SAN FRANCESCO E IL VANGELO 278
MARTEDI' 4 OTTOBRE 2016
SAN FRANCESCO D'ASSISI--solennità-
SAN FRANCESCO D'ASSISI--solennità-
MATTEO 11, 25-30
Io sono mite e umile di cuore.
Io sono mite e umile di cuore.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
LA LEGGENDA DEI TRE COMPAGNI 1456
1456 47. Arrivati a Roma, vi trovarono il vescovo di Assisi, che li ricevette con grande gioia. Egli nutriva una stima affettuosa per Francesco e tutti i frati, ma, ignorando il motivo della loro venuta, fu preso da ansietà: temeva che volessero abbandonare Assisi,dove il Signore aveva cominciato per loro mezzo a compiere meraviglie di bene. Egli era
fiero e felice di avere nella sua diocesi uomini così zelanti, sulla cui vita esemplare faceva moltissimo conto. Quando
però seppe lo scopo del viaggio e comprese i loro progetti, ne fu rasserenato e promise di consigliarli e aiutarli.
MEDITAZIONE
Gesù prega. Si rivolge a suo Padre.Egli loda suo Padre, non in quanto tale, ma per ciò che fa. Si meraviglia di vedere la spontaneità dei bambini: per noi è veramente necessario diventare come loro per non perdere il più bell’incontro che un uomo possa fare. E per colui che lo accoglie in tal modo Gesù serba le rivelazioni più grandi, quelle che nessuno può conoscere (Mt 11,27) e che trattano del mistero di Dio stesso. C’è di più. Coloro che pregano ne fanno l’esperienza. Dio parla loro quando essi si confidano a lui. Essi comprendono quando non sono sulle difensive. Essi amano veramente quando accettano di essere amati, poiché Dio ci ama sempre per primo (1Gv 4,10) ma noi ci difendiamo, non vogliamo essere sensibili, e facciamo fatica a lasciarci andare. Noi ci complichiamo la vita spirituale. Cerchiamo il difficile dove le cose sono semplici. Il giogo del Signore è leggero, poiché egli lo porta per noi. Francesco ebbe la capacità di ascoltare e ...incontrò il Signore.
"Beati i poveri". Vivendo nella povertà e nella gioia, Francesco di Bernardone divenne un santo che assomiglia straordinariamente a Gesù di Nazaret; ; Francesco potè cantare la creazione con la freschezza di un'infanzia ritrovata. Le stigmate da lui ricevute ne fanno un'immagine ancora più perfetta del Cristo. Alla sua triplice famiglia religiosa e ai suoi seguaci, egli lasciò in eredità il suo amore per il Cristo povero, per la croce e per la chiesa.
PREGHIERA
O Dio, che nel Serafico Padre san Francesco, povero e umile, hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine dei Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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