venerdì 18 agosto 2017

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 18 Agosto 2017

  
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 230
VENERDI' 18 AGOSTO 2017
S.ELENA
MATTEO 19, 3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Parola del Signore.
+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO VII
MORTI RISUSCITATI PER I MERITI DEL BEATO FRANCESCO
864
41.A dimostrare come tutti debbano ricevere con amore l'ammirabile dono divino della confessione e anche perché giustamente si chiarisca come questo Santo sempre godette di merito singolare presso Cristo, bisogna riferire ciò che egli mirabilmente manifestò, mentre viveva nel mondo, e ciò che, dopo la sua morte, ancor più chiaramente rivelò di lui il suo Cristo.
Una volta, recatosi il beato padre Francesco a Celano per predicare, fu da un cavaliere invitato con devote e ripetute preghiere a pranzare con lui. Egli dapprima si rifiutò, facendo lunga resistenza, ma infine si lasciò convincere costrettovi dall'insistenza. Giunse il momento del pranzo e venne imbandita una splendida mensa. L'ospite devoto si rallegrò, e tutta la famiglia si allietò all'arrivo dei frati poverelli. Il beato Francesco, rimanendo in piedi e levando gli occhi al cielo, chiamò a sé l'ospite. "Ecco", disse, "fratello ospite, vinto dalle tue preghiere sono entrato per mangiare in casa tua. Adesso obbedisci subito al mio avvertimento, poiché tu non qui mangerai, ma in altro luogo. Confessa con devozione e contrizione le tue colpe, e non resti peccato in te che non confessi. Oggi il Signore ti ricompenserà perché hai così devotamente accolto i suoi poverelli". Si convinse subito quell'uomo alle parole sante e, chiamato il compagno di san Francesco, che era sacerdote, gli svelò con sincera confessione tutti i suoi peccati. Diede disposizione per la sua casa e se ne stava aspettando, senza ombra di dubbio, che si compisse la parola del Santo. Infine tutti si sedettero a mensa e cominciarono a mangiare e, anch'egli, fattosi il segno della croce, allungò tremando la mano verso il pane, ma prima di poterla ritrarre, chinò il capo ed esalò lo spirito.
Quanto bisogna amare la confessione dei peccati ! Si osservi, un morto viene risuscitato perché si possa confessare, e perché un vivo non debba perire in eterno, viene liberato con il beneficio della confessione.

MEDITAZIONE
L’amore, che unisce l’uomo e la donna, viene da Dio e per tale origine, unifica e non può separare. Se Gesù cita Gn 2,24: «L’uomo abbandonerà il padre e la madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una sola carne» (19,5), è perché vuole sottolineare un principio singolare ed assoluto: è la volontà creatrice di Dio a unire l’uomo e la donna. Quando un uomo e una donna si uniscono in matrimonio, è Dio che li unisce; il termine «coniugi» viene dal verbo congiungere, coniugare, vale a dire, che la congiunzione dei due partner sessuali è l’effetto della parola creatrice di Dio. All’uomo di oggi ed in particolar modo alle comunità ecclesiali la parola di Gesù dice chiaramente che non devono esserci dei divorzi. Per amore e per fede si può essere sposi di Cristo. Nella LETTERA AI FEDELI san Francesco scrisse:
" [178/2] 5 Oh, come sono beati e benedetti quelli e quelle, quando fanno tali cose e perseverano in esse; 6 perché riposerà su di essi lo Spirito del Signore (Cfr. Is 11,2) e farà presso di loro la sua abitazione e dimora (Cfr. Gv 14,23); 7 e sono figli del Padre celeste, del quale compiono le opere, e sono sposi, fratelli e madri (Cfr. Mt 12,50) del Signore nostro Gesù Cristo.
8 Siamo sposi, quando l'anima fedele si unisce al Signore nostro Gesù Cristo per virtù di Spirito Santo. 9 Siamo suoi fratelli, quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli (Mt 12,50). 10 Siamo madri, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio (Cfr. Mt 5,16).""

PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno,
che ci dai il privilegio di chiamarti Padre,
fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare
nell’eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

giovedì 17 agosto 2017

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 16 Agosto 2017

San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 228
MERCOLEDI' 16 AGOSTO 2017
S.STEFANO D'UNGHERIA
MATTEO 18,15-20
Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Parola del Signore
TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO VI
DONNA GIACOMA DEI SETTESOLI
862 39. Pertanto essa, tutta madida di lacrime, tratta in disparte, viene di nascosto accompagnata presso la salma, e, ponendole tra le braccia il corpo dell'amico, il vicario esclama: "Ecco, stringi da morto colui che hai amato da vivo!". Ed essa, versando cocenti lacrime sopra quel corpo, raddoppia flebili richiami e singhiozzi, e ripetendo affettuosi abbracci e baci, solleva il velo per vederlo scopertamente. Che più? Contempla quel prezioso vaso, in cui era stato nascosto un tesoro più prezioso, adorno di cinque perle. Ammira quelle cesellature, degne dell'ammirazione di tutto il mondo, che la mano dell'Onnipotente aveva scolpito, e così d'un tratto, piena di insolita letizia, si rianima tutta alla vista dell'amico morto. Subito suggerisce che non si debba dissimulare e tener nascosto più a lungo un così inaudito miracolo, ma con una risoluzione molto saggia lo si mostri agli occhi di tutti. Accorrono perciò tutti à gara a tale spettacolo, e costatano come Dio non aveva veramente mai fatto cose sì grandi ad alcun' altra nazione e sono tutti ripieni di stupore.
Qui sospendo lo scritto, non volendo balbettare ciò che non potrei descrivere. Giovanni Frigia Pennate allora fanciullo, in seguito proconsole di Roma e conte del Sacro Palazzo, quello che allora insieme alla madre, vide con i propri occhi e toccò con le proprie mani liberamente l'afferma con giuramento, lo confessa contro tutti i dubbi. Ritorni ormai la pellegrina alla sua città, consolata dal privilegio di tanta grazia, e noi, dopo aver narrato la morte del Santo, passiamo ad altro.

MEDITAZIONE
“Dio non vuole che neppure uno di questi piccoli si perda”. 
È un monito a chi dirige la comunità, di non escludere nessuno, senza prima aver tentato ogni mezzo per correggerlo dal suo errore o dal suo peccato. Niente, infatti, è più delicato della correzione fraterna. La regola data da Cristo per la vita e la conduzione della comunità è quella di tenere presente la gradualità del procedere. Ognuno deve lasciarsi guidare dalla preoccupazione di salvaguardare, con ogni cura, la dignità della persona del fratello. 
Il primato è dato, perciò, alla comunione. Deve essere salvata ad ogni costo, perché la comunione è tale solo se mette in opera ogni tentativo atto a convertire il peccatore.
Se il fratello persiste nell’errore, non sarà il giudizio della comunità in quanto tale a condannarlo, bensì il fatto che lui stesso si autoesclude dall’assemblea dei credenti. Per ciò che riguarda la correzione Francesco, nella REGOLA NON BOLLATA (1221) , scrisse: ""[17] 5 Se poi tra i frati, ovunque siano, ci fosse qualche frate che volesse camminare secondo la carne e non secondo lo spirito, i frati, con i quali si trova, lo ammoniscano, lo istruiscano e lo correggano con umiltà e diligenza. 6 Che se, dopo la terza ammonizione, quegli non avrà voluto emendarsi, Io mandino oppure ne riferiscano al ministro e servo, e il ministro e servo lo tratti come gli sembrerà meglio secondo Iddio.

[18] 7 E si guardino tutti i frati, sia i ministri e servi sia gli altri, dal turbarsi e dall’adirarsi per il peccato o il male di un altro, perché il diavolo per la colpa di uno vuole corrompere molti, 8 ma spiritualmente, come meglio possono, aiutino chi ha peccato, perché non quelli che stanno bene hanno bisogno del medico, ma gli ammalati (Cfr. Mt 9,12; Mc 2,17)."" FF 17--18.
PREGHIERA
O Padre, che ascolti quanti si accordano
nel chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio,
donaci un cuore e uno spirito nuovo,
perché ci rendiamo sensibili
alla sorte di ogni fratello
secondo il comandamento dell’amore,
compendio di tutta la legge.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

mercoledì 16 agosto 2017

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 17 Agosto 2017

 
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 229
GIOVEDI' 17 AGOSTO 2017
S.CHIARA DELLA CROCE-
MATTEO 18, 21-19,1
Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Parola del Signore
+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO VII
MORTI RISUSCITATI PER I MERITI DEL BEATO FRANCESCO
863
40. Mi accingo a parlare dei morti risuscitati per i meriti del confessore di Cristo, e chiedo agli ascoltatori e ai lettori d'essere attenti. Trascurerò nella narrazione, per amor di brevità, molte circostanze, e tacendo le esaltazioni degli ammiratori, annoterò soltanto le cose mirabili.
Nel paese di Monte Marano, presso Benevento, una donna, di nobile casato, ancor più nobile per virtù, si era affezionata con speciale devozione a san Francesco, e lo serviva con profonda dedizione. Oppressa da malattia ed ormai giunta all'estremo, seguì la sorte di ogni mortale. Poiché essa morì verso il tramonto, venne differita la sepoltura al giorno dopo, per permettere alla numerosa folla dei suoi cari di partecipare al sacro rito. Di notte arrivarono i chierici con i salteri per cantare le esequie e le veglie notturne, mentre tutt'attorno stava la folla. Ed ecco all'improvviso, alla vista di tutti, si levò la donna sul letto e chiamò tra i presenti un sacerdote, suo padrino, dicendogli: "Voglio confessarmi, padre, ascolta il mio peccato! Io, infatti sono morta ed ero destinata a una dura prigione, poiché non avevo confessato ancora un peccato che ora ti rivelerò. Ma avendo san Francesco, a cui fui sempre molto devota pregato per me--essa soggiunse --, mi è stato permesso dl ritornare in vita in maniera che, confessato quel peccato, possa meritare il perdono. Ed ecco, davanti a voi tutti, confessato il peccato, mi affretterò al promesso riposo ". Confessatasi con tremore al tremante sacerdote, e ricevuta l'assoluzione, essa si coricò quietamente sul letto e si addormentò felice nel Signore.
Chi può dunque esaltare con degne lodi la misericordia di Cristo? Chi celebrare la virtù della confessione e i meriti del Santo con degna lode?

MEDITAZIONE
La nostra vita deve essere orientata dal dono di Dio: ricevere il dono di Dio nell'Eucaristia è fondamentale, se vogliamo avere il giusto orientamento e superare le difficoltà della vita in modo positivo; invece di esserne abbattuti saperle trasformare in occasioni di progresso. 
Gesù nel duplice comandamento dell'amore ha precisato: "Amerai il Signore tuo Dio... Amerai il tuo prossimo". "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato": una esigenza meravigliosa, in fondo: soltanto amare. Siamo fatti per amare, lo sentiamo. Quindi è una esigenza che accogliamo con entusiasmo, quando la capiamo bene. Però d'altra parte è una esigenza reale, perché l'amore è esigente, l'amore non si vive senza accettare sacrifici, senza accettare rinunce. L'amore è duro come l'inferno, dice il Cantico dei Cantici. In certe circostanze sentiamo che non è facile amare sul serio. È quindi una vera esigenza. Però una esigenza che è contemporaneamente un dono di Dio. Gesù viene in noi per amare; possiamo amare grazie al suo cuore, che ci è dato. La vita cristiana è proprio questo accogliere il dono di Dio, il dono dell'amore di Dio, non soltanto un modo passivo, essendo amati da lui, ma in modo anche attivo: amando con lui. Così è vissuto Francesco: si commuoveva sempre profondamente nel sentire l'amore di Dio. ""Fra le altre parole, che ricorrevano spesso nel parlare, non poteva udire l'espressione " amore di Dio " senza provare una certa commozione. Subito infatti, al suono di questa espressione "amore di Dio" si eccitava, si commuoveva e si infiammava, come se venisse toccata col plettro della voce la corda interiore del cuore."" FF784.

PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno,
che ci dai il privilegio di chiamarti Padre,
fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare
nell’eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

lunedì 14 agosto 2017

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 15 Agosto 2017

 
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 227
MARTEDI' 15 AGOSTO 2017
ASSUNZIONE DELLA B.V.MARIA--solennità--proprio
LUCA 1,39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. 
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore

+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO VI
DONNA GIACOMA DEI SETTESOLI
861 Continuerò il racconto di questo pellegrinaggio--perché tale è stato veramente-- per non lasciare senza consolazione la nobile pellegrina. La moltitudine e soprattutto il devoto popolo della città attendeva ormai prossimo il passaggio del Santo dalla morte alla vita. Ma alla venuta della pellegrina romana il Santo si era un poco ripreso e si pensava allora che sarebbe vissuto ancora. Perciò quella signora pensò di licenziare il resto della comitiva, per rimanere lei sola con i figli e pochi scudieri. Ad essa però il Santo disse: " Non farlo, poiché io partirò sabato e tu te ne andrai la domenica con tutti". E così accadde: alI'ora predetta entrò nella Chiesa trionfante colui che aveva combattuto così eroicamente in quella militante. Tralascio qui il concorso delle folle, i cori inneggianti, i rintocchi solenni delle campane, le copiose lacrime; tralascio i pianti dei figli, i singhiozzi degli amici, i sospiri dei compagni. Mi limiterò a narrare come la pellegrina, privata del conforto del Padre, fu consolata.

MEDITAZIONE
Celebriamo oggi il mistero dell’Assunzione. Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore, preservata dal peccato e dalla corruzione, è stata elevata nella gloria in corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo. La tomba vuota di Maria, immagine della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo. L’Apocalisse ci mostra “un segno grandioso del cielo”: la Donna che ha il sole per mantello, e una corona di stelle. Invincibile con la grazia di Dio di fronte al nemico primordiale. “Figura e primizia della Chiesa”. Primizia nel dolore della maternità al servizio della Redenzione. Primizia nel destino della gloria. Da lì, nel focolare della Trinità, Maria ci aspetta tutti per vivere e cantare con lei la nostra riconoscenza alla Grazia di Dio. La beatitudine divina e umana della Salvezza. Il suo eterno Magnificat. 
Francesco ""Circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù, per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della Maestà e ci ha ottenuto la misericordia.
In Lei, principalmente, dopo Cristo, riponeva la sua fiducia e, perciò, la costituì avvocata sua e dei suoi. In suo onore digiunava con gran devozione dalla festa degli apostoli Pietro e Paolo, fino alla festa dell'Assunzione"". FF1165.



PREGHIERA
Dio onnipotente ed eterno,
che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima
l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,
fa’ che viviamo in questo mondo
costantemente rivolti ai beni eterni,
per condividere la sua stessa gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
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SAN FRANCESCO E IL VANGELO 14 Agosto 2017

 
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 226
LUNEDI' 14 AGOSTO 2017
S:MASSIMILIANO MARIA KOLBE--memoria--
MATTEO 17, 22-27
Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Parola del Signore.

+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO VI
DONNA GIACOMA DEI SETTESOLI
860 37. Giacoma dei Settesoli, la cui fama nella città di Roma era pari alla sua santità, aveva meritato il privilegio di un particolare affetto da parte del Santo. Non sta a me ripetere, a lode di lei, l'illustre casato, la nobiltà della famiglia, le ampie ricchezze, ed infine la meravigliosa perfezione delle sue virtù, la lunga castità vedovile. Essendo dunque il Santo ammalato di quella malattia, che doveva condurlo, dopo tante sofferenze, con morte beata, al felice compimento della sua vita, pochi giorni prima di morire, chiese che fosse avvertita a Roma donna Giacoma, perché se voleva vedere colui che già aveva tanto amato come esule in terra e che ora era prossimo al ritorno verso la patria, si affrettasse a venire. Si scrive una lettera, si cerca un messo molto veloce e trovatolo si dispose al viaggio. All'improvviso si udì alla porta un calpestìo di cavalli, uno strepito di soldati e il rumore d'una comitiva. Uno dei confratelli, quello che stava dando istruzioni al messo, si avvicinò alla porta e si trovò alla presenza di colei, che invece cercava lontano.
Stupito, si avvicinò in fretta al Santo e pieno di gioia disse: "Padre, ti annunzio una buona novella". Il Santo, prevenendolo, gli rispose: "Benedetto Dio, che ha condotto a noi donna Giacoma, fratello nostro! Aprite le porte, esclama, e fatela entrare, perché per fratello Giacoma non c'è da osservare il decreto relativo alle donne!".

MEDITAZIONE
Massimiliano Maria Kolbe è entrato nell'elenco dei santi con i titolo di sacerdote e martire. La sua testimonianza illumina di luce pasquale l’orrido mondo dei lager. Nacque in Polonia nel 1894; si consacrò al Signore nella famiglia Francescana dei Minori Conventuali. 
Innamorato della Vergine, fondò "La milizia di Maria Immacolata" e svolse, con la parola e con la stampa, un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Deportato ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale, in uno slancio di carità offrì la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì nel bunker della fame il 14 agosto 1941. 
Giovanni Paolo II lo ha chiamato "patrono del nostro difficile secolo".
PREGHIERA
O Dio, che hai dato alla Chiesa e al mondo
san Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire,
ardente di amore per la Vergine Immacolata,
interamente dedito alla missione apostolica
e al servizio eroico del prossimo,
per sua intercessione concedi a noi,
a gloria del tuo nome,
di impegnarci senza riserva al bene dell’umanità
per imitare, in vita e in morte,
il Cristo tuo Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
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sabato 12 agosto 2017

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 13 Agosto 2017

 sua foto.
3 ore fa
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 225
DOMENICA 13 AGOSTO 2017
MATTEO 14,22-33 
Comandami di venire verso di te sulle acque.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Parola del Signore
+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO V
LA DIVINA CLEMENZA FU SEMPRE PRONTA AD ESAUDIRE
I DESIDERI Dl SAN FRANCESCO
859 Mentre il santo uomo stava in un eremo, un medico lo visitava ogni giorno per la cura degli occhi. Un giorno il Santo disse ai suoi: "Invitate il medico e dategli da mangiare benissimo ". Rispose il guardiano: "Padre, lo diciamo timidamente, ci vergogniamo di invitarlo, tanto siamo poveri in questo momento ". Rispose il Santo dicendo: "Uomini di poca fede, perché volete che ve lo ripeta? ". Il medico che era presente, esclamò: "Anch'io, fratelli carissimi, stimerò come una delizia la vostra miseria". Si affrettarono i frati e posero sulla mensa tutta l'abbondanza della dispensa, cioè un poco di pane, non molto vino e perché con più abbondanza mangiassero, la cucina procurò anche un po' di legumi. Intanto la mensa del Signore soccorse la mensa dei suoi servi; si sentì bussare alla porta, accorse un frate ed ecco una donna che offrì un canestro pieno di pane fragrante, di pesci, di pasticcio di gamberi, con sopra grappoli di uva e miele. A tale vista esultò la mensa dei poveri, e riservati i cibi poveri per il domani, s'imbandirono subito quelli prelibati. Allora il medico così parlò, con un sospiro: "Né voi, frati, come dovreste, né noi secolari conosciamo adeguatamente la santità di costui ". Sarebbero stati saziati dal cibo, se non lo fossero stati ancor più dal miracolo. Così quell'occhio paterno non guarda mai con disprezzo i suoi, anzi con maggior provvidenza nutre i mendicanti più bisognosi.
MEDITAZIONE
Dobbiamo essere pronti a rischiare la nostra sicurezza e l’eccessiva preoccupazione per noi stessi, se vogliamo che la nostra fede si rafforzi. Cristo dice ad ognuno di noi: “Vieni”. Per rispondere e per andare a lui, a volte, dobbiamo attraversare le acque della sofferenza. 
Per superare la paura si deve seguire l’esempio di Gesù: “Salì sul monte, solo, a pregare”. La fede si rafforza solo con una pratica regolare della preghiera. 
Francesco rispose "Eccomi" all'invito del Signore. ""Veramente con gioiosa devozione egli s'aggirava tra le dimore celesti, e in completo annientamento di sé, dimorava a lungo come nascosto nelle piaghe del Salvatore. Perciò cercava luoghi solitari per poter lanciare completamente la sua anima in Dio; tuttavia, quando c'era bisogno, non esitava un istante a passare all'azione per giovare alle anime e alla vita dei fratelli.
Suo porto sicuro era la preghiera non di qualche minuto, o vuota, o pretenziosa, ma profondamente devota, umile e prolungata il più possibile. Se la iniziava la sera, a stento riusciva a staccarsene il mattino. Era sempre intento alla preghiera, quando camminava e quando sedeva, quando mangiava e quando beveva. Di notte si recava, solo, nelle chiese abbandonate e sperdute a pregare; così, con la grazia del Signore, riusciva a trionfare di molti timori e di angustie spirituali."" FF445.

PREGHIERA
Onnipotente Signore, che domini tutto il creato,
rafforza la nostra fede
e fa’ che ti riconosciamo presente
in ogni avvenimento della vita e della storia,
per affrontare serenamente ogni prova
e camminare con Cristo verso la tua pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 12 Agosto 2017

 
San Francesco e il Vangelo
SAN FRANCESCO E IL VANGELO 224
SABATO 12 AGOSTO 2017
S.GIOVANNA FRANCESCA DE CHANTAL
MATTEO 17,14-20
Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». 
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Parola del Signore
+TRATTATO DEI MIRACOLI
CAPITOLO V
LA DIVINA CLEMENZA FU SEMPRE PRONTA AD ESAUDIRE
I DESIDERI Dl SAN FRANCESCO
858 Costui disse al frate: “Ricevi, fratello, per amor di Dio del panno per sei tuniche, e tenendone una per te, distribuisci le rimanenti per il bene dell'anima mia, come ti parrà”. Tutto lieto, il frate torna dal beato Francesco, e racconta del dono venuto dal cielo. A lui il Padre rispose: “Prendi le tuniche, perché per questo quell'uomo è stato mandato, per soccorrere in tale modo alla mia necessità. Siano dunque rese grazie a Colui che si prende cura di noi “.
MEDITAZIONE
Dio è degno di un amore illimitato. Lo posso amare con tutto il mio essere, perché è proprio lui ad avermi dato tutto il mio essere, per puro amore. Di nessun'altra persona si può dire altrettanto. Certe persone mi hanno dato doni preziosissimi con molto affetto, ma nessuna mi ha dato tutto il mio essere. E continuamente Dio mi dà tutto: l'aria che respiro, la luce che rallegra i miei occhi, il mondo e le sue meraviglie, le persone che mi circondano. Dappertutto l'amore di Dio mi viene incontro e desidera comunicarsi a me. Propriamente parlando, amare Dio non è un comandamento, è piuttosto una vocazione, che corrisponde all'aspirazione più profonda del nostro essere. Dall'altra parte, amare Dio con tutto il cuore è un'opera di lunga lena, perché presuppone l’eliminazione completa del nostro egoismo, il che non si può fare in un batter d'occhio. Ma ogni progresso in questa direzione è una vittoria che riempie il cuore di vera gioia. Gesù ci chiede di credere che è Lui che agisce in noi e attraverso di noi , come ha agito attraverso S.Francesco e S.Giovanna Francesca de Chantal.
Per intercessione di Francesco chiediamo al Signore il dono di una fede umile, generosa e decisa.
PREGHIERA
Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre,
e assisti il tuo popolo,
che ti riconosce suo pastore e guida;
rinnova l’opera della tua creazione
e custodisci ciò che hai rinnovato.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen