venerdì 20 novembre 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 21 Novembre 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 



                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Sabato 21 Novembre 2015
Presentazione Beata V.Maria
Luca 20, 27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
I FIORETTI DI SAN FRANCESCO: FF 1839
CAPITOLO XI
Come santo Francesco fece aggirare intorno intorno più volte frate Masseo, e poi n' andò a Siena.
1839 Andando un dì santo Francesco per cammino con frate Masseo, il detto frate Masseo andava un po' innanzi; e giungendo a un trivio di via, per lo quale si potea andare a Firenze, a Siena e Arezzo, disse frate Masseo: « Padre, per quale vìa dobbiamo noi andare? ». Risponde santo Francesco: « Per quella che Iddio votrà ». Disse frate Masseo: « E come potremo noi sapere la volontà di Dio? ». Risponde santo Francesco: « Al segnale ch'io ti mostrerò; onde io ti comando per lo merito della santa obbidienza, che in questo trivio, nello luogo ove tu tieni i piedi, t' aggiri intorno, intorno, come fanno i fanciulli, e non ristare di volgerti s' io non tel dico ». Allora frate Masseo incominciò a volgersi in giro; e tanto si volse, che per la vertigine del capo, la quale si suole generare per cotale girare, egli cadde più volte in terra; ma non dicendogli santo Francesco che ristesse, ed egli volendo fedelemente ubbidire, si rizzava. Alla fine, quando si volgeva forte, disse santo Francesco: « Sta' fermo e non ti muovere ». Ed egli stette; e santo Francesco il domanda: « Inverso che parte tieni la faccia? ». Risponde frate Masseo: « Inverso Siena ». Disse santo Francesco: « Quella è la via per la quale Iddio vuole che noi andiamo ».
Andando per quella via, frate Masseo fortemente si maravigliò di quello che santo Francesco gli avea fatto fare, come fanciulli, dinanzi a' secolari che passavano; nondimeno per riverenza non ardiva di dire niente al padre santo.
Appressandosi a Siena, il popolo della città udì dello avvenimento del santo, e fecionglisi incontro e per divozione il portarono lui e 'l compagno insino al vescovado, che non toccò niente terra co' piedi. In quell' ora alquanti uomini di Siena combatteano insieme, e già n' erano morti due di loro; giungendo ivi, santo Francesco predicò loro sl divotamente e sì santamente, che li ridusse tutti quanti a pace e grande umiltà e concordia insieme. Per la qual cosa, udendo il Vescovo di Siena quella santa operazione ch' avea fatta santo Francesco, lo 'nvitò a casa, e ricevettelo con grandissimo onore quel dì e anche la notte. E la mattina seguente santo Francesco, vero umile, il quale nelle sue operazioni non cercava se non la gloria di Dio, si levò per tempo col suo compagno, e partissi sanza saputa del Vescovo.
Di che il detto frate Masseo andava mormorando tra se medesimo, per la via, dicendo: « Che è quello ch' ha fatto questo buono uomo? Me fece aggirare come uno fanciullo, e al vescovo, che gli ha fatto tanto onore, non ha detto pure una buona parola, nè ringraziatolo ». E parea a frate Masseo che santo Francesco si fusse portato così indiscretamente Ma poi per divina ispirazione, ritornando in se medesimo e riprendendosi, disse fra suo cuore: « Frate Masseo, tu se' troppo superbo, il quale giudichi l' opere divine, e se' degno dello 'nferno per la tua indiscreta superbia: imperò che nel dì di ieri frate Francesco sì fece sì sante operazioni, che se le avesse fatte l' Agnolo di Dio, non sarebbono state più maravigliose. Onde se ti comandasse che gittassi le pietre, sì lo doveresti fare e ubbidirlo, che ciò ch'egli ha fatto in questa via è proceduto dall' operazione divina, siccome si dimostra nel buono fine ch'è seguito; pero che s' e' non avesse rappacificati coloro che combattevano insieme, non solamente molti corpi, come già aveano cominciato, sarebbero istati morti di coltello, ma eziandio molte anime il diavolo arebbe tratte allo 'nferno. E però tu se' stoltissimo e superbo, che mormori di quello che manifestamente procede dalla volontà di Dio ».
E tutte queste cose che dicea frate Masseo nel cuore suo, andando innanzi, furono da Dio rivelate a santo Francesco. Onde appressandosi santo Francesco a lui disse cosl: « A quelle cose che tu pensi ora t' attieni, però ch' elle sono buone e utili e da Dio spirate; ma la prima mormorazione che tu facevi era cieca e vana e superba e futti messa nell' animo dal demonio ». Allora frate Masseo chiaramente s' avvide che santo Francesco sapea li secreti del suo cuore, e certamente comprese che lo spirito della divina Sapienza dirizzava in tutti i suoi atti il padre santo.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
MEDITAZIONE
La fede nella risurrezione portava i giudei a pensare che i morti continuassero nella nuova vita le abitudini della vita terrena. Una tale fede viene colpita e giustamente ridicolizzata dai sadducei. Gesù non condivide il modo di pensare la risurrezione che avevano i giudei. Chi risorge dopo la morte non si sposa e non viene sposato. La vita dei risorti non è la continuazione delle forme delle vita terrena. I risorti non appartengono più a questo mondo terrestre, ma a quello futuro e nuovo. La risurrezione è la nostra nascita piena alla condizione di figli di Dio. Gesù infatti, figlio di Davide secondo la carne, è costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione, mediante la risurrezione dai morti (Rm 1,3-4). Egli è il primo fra molti fratelli, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti (Rm 8,29; Col 1,18).
Dio è il Dio dei viventi, perché tutti vivono per lui. Dio, infatti, ha il potere di far partecipare i suoi amici a una vita nuova, la sua, liberandoli dalla morte per sempre. Francesco crede nella risurrezione e per lui il Cristo è sempre il Crocifisso vivente che gli parla, il Risorto, Colui nel quale il Padre esprime la salvezza compiuta…e che un giorno ritornerà….
PREGHIERA
Signore, Dio dei vivi, attraverso il Cristo che ha sconfitto la morte, Tu ci chiami a una vita senza fine. Fa di noi i tuoi figli, gli eredi della risurrezione, perché possiamo contemplare per sempre la gloria del tuo volto. Te lo chiediamo per Gesù Cristo, nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

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