domenica 30 agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 30 Agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 243
Domenica 30 Agosto 2015
Marco 7, 1-8. 14-15. 21-23
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano essi mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”.
Chiamata di nuovo la folla, Gesù diceva loro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo”.
Leggenda Maggiore di San Bonaventura X,4: FF 1323
1323 4. Nella diocesi di Sabina c'era una vecchierella ottuagenaria, alla quale la figlia, morendo, aveva lasciato un bambino ancora lattante. Piena di miseria, era la vecchierella, ma vuota di latte: e non c'era nessuna donna che si prestasse a dare al bambino affamato la necessaria razione di latte, sicché la vecchierella non sapeva proprio da che parte voltarsi. Intanto il bambino si indeboliva. Allora la vecchierella, priva di ogni aiuto umano, una notte, tra una pioggia di lacrime, si rivolse con tutta l'anima al beato padre Francesco, invocando soccorso. Il Santo, che ama l'età innocente, fu subito accanto a lei e le disse: “ Io sono san Francesco che, tu o donna, hai invocato con tante lacrime. Porgi le tue mammelle alla bocca del bambino, perché il Signore ti darà latte in abbondanza ”. La vecchia adempì all'ordine del Santo e immediatamente le mammelle della ottuagenaria diedero latte in abbondanza. La fama di questo mirabile dono del Santo si diffuse ovunque, perché molti, uomini e donne, erano accorsi a vedere. E siccome la lingua non poteva impugnare ciò che gli occhi attestavano, tutti si sentivano infervorati a lodare Dio per la potenza mirabile e per l'amabile pietà del suo Santo.
MEDITAZIONE
Gesù si preoccupa di spiegare che la corruzione non viene dal di fuori, ma dal cuore dell’uomo. Ciò che rende impuro l’uomo non è né il cibo, né la moda, né l’ambiente; l’impurità è sinonimo di malvagità e viene tutta dal cuore dell’uomo. Nella nostra società, che appare sempre più influenzata dalla forza delle “immagini”, “delle apparenze”, si può correre facilmente il pericolo di ridurre il rapporto con Dio a pratiche puramente esteriori, con la conseguenza dell’ incoerenza tra le pratiche religiose, tra la vita esteriore e ciò che esiste nel cuore, dove si prendono le decisioni. Si onora Dio solamente con le labbra e non con la vita. Purifichiamo il nostro cuore ferito dal peccato originale e impariamo ad amare.
Gesù richiama l’esigenza della coerenza cristiana in tutte le manifestazioni della vita (privata, familiare, sociale, politica), nonché la necessità di un costante sforzo di purificazione. Trascorriamo più tempo davanti al Tabernacolo per ringraziare e adorare Gesù. Diceva San Francesco:
“L’umanità trepidi, l’universo intero tremi, e il cielo esulti, quando sull’altare, nelle mani del sacerdote, è il Cristo figlio di Dio vivo.
O ammirabile altezza, o degnazione stupenda!
O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, in poca apparenza di pane!
Guardate, frati, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a Lui vostri cuori (Sal 61,9);
umiliatevi anche voi, perché egli vi esalti (1Pt 5,6).
Nulla, dunque, di voi, tenete per voi; affinché vi accolga tutti colui che a voi si dà tutto “. (FF 221)
PREGHIERA
Guarda, o Padre, il popolo cristiano nel giorno memoriale della Pasqua, e fa che la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del cuore: la tua parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita. Per Gesù Cristo, nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

sabato 22 agosto 2015

CIVITAVECCHIA :  PERCHE '  LACRIME  DI SANGUE  ? 
                                                                                                                                                         
  ALLE  PORTE  DI  ROMA LA  MADONNA  MANIFESTA  IL  SUO  DOLORE.

Divine lacrime di donna 

Ha fatto scalpore nel 1995 il caso della Madonnina di Civitavecchia. Oggi, dopo dieci anni esatti di attente analisi, condotte da specialisti al di sopra di ogni sospetto, si è dovuto riconoscere che quelle lacrime di sangue (umano) che sgorgano da una Madonnina di gesso (una statuetta piena, come hanno rivelato le radiografie, senza nulla di sospetto al suo interno) sono scientificamente inspiegabili. E’ dunque la ragione umana, qua, che “vede” con gli occhi e tocca “con mano” una scintilla di soprannaturale che ha fatto irruzione nella storia (così come nei clamorosi miracoli che avvengono a Lourdes e in tanti altri luoghi). Per non riconoscere l’evidenza del Miracolo in questo caso occorrerebbe rinnegare la ragione e rifugiarsi nel pregiudizio. Come diceva un grande giornalista e scrittore inglese, Gilbert K. Chesterton: “Chi crede ai miracoli lo fa perché ha delle prove a loro favore. Chi li nega lo fa perché ha una teoria contraria ad essi”.

Qui un semplice fatto spazza via litri di inchiostro che anche in questi giorni certi soloni di un vecchio laicismo hanno profuso. Penso a Eugenio Scalfari che sull’Espresso per zittire il razionalismo cristiano di Buttiglione ha preteso di chiamare in suo soccorso “il principio di indifferenza di Heisenberg” di cui deve conoscere ben poco se sbaglia perfino il nome (voleva forse citare il “principio di indeterminazione” enunciato da Heisenberg nel 1927).

In realtà la scienza contemporanea non porta affatto verso Scalfari e le vecchie ideologie laiciste, ma verso l’eterna giovinezza di Dio come dimostra la recentissima “conversione” di Anthony Flew, l’erede di Bertrand Russel, colui che per decenni è stato il maggior simbolo dell’ateismo filosofico. Ebbene, alla fine, di fronte all’evidenza delle ricerche scientifiche ha dovuto capovolgere le sue posizioni e riconoscere una misteriosa Intelligenza superiore che ha ordinato il cosmo.

Se sarà ancora fedele al suo motto socratico – “segui l’evidenza ovunque ti conduca” – scoprirà un fatto ancora più straordinario: che quell’Intelligenza superiore (che i greci chiamavano Logos) non è rimasta lontano dall’uomo, non l’ha abbandonato, ma si è fatta essa stessa uomo e ama appassionatamente e teneramente ogni creatura. Ed è presente nella storia.

Questo è ciò che dice (anche) l’evento di Civitavecchia. Ma non solo. In questi giorni non si è ricordato che quella statuetta viene da Medjugorje. Il parroco di Pantano che poi la regalò ai signori Gregori, nel settembre 1994, la comprò infatti in un negozietto di questo villaggio dell’Erzegovina dove era andato in pellegrinaggio perché lì, da ben 23 anni, appare quotidianamente la Madonna a sei bambini (oggi diventati adulti). E’ dunque una clamorosa conferma dei fatti di Medjugorje.

Proprio in un appassionato messaggio della Madonna di Medjugorje (il 24 maggio 1984) si parla di lacrime di sangue. “Cari figli, in ogni istante, quando avete delle difficoltà, non abbiate paura, perché io vi amo anche quando siete lontani da me e da mio Figlio. Vi prego, non permettete che il mio cuore pianga lacrime di sangue per le anime che si perdono nel peccato”.

Marija Pavlovic, una delle veggenti, in una lunga intervista con padre Livio Fanzaga che le ricordava questo messaggio a proposito della statuetta, ha dichiarato: “Per me (la vicenda di Civitavecchia, nda) ha un significato molto grande, non tanto perché la Madonna ha pianto, in quanto l’ho vista anch’io piangere, ma perché ha pianto lacrime di sangue e ha pianto vicino a Roma. Tutto l’insieme dice molto”. L’intervistatore ha provato a saperne di più, ma la ragazza si è fermata cosicché si è intuito che stava pensando a uno dei dieci misteriosi segreti sul mondo che la Madonna ha affidato loro.



Significa forse che qualcuno dei Segreti riguarda l’Italia? O Roma? O la Santa Sede? Ha un significato simbolico che la statua della Madonna abbia pianto lacrime di sangue tra le braccia di un vescovo che, fino a poco prima, era del tutto scettico? Prefigura qualcosa che accadrà?

Marija non risponde. Ripete però: “La Madonna ci ha detto: ‘Pregate per il Santo Padre, perché questo Papa l’ho scelto io per questi tempi’….Penso in modo particolare quando vediamo che il Santo Padre ha meno forze, e anche nei prossimi anni, quando saremo al trapasso tra un Papa e l’altro e quando sarà il momento di eleggere un nuovo Papa, dobbiamo lasciarci guidare dalla preghiera e dallo Spirito Santo…”.

Sembrerebbe che nel passaggio di pontificato debba accadere qualcosa di drammatico. Ma anche questa deduzione in fondo può essere arbitraria. Ci sono però altri aspetti simbolici e inesplorati nei fatti di Civitavecchia. Per esempio un dettaglio che, al momento, seminò sconcerto fu quello relativo al sangue: i laboratori infatti attestarono che era sangue umano, ma appartenente a un soggetto maschile. Le reazioni superficiali dei più furono scandalizzate: la Madonna, si obiettava banalmente, ha sangue femminile, non maschile.

Ma i teologi avvertirono che non c’era nulla di inquietante. Al contrario: il sangue redentore infatti, per i cristiani, è quello versato da Gesù, non il sangue di Maria, che è una creatura redenta da Lui come noi. E dunque quella circostanza mostrava il legame inscindibile fra la Madre e il Figlio Salvatore, mostrava che Maria porta a Gesù redentore e non a se stessa. Tutto questo aveva un senso cristiano. Anche perché la lacrimazione iniziò il 2 febbraio, cioè per la festa liturgica della presentazione di Gesù al Tempio e della “Purificatio Sanctae Mariae”. Questa antica festa celebra la Vergine che “fu intimamente unita” alla salvezza “quale Madre del Servo sofferente di Jhave e quale modello del nuovo popolo di Dio, costantemente provato nella fede e nella speranza dalla sofferenza e dalla persecuzione” (Paolo VI).

Ecco perché il sangue di Cristo nelle lacrime di lei. E poi quella festa ricorda l’episodio evangelico del riconoscimento messianico da parte del vecchio Simeone e della profetessa Anna, che rappresentano la tradizione profetica di Israele. Ha dunque un significato profondo anche nel tempo della Chiesa: anch’essa infatti ha il compito “profetico” di riconoscere il mistero di Dio presente e operante nella storia attuale. Anche in forme speciali. A Medjugorje come a Civitavecchia, come a Fatima e a Lourdes. Non solo. La chiesetta di Pantano è dedicata a S. Agostino e sorge proprio dove – secondo la tradizione – Agostino, nel 387, sulla riva del mare, meditando sul mistero della Trinità, incontrò un angelo-bambino che lo illuminò: era come pretendere di far entrare il mare infinito nella buchetta che aveva scavato nella sabbia.

Che il fatto della statuetta accada in un luogo simile può significare un’esortazione al riconoscimento umile del mistero di Dio. Un invito a non restare prigionieri dei pregiudizi e della superbia intellettuale. Sul simbolismo delle lacrime poi si potrebbe scrivere un trattato. Il pianto torna in molte apparizioni della Vergine. Per la verità il pianto è, nella vita normale, una caratteristica in modo particolare delle donne e – verrebbe da dire – Maria di Nazaret è una donna in tutto e per tutto. Anche per la facilità al pianto che non è un indizio di debolezza femminile, come banalmente si crede, ma di intensità affettiva ed emotiva. Tom Lutz nella sua Storia delle lacrime osserva che nessun’altra specie, fuori da quella umana, è capace di piangere, così come solo quella umana possiede il linguaggio. Dunque il pianto rappresenta un fenomeno specificamente umano, esprime una profondità che è solo umana.

Ma nelle lacrime di Maria c’è un dolore che è anche divino. Don Augusto Baldini, nel volumetto sul caso di Civitavecchia, riporta alcuni spunti di meditazione. Per esempio del filosofo, convertito, Jacques Maritain: “Se gli uomini sapessero che Dio soffre con noi e molto più di noi per tutto il male che devasta la terra, molte cose cambierebbero senza dubbio e molte anime sarebbero liberate… Le lacrime della Regina del Cielo (significano) il sovrano orrore che Dio e sua Madre provano per il peccato e la sovrana loro misericordia per la miseria dei peccatori”.

Il cardinale Martini sulle lacrime della Vergine a La Salette: “E’ un mistero profondissimo, che in qualche modo ci permette di intuire la sofferenza di Dio per il male che noi compiamo”. E il Papa, sempre per l’anniversario di La Salette: “Maria, madre piena d’amore, con le sue lacrime ha mostrato la tristezza per il male morale dell’umanità. Con le sue lacrime ci aiuta meglio a comprendere la dolorosa gravità del peccato, del rifiuto di Dio, ma anche la fedeltà appassionata che suo Figlio nutre verso i fratelli: Lui, il Redentore, il cui amore è ferito dalla dimenticanza e dal rifiuto… Ella ha compassione delle difficoltà dei suoi figli e soffre nel vederli allontanarsi dalla Chiesa di Cristo”.

Antonio Socci

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 23 Agosto 2015

Domenica 23 Agosto 2015
Giovanni 6, 60-69
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura XI,1 : FF 1315
1315 1. Dalle parti di Poitiers, in un villaggio chiamato Le Simon, un sacerdote di nome Reginaldo aveva ordinato ai suoi parrocchiani di celebrare solennemente la festa di san Francesco, per il quale aveva molta devozione. Ma un popolano, che non conosceva la potenza del Santo, non tenne conto dell'ordine del suo parroco. Uscito fuori nel campo per far legna, mentre si accingeva al lavoro, udi per tre volte una voce che gli diceva: “ E festa: non si può lavorare ”. Quel servo temerario, che non aveva ascoltato il comando del sacerdote, non si lasciò impressionare neppure dalla voce del cielo. Ma la potenza di Dio, a gloria del suo Santo, intervenne senza indugio con un miracolo, che fu anche un castigo. Il contadino aveva già alzato con una mano la scure per dar inizio al lavoro, mentre con l'altra teneva la forcella: ma ecco che per intervento divino, ognuna delle mani gli rimase attaccata all'arnese che impugnava e le dita gli si irrigidirono in modo tale che non riusciva più a staccarle. Stupefatto, non sapendo che fare, corse alla chiesa, mentre molti accorrevano da ogni parte per vedere il prodigio. Con il cuore contrito, si inginocchiò davanti all'altare; poi, per suggerimento di uno tra i molti sacerdoti là invitati per la festa, fece umilmente a san Francesco tre voti, come tre volte aveva sentito la voce del cielo: di celebrare con onore la sua festa; di venire, nel giorno della festa, in quella chiesa in cui ora si trovava e di andare in pellegrinaggio al sepolcro del Santo. Prodigio stupendo da raccontare: formulato un voto, rimase libero un primo dito; pronunciando il secondo, si sciolse l'altro, ma, emesso il terzo voto, non si staccò solo il terzo dito, ma tutta quanta la mano. Così pure avvenne, successivamente, per l'altra mano. Intanto la gente, ormai accorsa in gran numero, implorava con molta devozione la clemenza del Santo. L'uomo, riacquistato il libero uso delle mani, depose da se stesso i suoi attrezzi mentre la folla lodava Dio per la meravigliosa potenza dei Santo, che tanto meravigliosamente poteva colpire e risanare. A ricordo del fatto, sul luogo stesso fu costruito un altare in onore di san Francesco e davanti all'altare furono appesi quei famosi attrezzi, che anche oggi si possono vedere. Molti altri miracoli furono compiuti là e nei dintorni, quasi per dimostrare che il Santo regna glorioso nei cieli e che qui in terra si deve celebrare col debito onore la sua festa.
MEDITAZIONE
I discepoli sentono il discorso di Gesù come inaccettabile. Perché, quando qualcuno afferma: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”, ciò oltrepassa di molto il concepibile. E tuttavia: in nome dei Dodici, Pietro esprime la sua professione di fede in colui che parla in termini così poco comprensibili. Egli la giustifica in un modo sorprendente: “Soltanto le tue parole (incomprensibili) sono parole di vita eterna”. Nessun mortale è capace di pronunciare queste parole, che vanno ben oltre quello che chiunque potrebbe dire. Solo chi resta incomprensibile pur rivelandosi - con parole di vita eterna - è capace di offrire agli uomini l’ultimo rifugio. Ma, se la parola del “pane di vita” resta incompresa e scandalizza, cosa sarà della croce? Chi comprenderà che elevato sulla croce il Cristo si eleva anche nella gloria? Credere non è comprendere, ma rischiare un impegno. San Francesco si è impegnato, senza alcuna incredulità. L’unione con Cristo avviene attraverso la sua Parola e per mezzo del cibo che Egli ci ha dato come segno evidente del suo amore per noi: Egli ha voluto unirsi a noi, fare di noi il suo corpo, in modo che fossimo una cosa sola con Lui, come il corpo è unito alla testa.
PREGHIERA
Padre, rendi il mio amore sorridente, perché sia ancor più ricco di amore! Fa in modo che il mio sorriso, possa esprimere la più pura bontà! Insegnami a dimenticare con un sorriso le mie preoccupazioni e le mie pene, per prestare attenzione soltanto alle gioie degli altri. Il mio volto sorridente renda i miei contatti col prossimo più cordiali e più caldi di fraternità.
Conservami il sorriso nelle ore dolorose, perché anche in quei momenti io possa continuare a donarmi al prossimo. Aiutami a custodire in fondo al cuore quella gioia di amare che si manifesta attraverso il sorriso. E tu, Maria, insegnami a servire il Signore, con gioia, sorridendo, a qualunque costo. Amen
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 22 Agosto 2015


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 
Sabato 22 Agosto 2015
Beata V. Maria Regina
Matteo 23, 1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura 8,7 : FF 1314
1314 7. Nella città di Roma, una donna di nome Prassede, famosa per la sua religiosità, ormai da quasi quarant'anni viveva imprigionata in una piccola cella, dove si era rinchiusa fin dall'età tenerella per amore dell'eterno Sposo. Prassede meritò dal beato Francesco un favore singolare. Un giorno era salita sul solaio della celletta a prendere qualcosa che le occorreva; ma, colta da capogiro, cadde, a ruppe il piede con la gamba e si slogò una spalla. Le apparve allora il benignissimo Padre, avvolto in candide vesti splendente di gloria e si mise a parlarle con grande tenerezza “ Alzati, figlia benedetta; alzati e non temere ”. La prese per mano e la rialzò; poi scomparve. Ella, credendo di vedere un fantasma, si volgeva qua e per la sua celletta; ma quando, alle sue grida, accorsero finalmente con un lume, capì che era stata perfettamente risanata per l'intervento del servo di Dio Francesco e narrò per ordine tutto quanto era accaduto.
MEDITAZIONE
Quello che dovrebbe essere il comportamento del vero cristiano appare nell’insegnamento di san Paolo ai Tessalonicesi. Chiamato da Cristo sulla via di Damasco, san Paolo scoprì, per un’improvvisa folgorazione, tutto il mistero di Cristo e capì che l’essere cristiano consiste nello spirito di apostolato. Egli stesso, pieno dello Spirito di Cristo risorto, lo trasmise agli altri.
Essere cristiani vuol dire questo: non tanto rispettare ciecamente delle formule o dei precetti, ma donare Cristo agli altri, mediante una vita cristiana onesta, perché, grazie all’apostolato della preghiera, della sofferenza e delle opere, il cristiano possa divenire una forza vivente del Vangelo di Cristo.
Questo è l’insegnamento di Gesù ed è così che deve vivere chi vuole essere cristiano. Anche Francesco esortava così i suoi frati :
FF 20 Nessun frate faccia del male o dica del male a un altro anzi per carità di spirito volentieri si servano e si obbediscano vicendevolmente.
E nessuno sia chiamato priore, ma tutti siano chiamati semplicemente frati minori. E l'uno lavi i piedi all'altro.(FF 23)
PREGHIERA
Padre dei Cieli, Tu sei il solo a meritare il titolo di padre, e il tuo Figlio è l’unico vero maestro. Qualunque sia il nostro posto nella società o nella chiesa, insegnaci ad evitare di metterci in mostra e a non avere altra ambizione che quella di servirti, sull’esempio di Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

sabato 15 agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 17 Agosto 2015


SAN FRANCESCO E IL VANGELO 


Lunedì 17 Agosto 2015

Matteo 19, 16 – 22
Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

Leggenda Maggiore di San Bonaventura 8,1: FF 1308-1309
1308 2. Frate Giacomo da Iseo, da bambino, quand'era ancora in famiglia, aveva contratto una forma molto grave di ernia. Seguendo la divina ispirazione, benché giovane e infermo, si consacrò a Dio entrando nell'Ordine di san Francesco, non svelando, però, a nessuno il disturbo da cui era afflitto. Quando il corpo del beato Francesco venne traslato nel luogo dove ora è riposto, quale sacro tesoro, con i suoi resti mortali, anche frate Giacomo era presente e poté partecipare alla gioia comune e tributare il dovuto onore al corpo santissimo del Padre, ormai assunto alla gloria del cielo. Quando le sacre ossa furono deposte nell'arca, egli si avvicinò a quel sacro tumulo e, abbracciandolo con grande fervore di spirito, immediatamente avvertì che l'ernia era miracolosamente rientrata, lasciandolo perfettamente guarito. Depose il cinto e da allora rimase libero da tutti i passati dolori.
1309 Da questa stessa infermità per la bontà di Dio e i meriti di san Francesco furono miracolosamente guariti fra Bartolomeo da Gubbio, frate Angelo da Todi; Nicola, sacerdote di Ceccano; Giovanni da Sora, un abitante di Pisa e un altro del paese di Cisterna; come pure Pietro di Sicilia, un abitante di Spello, presso Assisi, e moltissimi altri.

MEDITAZIONE
Gesù è la strada che conduce alla Vita. L’incontro di Gesù con il giovane ricco mette in luce la novità della vita cristiana. A quest’uomo che desidera fare tutto il bene possibile, Gesù non chiede di fare qualcosa di più, ma di seguirlo, e per questo di liberarsi dalle proprie ricchezze. Se il giovane si rattrista, è perché non ha capito che la vita eterna appartiene a un ordine diverso da quello di tutti gli altri beni. Questa parola “Se lo vuoi” mostra magnificamente la libertà del giovane; sta a lui scegliere, è padrone della sua decisione. Ma è Dio che dona, perché è il Signore. Dona a tutti coloro che vogliono e s’impegnano con tutto il cuore e pregano, perché la salvezza sia la loro scelta. Nemico della violenza, Dio non costringe alcuno, ma porge la grazia a coloro che la cercano, la offre a coloro che la chiedono, apre a coloro che bussano (Mt 7,7). L'annuncio evangelico alla conversione si coniuga con l'invito alla pace, una pace che non deve essere solo proclamata, ma prima di tutto deve essere vissuta e questo lo ritroviamo nella Leggenda dei tre compagni (1276): “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all'ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti”.

PREGHIERA
Gesù, nostro maestro, facci la grazia di tendere alla perfezione con tutta la nostra vita. E se qualche attaccamento ai beni di questo mondo ci impedisce di seguirti, donaci di liberarcene senza rimpianti. Pieni di gioia, possederemo allora un tesoro nei Cieli, dove Tu vivi e regni con il Padre e con lo Spirito Santo, per sempre.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 16 Agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 229
Domenica 16 Agosto 2015
Giovanni 6, 51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura 8,1: FF 1307
1307 1. A Città della Pieve c'era un giovane mendicante, sordo e muto fin dalla nascita. Aveva una lingua così corta e sottile, che sembrava troncata dalla radice, come molti poterono molte volte costatare. Un certo Marco gli diede ospitalità per amor di Dio, e il giovane, sentendo che gli voleva bene, prese l'abitudine di restare con lui. Una sera Marco, durante la cena, disse alla moglie in presenza del ragazzo: “ Se il beato Francesco ridonasse a questo ragazzo l'udito e la parola, questo, sì, sarebbe un miracolo grandioso ”. Poi aggiunse: “ Faccio voto a Dio che, se san Francesco si degnerà di fare questo miracolo, io manterrò questo ragazzo a mie spese per tutta la vita ”. Cosa davvero meravigliosa: in quello stesso istante la lingua del ragazzo ingrossò ed egli cominciò a parlare, dicendo: “ Gloria a Dio e a san Francesco, che mi ha donato l'udito e la parola! ”.
MEDITAZIONE
Oggi, nel brano del Vangelo secondo Giovanni, Gesù affronta questo dato di fatto essenziale della nostra condizione umana, rovesciandone l’ambito di applicazione: noi dobbiamo nutrirci di lui stesso, della sua carne e del suo sangue, se vogliamo cominciare a conoscere la pienezza della vita. Mangiando la sua carne e bevendo il suo sangue, noi ci nutriamo spiritualmente, come non si potrebbe fare nell’ambito fisico. Un pezzo di pane è tutto ciò che ci rimane di Gesù, con le sue parole che chiariscono il gesto di e il significato del prendere e mangiare. Quando ci nutriamo del cibo naturale, siamo integrati nel ciclo biologico;se ci nutriamo di Eucaristia, invece, riceviamo la vita divina, siamo introdotti nella vita stessa di Dio. Come ciò che mangiamo e beviamo, assimilato, diventa parte di noi, così, ricevendo nel sacramento la carne e il sangue di Cristo, veniamo “incorporati” in lui e veniamo invitati a donarci senza misura. Potremmo sperare in una prova d’amore più grande?
PREGHIERA
O Dio, che hai preparato beni invisibili
per coloro che ti amano,
infondi in noi la dolcezza del tuo amore,
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 15 Agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 


Sabato 15 Agosto 2015
Assunzione Beata V.Maria—SOLENNITA’—proprio

Luca 1, 39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

"Fonti Francescane"

ULTIMA VOLONTA' SCRITTA A S. CHIARA

FF140 Io, frate Francesco piccolo, voglio seguire la vita e la povertà dell'altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima madre e perseverare in essa sino alla fine. E prego voi, mie signore, e vi consiglio che viviate sempre in questa santissima vita e povertà. E guardatevi attentamente dall'allontanarvi mai da essa in nessuna maniera per insegnamento o consiglio di alcuno.

MEDITAZIONE
La vera grandezza di Maria consiste nella fede, che la fece concepire nel cuore prima ancora che nel proprio grembo. “Beata colei che ha creduto….”La Vergine ha accolto l’annuncio dell’angelo Gabriele, ma soprattutto l’avventura che esso apriva nella sua vita….fino alla croce….fino alla gloria. Grazie al “SI” di Maria si è realizzato il disegno di Dio. Egli può, così, stendere la sua misericordia, di generazione in generazione, su coloro che hanno maggiormente bisogno di salvezza. In definitiva, la spiegazione ultima del mistero dell’assunzione è l’amore di Dio che solo può fare simili cose.

L'Assunzione di Maria in Cielo è un dogma cattolico nel quale viene affermato che Maria, terminato il corso della vita terrena, fu trasferita in Paradiso, sia con l'anima che con il corpo, cioè fu assunta, accolta in cielo. L'Assunzione di Maria, nel pensiero cattolico, è un'anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale.

I cristiani ortodossi e armeni celebrano la Dormizione di Maria: Maria sarebbe stata assunta in cielo dopo la morte. Né la Dormizione né l'Assunzione sono un dogma presso gli Ortodossi o gli Armeni. La differenza principale tra Dormizione e Assunzione è che la seconda non implica necessariamente la morte, ma neppure la esclude.

Né l'Assunzione né la Dormizione fanno parte della dottrina anglicana e sono rigettate dalla maggior parte degli anglicani. Tuttavia nella "Chiesa alta" si propende per la seconda, più che per la prima. La Commissione internazionale cattolica/anglicana (ARCIC), un organo di dialogo teologico ecumenico, in un documento di discussione del 2005 (non vincolante né per la Chiesa Cattolica Romana, né per la Comunione anglicana) ha però proposto che il dogma dell'Assunzione di Maria "è compatibile con le Scritture".

Le Chiese protestanti e evangeliche invece non credono nell'Assunzione di Maria, in quanto non si trova nessun riferimento nella Bibbia.

PREGHIERA
O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà della Vergine Maria l’hai innalzata alla sublime dignità di madre del tuo unico Figlio fatto uomo e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile, fa che, inseriti nel mistero di salvezza, anche noi possiamo per sua intercessione giungere fino a Te nella gloria del Cielo. Per Gesù Cristo nostro Signore.

“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

venerdì 7 agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 9 Agosto 2015



SAN FRANCESCO E IL VANGELO 222
Domenica 9 Agosto 2015
Giovanni 6, 41-51
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Leggenda Maggiore di San Bonaventura 7,4 : FF 1302
1302 4. In quella stessa regione, a Castro dei Volsci, un legno molto pesante, precipitando dall'alto, colpì molto gravemente alla testa un sacerdote, accecandogli l'occhio sinistro . Gettato a terra, il sacerdote incominciò a lamentarsi, chiamando a gran voce san Francesco: “ Soccorrimi, padre santissimo. Fa' che possa andare alla tua festa, come ho promesso ai tuoi frati ”. Era, infatti, la vigilia del Santo. Guarì perfettissimamente e, rialzatosi all'istante, proruppe in esclamazioni di lode e di gioia, riempiendo di stupore e di giubilo tutti i presenti, che avevano commiserato il suo dolore. Andò alla festa e raccontò a tutti la bontà e la potenza miracolosa che aveva sperimentato in se stesso.
MEDITAZIONE
Siamo noi a cercare Dio o e lui a cercare noi? Ancora prima che noi cominciamo a cercarlo consapevolmente, egli ci attira a sé, come un innamorato, tramite Cristo. Questo è quello che è capitato nella vita di san Francesco e di tanti Santi. La reazione giusta da parte nostra è di essere pienamente disposti ad ascoltare per imparare: solo Lui può conoscere perfettamente la volontà del Padre e rivelarla. La vita eterna che noi tutti desideriamo dipende dalla fede in Cristo, da una fiducia e da un impegno costanti, mentre, fedeli, si nutrono del suo Corpo e del suo Sangue nella santa Eucaristia, costituendo a poco a poco in loro stessi una “riserva” di vita immortale.
PREGHIERA
Guida, o Padre,
la tua Chiesa pellegrina nel mondo,
sostienila con la forza del cibo che non perisce,
perché perseverando nella fede di Cristo
giunga a contemplare la luce del tuo volto. Per Gesù Cristo nostro Signore.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen

giovedì 6 agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 8 Agosto 2015

SAN FRANCESCO E IL VANGELO 221
Sabato 8 Agosto 2015
S.Domenico--festa--proprio
Matteo 5, 13-16 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”.
Leggenda Maggiore di San Bonaventura 7,3: FF 1301
1301 3. Un ragazzo quattordicenne di Pofi, nella Campania, per un trauma improvviso, rimase completamente cieco dall'occhio sinistro. Per la violenza del dolore, I'occhio era uscito dal suo posto e rimase poi per otto giorni quasi atrofizzato, pendendo in fuori, sopra la mascella, per la lunghezza di un dito, a causa dell'allentamento del nervo. Poiché ormai non restava che asportarlo e i medici davano il caso per disperato, il padre del ragazzo si rivolse con tutta l'anima al beato Francesco. E quell'instancabile soccorritore degli infelici non rimase insensibile alle sue suppliche Difatti con il suo potere taumaturgico fece rientrare l'occhio atrofizzato nella sua posizione normale, sano come prima e come prima sensibile ai raggi della luce sospirata.
MEDITAZIONE
In un mondo in cui pesa la potenza del male, l’uomo è schiavo di molte cose. Ma questo cesserebbe di paralizzarlo se egli credesse veramente in Colui che è il Signore dell’impossibile. Gli uomini sono sempre più increduli, sempre più a disagio di fronte ai miracoli narrati dal Vangelo. E’ importante tuttavia non trasformare questo disagio in un rifiuto, ma aprire il cuore all’amore di Dio.
Ora vi racconto dell'apparizione della Madonna e la consegna del rosario a san Domenico, fondatore dei Domenicani e amico di san Francesco
Nel 1212 San Domenico, durante la sua permanenza a Tolosa, dal racconto del beato Alano della Rupe, ebbe una visione della Vergine Maria e la consegna del rosario, come richiesta ad una sua preghiera per combattere l'eresia albigese senza violenza. Da allora il rosario divenne la preghiera più diffusa per combattere le eresie e nel tempo una delle più tradizionali preghiere cattoliche. Secondo il racconto del Beato Alano della Rupe, nel 1213-1214 San Domenico, mentre predicava in Spagna con il suo confratello fra Bernardo, venne rapito dai pirati. La notte dell'Annunciazione di Maria Santissima (25 marzo) una tempesta stava facendo naufragare la nave su cui si trovavano con i pirati, quando la Madonna disse a San Domenico che l'unica salvezza dalla morte certa per l'equipaggio era dire sì alla sua Confraternita del Rosario. Essi accettarono e il mare si calmò: secondo questo racconto furono dunque i pirati i primi membri della Casa di Maria che è la Confraternita.
PREGHIERA
Signore Gesù, se Tu vivessi oggi in mezzo a noi ci tratteresti ancora da generazione incredula e perversa. Donaci un po’ di quella fede che solleva il mondo, facendoci sperare tutto dalla tua misericordia infinita. Tu che sei il nostro liberatore per sempre.
“ACTIONES NOSTRAS”
(Indulgenza parziale se recitata ogni giorno)
“Ispira le nostre azioni o Signore e accompagnale con il tuo santo aiuto, perchè ogni nostra azione abbia da te il suo inizio ed in te il suo compimento” Amen