria. Questa era la sua famiglia, disse, alla quale lui
avrebbe immancabilmente provveduto per quanto numerosa fosse, e sempre avrebbe avuto
cura di essa finché la fraternità avesse nutrito fiducia in Lui.
MEDITAZIONE
Tutti siamo chiamati ad annunciare il messaggio della Parola divenuta carne in un mare di umanità. Gesù invita i discepoli ad imitarlo nella presentazione del mistero del Regno, senza timore e con fiduciosa apertura alla novità dello Spirito. Gesù si serve dell'immagine della rete, così famigliare ai pescatori e a tutti, per mostrare che tutti, nessuno escluso, sono destinatari della lieta notizia del Signore: il Risorto nella sua misericordia vuole salvarci. Dio ha voluto redimere gli uomini e aprire le porte della salvezza a coloro che lo avrebbero cercato. Compito davvero arduo, perché deve tenere conto di una realtà, come la nostra, molto distratta, poco desiderosa ad impegnarsi concretamente, troppo presa dalla vita quotidiana. Francesco era desideroso di esaudire i desideri di Gesù, col quale aveva un rapporto intimo particolare e famigliare, era desideroso di far conoscere a tutti i misteri del Regno, perchè potessero riflettere sulle realtà divine e conventirsi finchè c'è tempo. “FF1463 54. Ottenuta dunque l'investitura da parte del Papa, andando Francesco per città e castelli, cominciò a predicare dappertutto con più grande impegno e sicurezza, non ricorrendo a persuasivi ragionamenti fondati sulla sapienza umana, ma basandosi sulla dottrina e sulla virtù dello Spirito Santo, annunziando con fiducia il regno di Dio. Era un evangelizzatore della verità, fatto forte dall'autorità apostolica. Non ricorreva all'adulazione, sprezzava il bel parlare. Quella che proponeva agli altri nelle sue esortazioni, era innanzi tutto sua vissuta convinzione personale; così era in grado di annunziare sinceramente la verità”. Noi facciamo la nostra parte? Ricordiamoci che l'annuncio della buona novella si condensa nell'amore da parte di un Dio che è misericordioso, che non si stanca di chiamarci perchè, Lui che è Amore, è instancabile nella sua misericordia.

PREGHIERA
Signore Gesù, noi siamo stati presi nella rete che Tu getti sul mondo. Mentre ti ringraziamo per questo dono, ti preghiamo di aiutarci ad essere fedeli alla tua chiamata, perchè alla fine dei tempi possiamo entrare nella gioia eterna in cui Tu vivi con il Padre e lo Spirito santo, nei secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
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mercoledì 27 luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 27 Luglio 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 209

MERCOLEDI' 27 LUGLIO 2016

MATTEO 13, 44-46
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 

«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.Il regno dei cieli è simile  anche a un mercante che va in cerca  di  perle preziose;trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Parola del Signore



DALLA LEGGENDA PERUGINA 1670

NON SONO UN LADRO !
1670 111. Francesco ripeteva spesso ai fratelli: « Non sono mai stato ladro. Voglio dire che

delle elemosine, le quali sono l'eredità dei poveri, ho preso sempre meno di quanto mi
bisognasse, allo scopo di non intaccare la parte dovuta agli altri poveri. Fare diversamente
sarebbe rubare ».



MEDITAZIONE
Di fronte al Regno di Dio, unico scopo della nostra vita, gli altri valori non sono da disprezzare, ma bisogna essere consapevoli che si tratta soltanto di mezzi. E nessun mezzo deve essere preferito al fine: il Regno. Il Regno dei cieli è proprio ciò che si cerca nel profondo del cuore. È come un tesoro di cui si scopre l’esistenza. È come una perla, la perla delle perle che il mercante ha cercato per tutta la sua vita. Se il mercante raggiunge il suo obiettivo, non è grazie alla sua tenacia, ma perché ciò gli è concesso in dono. Ma bisogna essere pronti anche a sacrificare tutto per ricevere questo dono:bisogna essere pronti. Quando si raggiunge l’obiettivo, non bisogna crollare come dopo un eccesso di sforzo, ma esultare di indescrivibile gioia. San Francesco, nella “Parafrasi del Padre Nostro”, scrive: “ [FF269] Venga il tuo regno (Mt 6,10): perché tu regni in noi per mezzo della grazia e ci faccia giungere nel tuo regno, ove la visione di te è senza veli, l'amore di te è perfetto,
la comunione di te è beata, il godimento di te senza fine”.



PREGHIERA
Signore, Dio nostro, il dono che Tu ci fai è senza prezzo. Aiutaci a non dare un valore assoluto ai beni che passano, e rendi libero il nostro cuore, perchè sia capace di preferire a tutto le ricchezze del tuo Regno. Per Gesù Cristo, nostro Signore.



“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
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mercoledì 8 giugno 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 7 Giugno 20166

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 159

MARTEDI' 7 GIUGNO 2016

MATTEO 5, 13-16
Voi siete la luce del mondo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore

DALLA LEGGENDA PERUGINA 1617

LA DENOMINAZIONE: FRATI MINORI
1617 67. A questo proposito egli ebbe a dire una volta: « L'Ordine e la vita dei frati minori si
assomiglia a un piccolo gregge, che il Figlio di Dio, in questa ultima ora, ha chiesto al suo
Padre celeste, dicendo:--Padre, vorrei che tu suscitassi e donassi a me in questa ultima ora un
nuovo umile popolo, diverso per la sua umiltà e povertà da tutti gli altri che lo hanno preceduto, e fosse felice di non possedere che me solo. E il Padre rispose al suo Figlio diletto:-
-Figlio ciò che hai chiesto, è fatto--».
Aggiungeva quindi Francesco che il Signore ha voluto che i frati si chiamassero "
Minori », perché appunto questo è il popolo chiesto dal Figlio di Dio al Padre suo, e di esso si
dice nel Vangelo: Non vogliate temere, o piccolo gregge, poiché è piaciuto al Padre vostro di concedere
a voi il Regno; e ancora: Quello che avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli (minori), lo avete
fatto a me.
Sebbene qui il Signore parli di tutti quelli che sono poveri in spirito, tuttavia egli
intendeva riferirsi in modo particolare all'Ordine dei frati minori, che sarebbe fiorito nella sua
Chiesa.

MEDITAZIONE
Per essere discepoli del Cristo, non basta conoscerlo o ascoltarlo: bisogna anche farlo conoscere attraverso una vita che riveli al mondo il sapore e la luce del vangelo. Il nostro mondo sarebbe povero, inumano e freddo se non ci fossero uomini che danno prova di questa generosità . Ognuno di noi, anche se si sente isolato, ha la fortuna di poter cambiare il clima che lo circonda! Gesù ci crede capaci di questo: “voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo!” Lo siamo? Francesco, sempre timoroso di non fare la volontà di Dio, mandò frate Masseo da santa Chiara e da frate Silvestro perchè pregassero per conoscere i disegni di Dio su di lui. Dopo aver pregato, frate Silvestro disse: “« Questo dice Iddio che tu dica a frate Francesco: che Iddio non l' ha chiamato in questo stato solamente per sè, ma acciò che faccia frutto delle anime e molti per lui sieno salvati >>. Avuta questa risposta, frate Masseo tornò a santa Chiara a sapere quello ch' ella aveva impetrato da Dio. Ed ella rispuose ch' ella e 1' altre compagne aveano avuta da Dio quella medesima risposta, la quale avea avuta frate Silvestro.
Con questo ritorna frate Masseo a santo Francesco, e santo Francesco il ricevè con grandissima carità, lavandogli li piedi e apparecchiandogli desinare. E dopo 'l mangiare, santo Francesco chiamò frate Masseo nella selva e quivi dinanzi a lui s' inginocchia e trassesi il cappuccio, facendo croce delle braccia, e domandollo: « Che comanda ch' io faccia il mio Signore Gesù Cristo? ». Risponde frate Masseo: « Sì a frate Silvestro e sì a suora Chiara colle suore che Cristo avea risposto e rivelato che la sua volontà si è che tu vada per lo mondo a predicare, però ch' egli non t'ha eletto pure per te solo, ma eziandio per salute degli altri >>. E allora santo Francesco, udito ch' egli ebbe questa risposta e conosciuta per essa la volontà di Cristo, si levò su con grandissimo fervore e disse: « Andiamo al nome di Dio ». E prende per compagno frate Masseo e frate Agnolo, uomini santi. 

PREGHIERA
Signore Gesù Cristo, sei Tu il sale della terra e la luce del mondo, ma nella tua bontà hai voluto che lo fossero anche i tuoi discepoli. Rendili trasparenti alla tua luce e al tuo amore, Tu che vivi con il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli.

“ACTIONES NOSTRAS”
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SAN FRANCESCO E IL VANGELO 8 Giugno 2016

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 160
MERCOLEDI'  8 Giugno 2016 
SS. GREGORIO GRASSI E COMP. MARTIRI
Matteo 3, 17-19
In quel tempo,Gesù disse ai suoi discepoli:" Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. 
Parola del Signore
DALLA LEGGENDA PERUGINA 1618-19
1618 Fu rivelato a Francesco che il suo movimento doveva chiamarsi dei frati minori, e così
fece scrivere nella prima Regola, che portò a Innocenzo III, e il Papa gliela approvò e
concesse; e in seguito il Papa annunciò questa sua decisione a tutti nel Concilio.
Il Signore rivelò a Francesco anche il saluto che i frati dovevano dare, come ricorda nel
suo Testamento: « Il Signore mi rivelo che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace ! » .
1619 Nei primordi dell'Ordine, mentre Francesco era in cammino con uno dei primi dodici
frati, questi salutava uomini e donne che incontrava lungo la strada o vedeva nei campi con
le parole: « Il Signore vi dia pace! ». La gente, che finallora non aveva mai udito un religioso
salutare con quella formula, si mostrava stupita. C'erano anzi di quelli che ribattevano
indispettiti: « Cosa vorrebbe dire questo nuovo genere di saluto? ». Il frate ci rimase male e
disse a Francesco: « Fratello, permettimi di usare un altro saluto». Ma il Santo osservò: <<
Lasciali dire, perché non intendono le cose di Dio. Tu non provare vergogna per le loro
reazioni, poiché io ti dico, fratello, che perfino i nobili e i principi di questo mondo avranno
reverenza per te e gli altri frati in grazia di questo saluto ».
Disse ancora: « Non è meraviglioso, che Dio abbia voluto avere un piccolo popolo, fra
tutti gli altri venuti prima, che sia felice di possedere Lui solo, altissimo e glorioso?».
MEDITAZIONE
Essere fedeli a Dio, non significa attenersi all'una o all'altra delle prescrizioni contenuti nella legge di Mosè: significa essere docili allo Spirito di quel Dio che i profeti hanno fatto conoscere a poco a poco a Israele, e che Gesù rivela con pienezza. Il Cristo non contraddice Mosè, lo supera. I comandamenti d’amore che Dio dà al suo popolo, i comandamenti di Gesù nel Vangelo, non possono essere separati dalla sua presenza nella Chiesa e dallo Spirito Santo, che, diffuso nei nostri cuori, ci rende partecipi della vita stessa della Santa Trinità. Dio da al suo popolo comandamenti d’amore perché viva. “Francesco,servitore e ministro veramente fedele, tutto volendo compiere con fedeltà e perfezione, si sforzava di praticare soprattutto quelle virtù che sapeva maggiormente gradite al suo Dio, come aveva appreso per dettame dello Spirito Santo”. FF1203. Imitiamolo e comportiamoci in modo che il nostro cuore sia sempre rivolto a Dio, in ascolto di quanto ci chiede; e impariamo anche, grazie a ciò, a conformare il quotidiano delle nostre giornate a tutto quanto egli ci domanda con la sua parola.

PREGHIERA
Signore Dio, insegnaci a non disprezzare nessuno dei tuoi comandamenti, neppure quelli che ci sembrano di poca importanza. Ma liberaci anche da qualsiasi forma di legalismo, perchè non sull'osservanza della legge, ma sulla qualità del nostro amore saremo giudicati prima di entrare nel Regno dei cieli per sempre.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

San Gregorio Maria (Pier Luigi) Grassi Vescovo e martire e compagni-francescani
Castellazzo Bormida, Alessandria, 13 dicembre 1833 - Tai-yuen-fu, Cina, 9 luglio 1900
Tra i martiri della violenta persecuzione provocata nel 1900, dai fanatici “Boxers” nell’impero cinese, appartengono all’ordine dei Frati Minori tre Vescovi: Gregorio Grassi, Antonino Fantosati, Francesco Fogolla; quattro sacerdoti, e un fratello religioso. Vi furono anche sette suore Missionarie Francescane di Maria e undici laici del Terz’ordine.
Il 1° ottobre del 2000, papa Giovanni Paolo II ha canonizzato un numeroso gruppo di 120 martiri in Cina; beatificati in precedenza in vari gruppi a partire dal 1746 con papa Clemente XIII, fino a Pio XII nel 1951. 
E di questa folta schiera di martiri, che comprende vescovi, sacerdoti, catechisti, suore, religiosi, laici, che immolarono la loro vita per la fede, vittime dell’odio anticristiano, c’è un gruppo di 29, tutti appartenenti all’Ordine Francescano, uccisi dai fanatici ‘boxers’ il 9 luglio 1900 a Tai-yuen-fu. 
Il gruppo capeggiato liturgicamente dal vescovo Gregorio Grassi, comprende 3 vescovi, 4 sacerdoti, 1 fratello religioso, 7 suore Francescane Missionarie di Maria, 11 laici cinesi del Terz’Ordine di s. Francesco e 3 laici fedeli cinesi; essi vennero beatificati il 27 novembre 1946 da papa Pio XII. 
I ‘boxers’ erano un duplicato dell’antica e misteriosa associazione “Nenufaro bianco”, che era ostile alla dinastia Manciù e che durante il regno di Kia-king si credé di avere sterminato a furia di decapitazioni; invece i sopravvissuti poterono fuggire e rifugiarsi nella Cina del Sud, dove nel 1853 fondarono un breve regno durato solo 15 anni, chiamato “Regno celeste della pace”; defunto il loro primo sovrano si dispersero, continuando a provocare focolai rivoluzionari dovunque. 
Alla fine del sec. XIX, nacque da essi la società del ‘Grande coltello’, dall’equivalente nome cinese, che finisce con il termine significante pugno, gli inglesi, riferendosi a questo termine ed agli esercizi fisici che facevano per acquistare agilità e potenza, li soprannominarono ‘Boxers’. 
Detta società aveva come scopo la liberazione della Cina dagli stranieri e di conseguenza lo sterminio dei cristiani considerati loro complici. Nelle uccisioni preferivano i capi delle comunità cristiane, i catechisti, le maestre, i bambini anche di pochi giorni battezzati; con l’aiuto dei bonzi diffondevano contro i cristiani calunnie incredibili. 
Con l’imperatrice madre Tz-Hsi i ‘Boxers’ poterono agire in piena libertà, specialmente nelle province intorno a Pechino; i cristiani per cercare di sfuggire alle aggressioni, si organizzarono in villaggi fortificati, ma i ‘boxers’ appoggiati a volte dalle truppe regolari, penetrarono dappertutto compiendo orrende carneficine, come nel villaggio di Tchou-kia-Ho dove furono massacrati migliaia di cristiani. 
Di questa folla di martiri, la Chiesa ne ha beatificati una porzione, di cui si è potuto istituire delle pratiche con documentazioni: 85 in due gruppi nel 1946 e nel 1955, molti di loro come i 29 di cui parliamo, sono stati man mano canonizzati. 
Gregorio Grassi il Vicario Apostolico dello Shan-si Meridionale, nacque il 13 dicembre 1833 a Castellazzo Bormida (Alessandria), da Giovan Battista Grassi e Paola Francesca Moccagatta, onesti borghesi e possidenti; al battesimo fu chiamato Pier Luigi. 
Ad 11 anni ricevé la Prima Comunione, facendo il piccolo chierichetto nel Santuario della Madonna delle Grazie, molto venerata a Castellazzo e dintorni, e ai piedi di questo altare, sentì sbocciargli la vocazione religiosa, poi un incontro con due frati francescani venuti in pellegrinaggio al santuario da Bologna, gli fece prendere la decisione definitiva. 
Nel 1848 con il consenso dei genitori, a 15 anni entrò nel Convento dei Frati Minori di Bologna; il 2 novembre dello stesso anno fu mandato a Montiano (Forlì) per il noviziato cambiando il nome di Pier Luigi in Gregorio Maria. Superato con forza e volontà il duro periodo del noviziato che in questo convento a sud di Cesena, era particolarmente rigido alla Regola, Gregorio Maria fece la sua professione il 14 dicembre 1849. 
Da Montiano passò a Parma e poi a Bologna per completare gli studi liceali e teologici, avendo per compagni tanti futuri vescovi e missionari; nell’agosto 1856 venne ordinato sacerdote. Sentendo in lui sempre più forte l’ideale missionario, ottenne dai superiori di andare a Roma al fiorente Collegio Francescano per le Missioni. 
Nel 1861 con un drappello di missionari figli di s. Francesco e con la benedizione di papa Pio IX, s’imbarcò per l’Estremo Oriente sostando per un certo tempo nella Palestina; ma arrivata a Porto Said una nave diretta al Tonchino, Gregorio corse a Suez ottenendo di far parte dell’equipaggio. 
A fine ottobre 1861 egli giunse alla meta assegnatagli, lo Scian-tong, accolto da un suo lontano parente il Vicario Apostolico Moccagatta anch’egli di Castellazzo. Ma non restò molto nello Scian-tong, perché ebbe la disposizione di spostarsi nella lontana provincia cinese dello Scian-si con capitale Tai-yuen-fu, una delle città più celebri e antiche della Cina, a 780 metri sul mare. Per la sua conoscenza del cinese gli fu dato l’incarico di Rettore del seminario locale e confessore del numeroso orfanotrofio femminile, con la cura dei cristiani del circondario, cui si recava nelle feste principali per l’apostolato diretto. 
Era particolarmente cultore del canto, che nelle modulazioni semplici dei cinesi, assumevano una struggente melodia, tutte le devozioni pubbliche in Cina sono accompagnate dal canto. Infondendo fra i suoi cari cinesi le energie di un’intensa attività giovanile, padre Gregorio Grassi trascorse i primi 12 anni, acquistando una preziosa esperienza dei luoghi e degli uomini, che sarà utilissima per la sua lunga carriera missionaria. 
A 43 anni dopo la morte improvvisa di mons. Carnevale, coadiutore del Vicario Apostolico Moccagatta, molto anziano; padre Gregorio Maria Grassi fu scelto a succedergli e il 19 novembre 1876 venne consacrato vescovo titolare di Ortosia, con diritto di successione nello Shan-si, nella cattedrale di Tai-yuen-fu da parte del Vicario Apostolico di Pechino, che sostituì mons. Moccagatta gravemente ammalato.
Messosi subito all’opera, iniziò la visita pastorale nell’immenso territorio, basti dire che nell’aprile 1877 si recò nel distretto di Ta-tong-fu lontano ben 450 km. dalla capitale. 
Mentre si raccoglievano i frutti di questa fervorosa attività, la Cina nel 1878 fu colpita da una di quelle spaventose carestie che spopolavano città e campagne; nel solo Shan-si la fame fece da 7 ad 8 milioni di vittime, la stessa Tai-yuen-fu ebbe 100.000 morti e dopo la carestia, come spesso accadeva, venne la peste e mons. Grassi fu uno dei primi ad essere colpito, mentre curava gli ammalati; stette sedici giorni fra la vita e la morte prima di riprendersi e scampare alla pestilenza. 
Ripresasi dalla lunga convalescenza, si rimise in viaggio, prima sui “Monti Occidentali” poi alla Prefettura di Lu-ngan-fu; nel 1886 lo si trova al di là della Grande Muraglia, dappertutto visitando gli sperduti villaggi, ancora in preda alla miseria della passata carestia, confortando e confermando i cinesi cristiani che da tempo non vedevano un missionario, figuriamoci un vescovo. 
La sua intensa, lunga attività missionaria è documentata dalla sua numerosa corrispondenza epistolare, dove racconta le conquiste apostoliche, la gioia delle conversioni, le tribolazioni subite, la consolazione di avere come collaboratori attivi missionari e buoni catechisti cinesi. 
Il 6 settembre 1891 moriva il venerando mons. Moccagatta e quindi tutta la responsabilità del Vicariato dello Shan-si ricadde sulle spalle di mons. Grassi; il suo impegno aumentò e furono costruite Scuole di ogni tipo, ampliate quelle esistenti, consolidò il Seminario indigeno; facilitò e progettò il primo convento francescano nel 1891 a Tong-eul-kon. 
Nei suoi 40 anni di missione, edificò, riparò o abbellì circa 60 chiese ed oratori; cominciò la costruzione del grande ospedale a Tai-yuen-fu, demolito durante la persecuzione; curò l’accoglienza e la crescita di oltre 200 orfanelle da lui affidate alle Suore chiamate ad aiutarlo. 
Uomo integro e virtuoso, era di aspetto austero, magro, con barba veneranda e un parlare secco, amava la semplicità e povertà francescana; indossava la lunga tunica dei missionari cinesi, la croce pettorale di vescovo era di semplice ottone. 
Il 27 giugno 1900, cominciarono a Tai-yuen-fu le avvisaglie della persecuzione operata dai ‘boxers’, comandati dal sanguinario viceré Yü-sien e scatenata dall’imperatrice settantenne Tz-hsi; furono bruciate le case e la chiesa dei Protestanti, i quali essendo più ricchi, furono attaccati per primi. Nonostante qualche tentativo non riuscito, di mettere in salvo i seminaristi e qualche sacerdote più anziano, il viceré l’indomani fece trasferire l’Orfanotrofio in una pagoda buddista. 
Il 5 luglio i due vescovi Grassi e Fogolla che lo coadiuvava, i missionari, le suore, i seminaristi e dieci fedeli domestici cristiani, furono condotti con dei carri, scortati dai mandarini e dai soldati, che in teoria dovevano proteggerli, in un edificio-albergo, in pratica una specie di prigione, dove rimasero fino al 9 luglio 1900, quando con un inganno, furono tutti trasportati nel cortile del tribunale di Tai-yuen-fu verso le quattro del pomeriggio e lì a colpi di sciabolate vennero tutti massacrati e molti decapitati, per ultime le suore; anche i Protestanti subirono la stessa sorte. 
I loro corpi mutilati, furono lasciati all’offesa della plebaglia pagana fino a sera, furono poi ammassati in una fossa
comune alle mura della città, presso la Grande Porta Orientale, dove rimasero per tre giorni, in pasto ai cani ed agli uccelli rapaci. Poi per paura di una pestilenza, furono sepolti alla rinfusa fuori le mura, assieme alle ossa anonime di mendicanti e giustiziati. Solo con l’intervento delle Potenze Occidentali i ‘boxers’ vennero dispersi e a gennaio del 1901 vennero esumati i corpi per dare loro una onorevole sepoltura.

Autore: Antonio Borrelli